Richie hawtin, conosciuto anche come Plastikman ( Banbury, 4 giugno 1970 )
Nato a Banbury, Oxfordshire, Inghilterra, emigrò con la sua famiglia quando aveva nove anni a Windsor, Ontario(Canada), dove suo padre Mick lavorava come tecnico dei robot per la General Motors (la madre, Brenda, lavorava nel settore immobiliare). Suo fratello Matthew, condivide il complesso di Windsor un ex stazione dei pompieri diventato studio, con Richie, ed è un artista visivo. Verso i15 anni Richie inizia a frequentare il mondo del clubbing e inizia ad attraversare il confine per andare in discoteca a Detroit. All'età di 17 anni era già DJing al The Shelter, un club buio seminterrato dove inizia a mixare musica house e techno con l'industrial music di Nitzer Ebb e Front 242. Ottiene cosi il suo primo show su 96.3FM -una stazione di Detroit attiva verso la fine degli anni '80 guidata da un dj radiofonico chiamato The Wizard, ora meglio conosciuto come Jeff Mills. Inizialmente da teenager Richie subisce l'influenza dei ritmi Breakdance ed electro per poi subire un bellissimo e radicale fascino da parte della macchina musicale della Detroit techno guidata da pionieri del calibro di Juan Atkins, Derrick May and Kevin Saunderson, che serviranno a plasmare la sua futura carriera. Nel 1989 fonda insieme a john Acquaviva Plus 8 Records con l'inteno di rilasciare i suoi brani e spingere nuovi artisti emergenti sulla scena musicale. Ma l'accoglienza iniziale è tutt'altro che positiva da parte dell' affiatata scena techno di Detroit, mostrandosi fredda nei confronti dei due canadesi rinnegati. Ma ormai l'ambiente di Detroit stava cambiando e gli artisti della prima generazione techno avevano lasciato per seguire il loro percorso all'estero cosi Richie con Plus 8 ha iniziato a raccogliere slancio proponendo un catalogo sempre più ricco e vario di artisti come Speedy J, Dan Bell and Kenny Larkin. Attraverso quest avanguardia techno, Plus 8 entra a muso duro nella scena techno tradizionale, rompendo con la prima generazione di Detroit, segnando la seconda ondata di techno, che aveva messo tutto il focus back su Detroit per fare una musica con nuovo sound che però traeva ispirazione dalla scuola tradizionale. David, kevin e Juan, avevano esportato un nuovo stile in tutto il mondo, entrando nella scena mondiale come un onda che ha smosso l'intero panorama techno e Plus 8 è stata la prima etichetta ad elaborare e sentire i rimbalzi delle loro increspature. Nel 1993 il nome di Richie hawtin era diventato leggendario dalle parti di Detroit, i sui intensi sforzi musicali si perdono in freaky dancing club allìinterno di atmosfere buie di magazzini trasformati da teli nere che coprivano le parate per creare un maggior senso di disorientamento. Ispiarato da queste ambientazioni Hawtin elabora un ulteriore stadio di evoluzione in fase techno e crea un alterego virtuale alias Plastikman. Una specie di gremlin rosso e nero tatuato sul suo avanbraccio. In questa ottica non voleva pubblicare solo qualche brano e cosi creò un intero album con l'intento di inghiottire l'energia concentrata di quell'ambiente techno e rielaborala per creare qualche cosa di nuovo. Il risultato fu l'album "Sheet One" registrato in un rollercoaster di 48 ore di sessione in studio, rilasciato per NovaMute nei primi mesi del 1993 e seguito dal brillante "Spastik" un singolo registrato tre settimane più tardi dopo una lunga notte in collaborazione con Derrick May. Richie hawtin era già abituato a cambiare identità come una spia cambia continuamente ruolo, già nel 1992 aveva pubblicato l'album "Dimension Intrusion" sotto lo pseudonimo FUSE che aveva avuto un ruolo chiave per l'etichetta Warp rivoluzionando l'intelligenza artificiale del techno sound. Richie ricorda di come i suoi amici allestivano i club underground con creature di plastilina e da qui l'idea di plasikman