C’è un posticino in O’Connel Street dove fanno un cappuccino di quelli che ti lascia la schiuma sui baffi e, questa mattina, ho un desiderio forte di una prima colazione come quella del bar sotto casa. La giusta carica per iniziare quest’ultimo giorno di corso che, a giudicare dalle premesse e dalle promesse, temo richieda un incremento di impegno, almeno sul piano emotivo.
ATTIVITÀ DEL CORSO
Jackie consegna ad ogni corsista una scheda con una consegna articolata: scegliere un oggetto fotografato ieri alla al Chester Beatty e rispondere a tre domande:
Che cosa vedi?
Che cosa pensi?
Che cosa ti chiedi?
La premessa, che pone in evidenza lo scopo dell’attività, è chiara: fornire degli strumenti che consentano agli studenti di ampliare gli orizzonti e maturare quel senso critico che non si ferma alla pura visione della realtà ma che trova nell’osservazione scientifica e nella creatività della fantasia sempre nuovi concetti.
Non so se per un caso o per delle strane sinapsi del mio cervello, ho avuto la sensazione che la forma della saponetta fosse il leitmotiv della giornata di ieri e me ne sono accorto andando a recuperare la fotografia di una tavoletta babilonese incisa con caratteri cuneiformi. Ditemi voi se non sembra una saponetta!
Ora viene il bello! La risposta alle tre domande non si deve scrivere sulla scheda, bensì bisogna creare un video attraverso una bellissima app, per PC e smarphone, che si chiama Flip (lo trovi qui), una piattaforma di discussione video gratuita. Detto semplicemente, un docente prepara un gruppo di discussione e ogni partecipante è invitato a esprimersi attraverso un video. Vi lascio solo immaginare l’imbarazzo - a quanto pare generalizzato - nel dover riprendere se stessi e per giunta parlando in inglese. Dopo qualche momento di esitazione e di indecisione, ognuno si è riservato un angolo del giardino e , come degli influencer alle prime armi, ci siamo buttati anche in questa, almeno per me, nuova esperienza.
Purtroppo il video sulla mia "saponetta babilonese" sta sulla piattaforma di Jackie e, se mai lo metterà in condivisione, sarò lietissimo (bugia!) di sottoporlo al pubblico ludibrio.
Ultima attività odierna: “Le cose che metterò in valigia…”.
Con una serie di materiali (matite, pastelli, pennarelli, post-it, fogli e lettere adesivi, colla ecc.), si deve creare una sorta di valigia partendo da un cartoncino marrone sul quale comporre, col massimo della libertà creativa, il contenuto della valigia. La mostrerei volentieri se non costituisse l’unica parte riservata di tutto il lavoro svolto durante questa settimana. Dico solo che gli elementi grafici presenti dovrebbero soddisfare queste quattro richieste:
1. Progressi fatti e nuovi obiettivi raggiunti
2. Qualcosa che ho imparato su Dublino
3. Un ricordo che porto a casa
4. Una cosa che proverò a fare
Chi ha letto in questi giorni i miei modesti resoconti, credo non faccia fatica a immaginare quale impronta io abbia dato a quella composizione “artistica”.
Sono le 12:30 ed è giunto il momento di riordinare l’aula, in attesa della solenne consegna degli attestati. In realtà, Jackie ha scelto una linea sobria, dimostrando di aver capito com’è fatta la maggior parte di noi corsisti. Ci concediamo soltanto il vezzo di un sottofondo musicale: il famoso Pomp and Circumstance di Edward Elgar. E via che si parte con le foto di rito. Qualcuno deve partire subito, mentre con gli altri ci si trova domani per la gita a Glendalough e Russborough House.
ATTIVITÀ CULTURALI … in solitaria
A Dublino no ti puoi permettere di presentarti all’ingresso di un museo i chiedere di poter acquistare un biglietto per la visita: le prenotazioni e i pagamenti avvengono solo online. Ne ho certezza perché (non dico quando e non dico dove) mi è capitato di percorrere chilometri a piedi e sentirmi dire You have to book online. In realtà succede a quelli come me che amano, talvolta, andare un po’ alla sperindio.
Fatto il mio bel bookin on line, oggi alle 15 entro finalmente nel Trinity College di Dublino per la visita al Book of Kells e alla Library. Del primo non si vedono che le riproduzioni digitali delle pagine più significative, comunque di indubbio interesse e bellezza; della Library non si può che descriverne l’incanto, immersi in quel profumo di sapienza e di storia che solo l’olfatto dell’anima può percepire. Qualcuno, con uno slancio spirituale un po’ più prosaico e fantastico, ci vede vagare Harry Potter…
Per oggi finisce qui…forse!