Il metodo scolastico in Giappone



In Giappone l’istruzione è gratuita e obbligatoria dai 6 agli 11 anni. L’alfabetizzazione supera il 99%,questo, a discapito della fama della lingua giapponese, considerata molto difficile da imparare. I ragazzi giapponesi non sempre frequentano scuole vicino casa, considerate magari “Meno buone”, in quanto è diffusa la convinzione per cui uno studente che frequenti un buon liceo abbia la possibilità di entrare in una buona università, che porterà in seguito a facilitare la ricerca di un buon lavoro.

Gli studenti giapponesi chiamano il loro sistema scolastico “Shikenjigoku”, ossia “Inferno degli esami”. Rispetto all’Italia, in Giappone risulta, per gli studenti, molto più difficile entrare a far parte di un’università; infatti, essi devono affrontare più prove scritte che orali.

Nella maggior parte dei casi è proprio questo il motivo per il quale lo studio può causare stress e ansia, poiché gli studenti impegneranno più ore a studiare sui libri, avendo così meno tempo libero per divertirsi o praticare attività sportive.

Possiamo così dedurre che il sistema scolastico giapponese vuole educare gli studenti a essere efficienti. A mio avviso, bisogna studiare costantemente, ma occorre anche lasciare più libertà e creatività agli studenti, proprio come succede in Svezia, che, al contrario del Giappone, non possiede un sistema scolastico rigido; infatti, lì non svolgono compiti a casa; hanno orari ridotti in modo tale che possano praticare altre attività sportive o ludiche con gli amici. Quindi, come dimostra il modello scolastico svedese: per essere efficienti non ci vuole un metodo severo, con regole “Militari”, basta abbinare lo studio, con momenti di sano divertimento e un pizzico di creatività. Del resto, il significato latino del termine "Studium" è: passione, divertimento, piacere di migliorarsi, attraverso le letture e le conoscenze scientifiche, abbinando le attività che danno benessere fisico e mentale. "Mens sana, in corpore sano"!


Vincenzo Prestia

Classe III A