1 AGOSTO LUGHNASADH        Lammas, Gule of August, Loafmass, Gwyl aust


Bonas ferias augustales... 

Il termine Augusto derivava dalla denominazione della Grande Madre siriana Atargatis, detta "l'Augusta", cioè la più grande, la Dea con la corona turrita che si ergeva in piedi poggiando su due leoni. 

Feriae Augusti: era un periodo di riposo e festeggiamenti tra le fatiche appena concluse dei raccolti e quelle della imminente vendemmia e semina. Era usanza, in questi giorni, scambiarsi regali e auguri di Bonas ferias augustales. In tutto l’impero si organizzavano feste, banchetti e importanti corse di cavalli; gli animali da tiro, dopo lungo tempo finalmente esentati dai lavori nei campi, venivano adornati di fiori. 

Un rito dai forti connotati di morte e rinascita. Quest' atto sacrificale era rappresentato dalla creazione di una bambola di paglia, che veniva messa in casa o nelle stalle per propiziare i futuri raccolti. Per questa sua doppia faccia, Lughnasadh era una festa legata tanto all'abbondanza quanto alla morte. Si celebrava il sacrificio di Tailtiu (Madre di Lugh) la quale aveva preparato le pianure alla coltivazione, dopo di che aveva chiesto di essere seppellita sotto di esse. 

In questo periodo si realizzavano bambole a grandezza d’uomo con le stoppie della mietitura che in seguito venivano date alle fiamme dal capo tribù. Questi fantocci rappresentavano le privazioni della stagione invernale e, bruciandole, si praticava una rito scaramantico volto ad allontanare dalla comunità le difficoltà dell’Inverno.


In questo periodo si realizzavano bambole a grandezza d’uomo con le stoppie della mietitura che in seguito venivano date alle fiamme dal capo tribù. Questi fantocci rappresentavano le privazioni della stagione invernale e, bruciandole, si praticava una rito scaramantico volto ad allontanare dalla comunità le difficoltà dell’Inverno.

 

A Lughnasadh si preparava la prima birra e il primo pane dell’anno ma anche la raccolta dei frutti di bosco. Ancora oggi in Irlanda si festeggia il Bilberry Sunday, la prima domenica di Agosto dedicata alla raccolta del bilberry, una speciale varietà di mirtilli.


Le civiltà contadine ben conoscevano la successione delle stagioni e sapevano che, come il ciclo della natura, tutte le cose nascono e muoiono per poi rinascere. Lughnasadh è legato al tema della morte e rinascita: il Dio / Dea del Grano morivano per rinascere come farina e pane indispensabile per la sopravvivenza della tribù e una parte di grano veniva messo da parte per la semina futura.


Il sacrificio del dio Lugh non è visto come una morte ma una trasformazione benefica: la spiga muore sotto la falce e rinasce come pane e come semi per i raccolti successivi.

Inoltre il Sole tornerà a rinascere nel periodo del Solstizio d’Inverno.

Pienezza, sacrificio e trasformazione: queste sono le parole chiave di Lughnasadh. Il culmine è stato raggiunto e lentamente la potenza solare sta declinando verso l’autunno. Così come il mondo naturale rallenta, il cambiamento avviene anche dentro di noi. La Festa del raccolto è un momento di riflessione e raccoglimento interiore oltre a un’apertura ai cambiamenti stagionali.

Ora anche noi siamo maturi per una mietitura personale che può avere due aspetti:


Non dobbiamo temere di perdere qualcosa, di lasciar andare, perché in realtà è solo un’evoluzione del nostro ciclo vitale.

Lugh e Lucifero

Dalla stessa radice indoeuropea lux deriva anche la figura divina di Lucifero/Phosphoros, il «Portatore di Luce»: un dio che presenta, d’altra parte, notevoli similitudini sia con Lugh che con Apollo, e financo con il già menzionato Prometeo, il quale per aver portato il «fuoco» (ovvero la «luce della gnosi») all’umanità venne condannato ad un supplizio terribile dagli dèi dell’Olimpo. Allo stesso modo, sempre a causa della sua tracotanza, nella tradizione giudaico-cristiana Lucifero venne scaraventato giù dal cielo dal dio supremo Geova, e condannato a vivere occultato nelle profondità della terra (similmente anche al Saturno/Kronos mediterraneo, sovrano dell’Età dell’Oro).



La Dea sempre prima del Dio

L’unione sacra del Dio e della Dea – Sole e Terra – avvenuta a Beltane ha dato i suoi frutti e il mondo degli uomini celebrava l’ingresso nella stagione dei raccolti. Lughnasadh o Lammas, che per noi è una ricorrenza di mezza estate ma per le antiche popolazioni del Nord Europa era l’inizio della stagione autunnale. Era la festa del raccolto e segnava l’inizio dell’autunno esoterico.

 

Si celebrava il sacrificio di Tailtiu (Madre di Lugh) la quale aveva preparato le pianure alla coltivazione, dopo di che aveva chiesto di essere seppellita sotto di esse. Era fondamentalmente una festa di ringraziamento, per l’abbondanza dei raccolti e la prosperità futura. Si accendevano i fuochi sulle colline, si svolgevano fiere, giochi, canti e balli in cerchio attorno ai falò, dopo la fatica della mietitura.


FESTEGGIAMENTI TRADIZIONALI

Un tempo la padrona di casa, nel senso della matriarca di tutta la tribù, era la prima a tagliare alcune spighe, che poi macinava e faceva il primo pane della stagione, il pane rituale con il quale si celebrava Lughnasadh. Lo faceva vestita di bianco, a volte erano anche piu' persone a farlo, tutte vestite di bianco e con i capelli scompigliati o con il viso dipinto di nero, come si usava in antichità per segnalare la presenza degli Dei nel proprio corpo. 

Prima ancora, in tempi precristiani, esistevano i sacerdoti del grano, chiamati anche Bilwiss, uomini con lunghi abiti bianchi e capelli lunghi e arruffati (oggi avrebbero i dreads). I sacerdoti del grano avevano il compito di benedire il grano prima della raccolta. Generalmente lo facevano tagliando poche spighe ad ogni angolo del campo e mettendo al loro posto arnica o ramoscelli verdi. 

In tempi piu moderni invece, gli uomini tagliavano il grano con la falce mentre le donne le legavano. L'ultimo mazzo di spighe veniva poi decorato con fiori e nastri e portato in paese con il carro pieno del raccolto, come un trofeo, perche simboleggiava lo spirito del raccolto, lo spirito che fa maturare il grano. Questo modo di raccogliere il grano era in uso in tutta Europa fino a tempi recenti. 


LUGH O LOKI, DIO DEL SOLE E DELL'ILLUSIONE

Lughnasadh è la festa del pieno dell'estate, è la festa di Lugh, il Dio celtico del Sole che rimpiazza Belenos, anch'egli Dio del Sole, ma con una qualità diversa. Belenos come abbiamo visto è la meraviglia in persona, lucente e pieno di amore. Quando arriva il grande caldo, Belenos si trasforma in Lugh, Dio del fuoco, pieno di calore e di luce, il maestro di tutte le arti che fa maturare tutti i frutti della Terra, porta a compimento il destino di ognuno e trascende nella dimensione successiva.