1 MAGGIO    BELTANE             Kalendae, Nonae,  Idus Maiae


Kalendae, Nonae,  Idus Maiae:  "Kalendae Maiae sunt antiquae hemisphaerii septentrionalis feriae vernae die 1 Maii habitae, usitate feriae publicae, et in multis culturis translaticiae veris feriae. Cum Internationali Operariorum Die congruit. In multis linguis tantum Dies Maii appellari potest; Anglice (lingua anglicana) autem in Havaiis (lingua Hawaiana)".

Maggio, il mese di Maia e della vegetazione ma anche dei Lemures. Un mese controverso, poiché, se da una parte si festeggiava la rinascita dei campi e della natura, dall’altra si svolgevano delle feste assai ‘oscure’, ossia i Lemuria. Le prime cerimonie per placare le anime dei defunti furono istituite in questo mese da Romolo.  Maggio era il mese dedicato a Maia e la sua festa, ricadente il I maggio, si chiamava - MAIAE - Le si attribuisce la radice Ma come Madre ma pure come Maius quindi maggiore ed abbondante, e l'abbondanza significava messi copiose e animali ben nutriti che assicuravano la sopravvivenza. Ogni I maggio, il Dio Vulcano, cioè i suoi sacerdoti, le offrivano in sacrificio una scrofa gravida, in modo che anche la terra fosse gravida di frutti. Il che fa pensare a una Dea Madre che governa i vulcani, pertanto Dea del fuoco.

MADONNA DELL'AVELLA - (Con figlio e conchiglia di Venere) Infatti il nome maiale deriva da lei, dal latino "sus maialis". Le sue origini sono greche, dalla Dea Maia che significa “nutrice”. In effetti la Terra nutre tutte le sue creature.

A Roma questa ninfa fu identificata con una Dea italica preesistente, Maiesta (da cui la parola maestà) o Maia. Pertanto era invocata, in particolare nel mese a lei dedicato, e soprattutto all'inizio del mese, cioè il  maggio anche come garante dei contratti agricoli o del bestiame. 

Se le fu dedicato un mese, quello di maggio, si può capire quanto fosse importante questa divinità in epoca arcaica. Ottaviano, per non essere da meno, si fece dedicare un mese tutto per lui, cioè Agosto, e al suo padre adottante dedicò il mese di Luglio, Iulius. Ma non osò togliere la dedica del mese di Maggio alla Dea Vergine Maia, oltre a tutto, madre di cotanto Dio, cioè l'infaticabile lavoratore Mercurio, che faceva da messaggero tra gli Dei e gli uomini, era patrono dei commercianti, dei viaggiatori e dei ladri, e infine accompagnava le anime dei defunti nell'oltretomba. La Dea Maia era così importante che la Chiesa si dovette dar da fare parecchio per cancellarne il ricordo molto vivo e seguito dalla popolazione, dedicandolo a un'altra Vergine, a Maria, cioè alla Madonna, infatti il mese di maggio è ora dedicato a lei. Infatti anche Maia era vergine, ma con tutto ciò, come tutte le Grandi Madri, faceva sesso e pure figli, infatti Mercurio fu partorito da lei. Anticamente la verginità non indicava uno stato fisico ma uno stato mentale. La Vergine era colei che non aveva marito e pertanto era libera di andare con chi volesse, tanto è vero che la vergine in senso fisico veniva chiamata la "Virgo intacta" Come attributi la Dea aveva il maggiociondolo, la torcia infuocata, la cornucopia, i vulcani.

NOMI DI MAIA: Mara, Maiesta, Mammona (divenuta un diavolo nel cattolicesimo). Mamma Mammosa - la natura visibile Mamma Mammona - la natura invisibile, ovvero l'energia divina che la governa.

La Dea Maia (in greco antico Μαῖα) è un personaggio della mitologia greca ed una delle Pleiadi e figlia di Atlante e di Pleione ed è la madre del dio Ermes. Maia è la primogenita delle sette Pleiadi.

FESTA DI MAIA - LE MAIAE

Si trattava soprattutto di una festa dei campi, in cui si festeggiavano i germogli del prossimo raccolto e il vino dell'anno passato. Alla Dea si scarificavano in tempi più remoti le primizie, in seguito il rito divenne cruento e si sacrificò la femmina gravida del maiale, simbolo della primavera e di tutto ciò che fiorisce e produce, per le donne divenne un augurio di fertilità.

La festa veniva preparata molti giorni prima, con canti, danze, banchetti e musica, dove gli schiavi ma pure i poeti locali venivano invitati ad esprimersi per onorare la Dea che presenziava alle feste sotto forma di statua, a volte lignea, in quanto divinità molto antica. Di questa tradizione diversi costumi festivi sono sopravvissuti anche oggi. In Italia infatti è detta spesso Calendimaggio (Calende di maggio che cadevano o si facevano cadere il primo di maggio) o Cantar Maggio, una festa stagionale che festeggia l'arrivo della primavera.