che rendeva tutto viscoso, flessibile e mobile. Plastikman perciò non era solo un suo alterego intelligente ma è stato anche un mettersi alla prova per Richie. il suono andava diventanto gommoso e sempre più minimale, essenziale e le melodie d'acciaio davano una sensazione di inquietudine. Il suo primo album "Sheet one" mette in risalto Hawtin per alcuni commenti critici che considerano la musica prodotta come una droga musicale paragonabile all' LSD definendolo un free sheet of fake acid tabs. Hawtin iniziò un tour con il nome Plastikman (che ancora oggi si presenta in determinate occasioni), riscuotendo fin da subito un enerme successo e l'approvazione di questo nuovo sound "plastico". Nel 1994 il secondo album pubblicato da NovaMute "Musik" lascia filtrare un pò di calore umano all'interno dei ritmi sferraglianti di Plastikman, nonostante questo la ninna nanna robot di chiusura "Lasttrak" riporta il sound, se possibile, ad un livello ancora più sconfortante. Proprio in questo momento in cui il piccolo gremlin Plastikman stava diventando un fenomeno a livello internazionale, intervengono i funzionari dell'immigrazione Americana contestando a Hawtin di lavorare illeggalmente sul suolo americano e per questo gli verrà impedito l'ingresso negli USA per 18 mesi. Quest' esperienza viene ricordata da Richie come devastante. Aveva costruito la sua carriera a Detroit e li aveva lasciato la ragazza gli amici e la sua ispirazione musicale che era strettamente legata a quell'ambiente. In questo periodo ripensa il sound techno e cerca di capire fino a che punto può trovare una nuova ispirazione. Ricominciò da Windsor dove tornò in studio per reinventare e cercare nuove strade, oggi ripensando a quel periodo Richie dice: " Quello che è successo è stato il giorno peggiore della mia vita, ma è stata una delle cose migliori". Il prossimo lavoro che attendeva Plastikman era un nuovo progetto "Klinik", ma anche se cercava di seguire i records up precedenti sentiva una pressione molto forte sul risultato e questo lo portava ad uno stato depressivo che lo bloccava in studio, cosi Hawtin si è posto una nuova sfida e gli ha dato una scadenza. Ha messo se stesso sotto un elevata pressione, rilasciando un serie di EP chiamati"concept" in base ai mesi dell' anno. Ogni release era composto da due brani creati nello stesso mese e con la stessa temp-late of sounds. Questa ferrea disciplina di produrre 24 brani in 12 mesi ha ricablato i circuiti creativi permettendo di progredire nella sua ricerca verso un nuovo stile aperto ad un nuovo pubblico più vicino all'ambiente spaziale che stava cercando. Questo è stato il suo punto di partenza per l'ultimo album di Plastikman "Consumed" nel quale il gremlin rosso nero viene sostituito dallo sfondo scuro in stile arte astratta e da ritmi tesi con fasce di bassi e molodici. Rilasciato da NovaMute nel 1998 è stato molto apprezzato in paesi come la Francia dove gli artisti concettuali sono tradizionalmente celebrati. "Consumed" ha consacrato Hawtin ad un nuovo status, ormai non era più soltanto una star della techno internazionale ma era diventato anche un artista contemporaneo. Gli è stato chiesto di dare un contributo alla mosra francese "Millenium" che voleva celebrare le diverse idee della bellezza, e Hawtin ha contribuito pesentando un installazione basata su clicks, hisses and pops of vinyl, un suono bellissimo per la sua generazione. La mostra inoltre era caratterizzatata dal lavoro di uno scultore di fama mondiale, Anish Kapoor, di cui Hawtin era fan. Infatti la copertina di "Consumed" era stata ispirata dai lavori di Kapoor, seducenti, futuristici. Infatti la copertina fa eco al famoso obelisco dello scultore. Hawtin è stato anche ispirato dalle tele tristi viola del compianto Mark Rothko, che ora pendono nel Tate Modern di Londra.Nello stesso periodo le profonde riflessioni