Migrazioni forzate

Data la sua posizione geografica, la Calabria è sempre stata centrale rispetto ai flussi migratori, sia come punto di approdo di percorsi formali e informali di attraversamento del Mediterraneo, che rispetto all’implementazione - talvolta anche all’ideazione e alla sollecitazione - di sistemi di accoglienza.

Questa centralità ha, in questi anni, sollecitato ed aperto da un lato a studi e percorsi di ricerca nazionali e internazionali nell’ambito di diverse discipline all’interno del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria e, dall’altro, ha concretamente dato la possibilità di sperimentare e sviluppare nei territori quelle “buone pratiche” che hanno dato forma e consistenza al sistema nazionale di accoglienza.

All’interno del progetto nazionale “Constructions of Parenting on Insecure Grounds: what Role for Social Work?” CoPInG di durata triennale (2019 – 2022), l’Unità Locale di Ricerca dell’Università della Calabria si occupa, conseguentemente, del tema delle rappresentazioni di genitorialità in contesti di migrazione forzata, ponendo quindi particolare attenzione alle famiglie di rifugiati e richiedenti asilo.

La letteratura e le ricerche disponibili sui temi della genitorialità delle famiglie migranti, rifugiati e richiedenti asilo, evidenziano come, mentre tutte le famiglie affrontano delle sfide nel proprio ciclo di vita, le famiglie migranti possono sperimentare un aggravamento delle difficoltà dovute alla perdita del sostegno offerto dalle proprie reti sociali, agli adeguamenti resi necessari da un nuovo contesto culturale, alle esperienze di discriminazione, al declino dello status economico e sociale, al ridotto accesso ai servizi sociali e sanitari.

L’unità di ricerca del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria è composta da Alessandro Sicora (responsabile scientifico), Antonio Samà, Anna Elia, Franca Garreffa, Francesca Falcone, Giorgio Marcello, Giovanna Vingelli, Sabina Licursi e Valentina Fedele. Garreffa, Marcello, Vingelli e Licursi collaboreranno quali interfacce locali con le tre unità di ricerca del progetto presso le università di Trento, Trieste e Bolzano, mente gli altri componenti dell’unità presso l’Unical, supportati da componenti delle tre università sopra elencate e attraverso il pieno coinvolgimento di stakeholder, pubblici e privati, locali, regionali e nazionali impegnati nella progettazione e nell’erogazione dei servizi per famiglie in condizione di migrazione forzata, svilupperanno un percorso di ricerca che ha l’obiettivo di esplorare e comprendere, attraverso le narrazioni e le riflessioni dei genitori in situazione di migrazione forzata, le relative rappresentazioni della genitorialità e delle pratiche genitoriali. L’esplorazione delle rappresentazioni della genitorialità che hanno gli assistenti sociali completerà il quadro. Accanto a questo, particolarmente importante sarà anche comprendere le esperienze di sostegno e di supporto alla genitorialità da parte dei servizi sociali, ovvero quali sono i servizi e gli interventi attivi, o che possono essere attivati, per sostenere le capacità genitoriali di queste famiglie.

Dal punto di vista metodologico, la ricerca si colloca all’interno del paradigma della grounded theory, prediligendo l’intervista biografica che permetterà di portare alla luce il “mondo dell’intervistato” nel rispetto del suo orizzonte di senso.

La fase della raccolta dati riguarderà 50 genitori di famiglie di rifugiati e richiedenti asilo e 15 assistenti sociali.

I risultati attesi da questa Unità Locale sono il contributo a un rapporto di ricerca, ad articoli scientifici in riviste scientifiche, a un volume collettivo che connetta e discuta i risultati di tutte le unità di ricerca coinvolte nel progetto, a seminari e conferenze sul tema, e la diretta responsabilità per la produzione di un manuale per i professionisti che lavorano con le famiglie.