Non è un caso che Mercurio sia anche uno psicopompo, cioè un traghettatore di anime nell'aldilà. Il figlio assolveva un compito che apparteneva alla madre. In qualità di Dea Madre, Maia infatti era Dea triplice, governando nel cielo (come luna), sulla terra (tramite la produzione delle piante e dei campi coltivati) e negli Inferi (come Dea dei morti).

DA MAIA A MADONNA 

"Il maggio delle rose e della Madonna ha origine medievali, quando, nel tentativo di cristianizzare le feste pagane in onore della natura e della Dea Maia si pensò che alla - Madonna, la creatura più Alta, si potevano unire insieme i temi della natura e della Santa Vergine. Secondo lo storico medievale Cardini la pratica delle prime devozioni risale “al secolo XVI quando si cominciò a reagire allo spirito rinascimentale giudicato troppo paganeggiante: sicchè il mese di maggio assunse anche carattere riparatore.”

Il che conferma che nelle campagne fino al XVI sec. si adorassero ancora gli antichi Dei coi vecchi rituali, non per nulla la Chiesa pose sul rogo circa un numero spropositato di streghe, perchè il paganesimo era reputato stregoneria o diavoleria. A Roma il mese di maggio era dedicato alla Dea Maia e sempre a lei erano dedicate anche le rose. Maggio pertanto viene da Maia, antica Dea italica preromana e poi romana.

Il sacrificio della scrofa era una particolarità dei sacrifici dedicati alla Madre Terra, per cui necessariamente la Dea Maia era una Madre Terra e una Grande Madre, molto potente e molto seguita in tempi arcaici. Dopo aver sacrificato l'animale, questo veniva cotto e mangiato, rito importantissimo delle campagne, dove il maiale salato e aromatizzato poteva costituire un alimento pronto per tutto l'anno. In questa occasione si donavano parti dei maiali sacrificati a coloro che avevano avuto diverse traversie o un raccolto più sfortunato, il che rafforzava non poco i legami dei paesi nelle campagne.

Naturalmente il rito era molto più seguito nelle campagne che nelle città, tuttavia era anche uso che i nobili romani che possedessero ville rustiche fuori dell'Urbe, si recassero appunto nelle ville sia per controllare gli schiavi che vi lavoravano sia per festeggiare degnamente le Maiae.

Si tratta di una celebrazione che risale a popoli dell'antichità molto integrati con i ritmi della natura, come si è appurato tra i popoli celti, etruschi, bruzi, sanniti e liguri. Ma sicuramente investiva un po' tutto il suolo italico, romano e preromano.

Essendo un rito antico si protraeva fino a notte inoltrata favorendo gli accoppiamenti amorosi e non. Le donne, come le tavole imbandite, erano ornate dai tralci del maggiociondolo. Il fatto che la Dea aveva come attributo la torcia faceva si che il rito si protraesse fino a notte, grazie ai fuochi che si accendevano per l'occasione nelle campagne. 

Qui le donne sposate che volevano avere figli si preparavano una specie di giaciglio fatto con rami di ontano e inghirlandate col maggiociondolo facevano sesso coi propri mariti dopo aver recitato le opportune preghiere. Tuttavia la festa aveva un carattere molto licenzioso e magari anche gli sposati amavano cambiare partner e concedersi qualche scappatella con la benedizione della Dea.


LE MAIAE OGGI - LA DEA SUL MONTE DELLA MAIELLA Il monte abruzzese della Maiella prende il suo nome dalla Dea e vi fiorì la leggenda delle gigantesche “maiellane”, le mitiche donne guerriere adornate di orecchini a grandi cerchi e vistose collane, che, in tempi assai remoti, lottavano, indomite, per difendere la loro indipendenza. La leggenda si rifà ad epoche antichissime in cui le donne lottavano e combattevano, se necessario, come gli uomini. Basta ricordare le amazzoni che dominarono l'europa orientale e parte dell'Asia. Non a caso, su una cresta della Maiella, sorse l'Abbazia di Santa Maria dell’Avella, edificata prima del X° secolo, dove sicuramente un tempo era dedicato alla Dea. Inoltre il I maggio si festeggia in Abruzzo la “Madonna della Mazza” e i pretoresi ascendono in pellegrinaggio la Maiella, per prelevare la statua dal tempio e trasferirla nella parrocchia di Pretoro, dove resta per solenni onoranze sino alla fine di Giugno. Ciò fa pensare a un'antica festa di Maia, il cui santuario doveva elevarsi sul monte, dove si svolgevano processioni e rituali, soprattutto durante le Maiaie.

Tra l'altro sempre in Abruzzo c'è la leggenda della ninfa Maia, figlia di Atlante che fuggì sul monte per salvare il figlio ferito che tuttavia morì e lì fu sepolto con infinito cordoglio della madre. E' evidente la riedizione del mito del figlio-vegetazione che muore ogni anno per risorgere l'anno successivo. Mito ripreso poi dalla Chiesa cattolica col Cristo morto e risorto