L'articolo approfondisce il tema dell'alta conflittualità genitoriale presentando i risultati di una ricerca che ha coinvolto 41 genitori in interviste riguardanti le quotidiane pratiche genitoriali e rappresentazioni di genitorialità. Tra i numerosi temi emersi, al tempo viene assegnato un ruolo centrale nel processo di riposizionamento successivo alla fase separativa. Questo viene rappresentato come frammentato e conteso e offre una chiave di lettura utile anche per comprendere come i genitori si posizionino rispetto ai discorsi dominanti sulla genitorialità.
In this article we present some reflections from a research exploring how mothers and fathers in situations of uncertainty and difficulty, such as highly conflictual divorces, represent the transformations of parenting practices. The approach of looking at families in terms of practices inspired by Morgan’s work paves the way for the study of relational experiences far from the dominant family stereotypes. Moreover, looking at the everyday experiences in these situations allows insights of common sense on «making and displaying family». Contrary to the descriptions of literature and common sense, from our study we can see in parents’ account the effort to show the paramountcy of children in daily practices. We discuss here three issues that emerged as central to the stories. The first one consists of the gender element, which qualifies as central due both to some clear differences in parenting narratives of mothers and fathers and to the complexities of reciprocal representations (also linked to the setting of Law 54/2006) on which to negotiate and build a new way of «family making». The second theme concerns time in everyday life, a central aspect for the construction of the parental relationship, which is perceived as fragmented and often as one of the main sources of conflict. The third theme concerns the perception of a change, sometimes forced, in one’s identity and parental role, which must be radically redefined after separation.
A partire da uno studio preliminare e da alcune interviste del progetto di ricerca “Constructions of Parenting on Insecure Grounds” (CoPInG), abbiamo cercato di esplorare come le dimensioni di genere possano influire sulle rappresentazioni degli assistenti sociali che lavorano con genitori coinvolti in situazioni di “alta conflittualità” nel ruolo di supporto alla gestione condivisa della genitorialità.
La situazione di alta conflittualità nelle separazioni e divorzi pone sfide forti a tutti i soggetti coinvolti e a coloro che a titolo diverso sono chiamati a intervenire ed aiutare i genitori. Molte ricerche hanno studiato l’impatto pesante dei conflitti sui figli o hanno investigato le variabili che influiscono sul conflitto. Meno esplorata è la questione da una parte di come i genitori affrontano la quotidianità dell’educazione dei figli nel contesto delle tempeste relazionali in cui sono coinvolti, dall’altra di come gli operatori sociali entrano in comunicazione con questa esperienza. La riflessione che presentiamo apre la questione della necessità di colmare questo vuoto: di comprendere i problemi, ma anche la pedagogia ‘laica’ dei genitori che attraversano una separazione conflittuale e studiare come i professionisti si rapportano con queste dimensioni. Una conoscenza sistematica della prospettiva dei soggetti, sia dei genitori sia degli operatori e in particolare degli assistenti sociali che intervengono in questo ambito, è mirata a dare un contributo allo sviluppo di interventi che siano più inclusivi e che supportino le strategie risolutive delle persone.
A partire dallo studio preliminare del progetto di ricerca "Construction of Parenting on Insecure Ground" (Coping), le autrici hanno cercato di esplorare come le dimensioni di genere possano influire sulle rappresentazioni dei/delle professionisti/e che lavorano con genitori coinvolti in situazioni di "alta conflittualità" nel ruolo di supporto alla gestione condivisa della genitorialità.