La Società Geografica Italiana: uno studio sull’evoluzione del discorso geografico
dal colonialismo al momento attuale
(titolo provvisorio)
ABSTRACT
Il progetto di ricerca, conciliando elementi teorici con un’analisi empirica, si pone l’obiettivo di esaminare criticamente l’evoluzione del contributo scientifico e comunicativo della Società Geografica Italiana (SGI) dall’epoca della legittimazione coloniale al momento attuale. Questo obiettivo viene perseguito attraverso la costruzione di un’archeologia del sapere geografico e l’analisi del patrimonio documentale, archivistico, cartografico e iconografico della SGI. Lo studio, condotto in collaborazione con la SGI, prende in esame il discorso geografico che emerge dalle attività della SGI nella prospettiva della pace e della convivenza tra popoli e culture. La tesi di fondo è che la geografia possa fornire strumenti di conoscenza del mondo utili per la costruzione della pace. La SGI, una volta punta di lancia del colonialismo italiano, si mostra oggi indirizzata a obiettivi di progresso del sapere, diffusione del pensiero geografico e internazionalizzazione in una prospettiva critica e consapevole, distante dalla postura di un tempo, impegnata nella promozione della pace e della pacifica convivenza tra popoli e culture in un’ottica che appare essere – ma la verifica di ciò è tra gli obiettivi del lavoro – cosmopolita.
Parole chiave: Società Geografica Italiana, Geografia, Discorso geografico, Colonialismo, Cosmopolitismo, Pace.
L'ORIENTAMENTO ALLA PACE DEL PROGETTO
Il progetto di ricerca si propone di interrogare criticamente l’evoluzione del contributo scientifico e comunicativo della Società Geografica Italiana (SGI) dall’epoca della legittimazione coloniale alla critica cosmopolita dei giorni nostri. Questo obiettivo viene perseguito con l'intento di esplorare il potenziale della geografia come strumento di pace, di dialogo interculturale e di riconciliazione tra i popoli. L'orientamento alla pace del progetto si concretizza attraverso un esercizio di memoria critica e di riflessione consapevole. Analizzando il patrimonio documentale, archivistico (carteggi, corrispondenze, comunicazioni sociali), cartografico (mappe) e iconografico (segni e simboli) della SGI, la ricerca intende costruire un’archeologia del sapere geografico e mettere in luce non solo il discorso geografico dell'epoca coloniale basato sulle logiche del dominio e del potere, della superiorità della razza bianca e della civiltà occidentale in una geografia che è, ma anche le possibilità, aperte oggi, di un pensiero geografico consapevole, capace di promuovere relazioni di pace e di convivenza in geografie che non sono immutabili ma che si evolvono nel tempo e nello spazio. L'analisi critica del passato coloniale della SGI è un atto concreto orientato alla pace. Riconoscere il passato, interrogandolo e sviluppando processi di auto-riflessione in una prospettiva critica, è parte integrante di questo processo di cambiamento orientato alla promozione della pace. La geografia come strumento per il commercio e per la guerra nelle mani degli imperi europei, di disciplina e di controllo delle popolazioni nazionali può, oggi, essere interrogata e utilizzata come discorso per avvicinare, mettere in relazione e valorizzare le differenze. La geografia, in altre parole, può essere produttrice di altri mondi. Questo processo di analisi critica si inserisce in un contesto in cui il discorso geografico che emerge dalle attività della SGI si mostra consapevole delle proprie radici storiche e dell'ambiguità del proprio passato. In questa prospettiva, lo studio dell'evoluzione del discorso geografico della SGI si configura come un contributo alla costruzione di un sapere geografico che, lungi dall'essere neutro, può oggi essere utilizzato per decostruire rappresentazioni del mondo assunte come oggettivamente esistenti, decolonizzare gli immaginari geografici e promuovere una visione cosmopolita per la convivenza dei popoli e delle culture.
METODOLOGIA ED ELEMENTI DI ORIGINALITÀ
Il presente progetto di ricerca concilia elementi teorici con un’analisi empirica. Nella conduzione di questa ricerca, metodologie come l’analisi semantica, l’analisi del discorso (Foucault 1977, 1994, 2004) e la metodologia visuale (Rose 2016; Bignante 2011) si intrecciano come approcci complementari. Le prime due metodologie, quella semantica e discorsiva, sono di natura teorica e concernono l'analisi dei dispositivi discorsivi attraverso cui la conoscenza geografica è stata storicamente prodotta da chi possedeva il potere di produrla, e la SGI era alle origini un'istituzione costituita proprio per possedere il potere di produrre il sapere geografico per classe dirigente del nuovo Regno d'Italia e per la neonata popolazioni italiana. La terza metodologia, la ricerca visuale, è invece di natura empirica e permette di analizzare materialmente come queste logiche di potere si siano tradotte, per riprendere la tripartizione della spazio realizzata da Henri Lefebvre (2018), in rappresentazioni dello spazio (mappe, rappresentazioni, simboli), in spazi della rappresentazione (le modalità attraverso cui gli essere umani vivono le relazioni sociali nello spazio) e in spazio materiale (la rappresentazione come produttore di spazio fisico). Queste metodologie, prese insieme, possono essere impiegate con il fine di interrogare criticamente i rapporti tra sapere geografico, potere e rappresentazioni prodotte nella storia dalla SGI e oggi conservate nella biblioteca e negli archivi della SGI.
L'impiego di questi approcci, inquadrati nella cornice della geografia politica, degli studi di geografia post- e decoloniale, non solo si rivela funzionale alla ricostruzione diacronica dell'evoluzione del discorso geografico della SGI, ma anche allo sviluppo di spazi di critica, di interrogazione, ripensamento e apertura a nuove narrazioni geografiche, orientate alla pace, alla convivenza e al dialogo tra popoli e culture. L'analisi delle fonti, a partire dalle comunicazioni sociali, dagli articoli pubblicati nel Bollettino della Società Geografica Italiana, dalle Memorie Geografiche della Società Geografica Italiana, dagli Atti dei convegni e dal patrimonio archivistico più in generale, permetterà di identificare i passaggi storico nell’evoluzione del discorso geografico della SGI e gli orientamenti politici e culturali prevalenti nelle diverse fasi storiche della SGI (le origini, il periodo fascista, la Guerra fredda e l'oggi), se imperialisti e colonialisti, nazionalisti o, in alcuni casi, ispirati alla convivenza pacifica tra popoli e culture. Questo studio consentirà di mettere in luce le trasformazioni e le discontinuità – contemporaneamente oggetto e strumento della ricerca sosteneva Michel Foucault (1994) – che hanno reso possibile oggi, nella SGI, la costruzione di un sapere geografico più consapevole e responsabile.
Gli elementi di originalità che caratterizzano il presente progetto risiedono proprio negli obiettivi che questa ricerca si è preposta di raggiungere: spostare l'attenzione dalla ricostruzione storico-istituzionale delle vicende interne ed esterne della SGI, al centro della letteratura esistente (si veda lo stato dell'arte), verso un'indagine critica del potere discorsivo e di cambiamento in una prospettiva di pace della SGI. Il progetto, quindi, intende mettere in evidenza come la SGI, da luogo di produzione di un sapere geografico funzionale al potere coloniale e nazionale, possa oggi essere interrogata come un laboratorio di memoria critica per una geografia attiva orientata alla pace.
Avvertenza: queste vignette sono pensate per ricostruire con ironia - e con le ovvie conseguenti forzature - l'oggetto della mia ricerca.
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Abstract, parole chiave, orientamento alla pace del progetto, metodologia ed elementi di originalità, focus tematico I e stato dell'arte
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