provocate dal periodo dell'esilio ispirano l'artista nella produzione di nuovo materiale introspettivo che andrà a formare il nuovo album "Artifakts" rilasciato poco dopo "Consumed"sempre prodotto come Plastikman. Dal 1999 al 2003 mette in secondo piano il progetto Plastikman per poi riemergere con l'Album "Closer" rilasciato nel 2003 dall'etichetta M_nus portando in evidenza per la prima volta pezzi vocali, ma restando comunque fedele allo sviluppo di quell'etica minimalista iniziata con "Sheet One". in concomitanda con l'uscita di questo album, Richie decide di far tornare il personaggio di Plastikman sul palco e lo ripropone ad un importante festival e nel Giugno 2004 Plastikman si esibisce live al Montreal Mutek festival mettendo in mostra un mondo tutto nuovo di possibilità audio e video. Artista,dj, concettualista e ambasciatore, più di chiunque altro nella moderna musica elettronica, Richie Hawtin ha costantemente dimostrato di essere un vero innovatore. Il one-man magnate dietro acclamati impronte Techno Plus 8 e Minus invia segnali in tutto il mondo dal suo quartier generale in una caserma dei pompieri vecchio stile a Windsor, Ontario - appena oltre il confine dalla città di Detroit. Il suo "Decks, EFX & 909" album uscito nel 1999 pubblicato da NovaMute ha ampliato il concetto di un album di DJ elaborando un mix oltre l'immaginazione. Nel 2001 viene rilasciato un nuovo e futuristico album ancora per NovaMute, intitolato " DE9: Closer To The Edit" è il suo primo mix album per la serie Mixmag live, che lo vedono utilizzare effetti aggiuntivi e drum machine, come era già accaduto nel 1993 con l'album "Decks, EFX & 909" con tagli laser inseriti nelle tracce riproposti ora in "DE9: Closer To The Edit" che vede Hawtin manipolare le sue migliori campionature, strappare e lacerare le tracce per lasciare solo un sinistro scheletro e ricostruire il tutto in una sorta di Frankestein robot. Il risultato e un album costituito dai migliori mix mai sentito prima. Hawtin descrive questo processo come unico "ho registrato, campionato, tagliato e assemblati in parallelo più di 100 brani nei loro componenti di base. Ho finito con più di 300 cicli, che vanno a diverse lunghezze. Ho iniziato a ricreare e reinterpretare ogni traccia e poi rimettere i pezzi di nuovo insieme, come se fosse un puzzle audio utilizzando gli effetti e le modifiche come da collante tra ogni pezzo ". Un classico come Carl Craig '4 My Peepz '(sotto la sua veste Paperclip People) respira dentro e fuori in meno di un minuto, come uno spirito solitario perso sul disco rigido. "Non mi piace fare mix CD, sono cose per gente pigra, quindi volevo fare qualcosa di diverso", dice Hawtin. "Alcune persone pensano che sia la stessa cosa con un po 'di equipaggiamento(in termini di effetti) extra - una drum machine e altri effetti - ma in vertà è una filosofia. "lo prendiamo e portiamo alle estreme conseguenze, in qualche parte che non è mai stato prima". Hawtin ritiene che il tutto il mondo del DJ è bloccato in un solco. Quindi, al di là di "DE9 ...", egli intende farsi promotore di un nuovo sistema DJ sviluppato in Olanda chiamato Final Scratch, con l'etichetta Plus 8 in partner con John Acquaviva. La dance e la musica elettronica sono il genere che più di tutti e basato sulla tecnologia, e osservando il mondo di questi generi nel campo della produzione aumenta la frustrazione di Hawtin, che vede questo genere dipendere da sistemi del controllo del suono risalenti al 19 secolo: il record grammofono. Anche se i DJ possono riprodurre i brani masterizzati su CD, il vinile governa ancora perché è più facile e istintivo da controllare. Final Scratch permette di collegare oltre al normale, due giradischi e un mixer-impostato ed inoltre ti permette di riprodurre i brani memorizzati su un computer portatile con un pezzo speciale di vinile come 'mouse', o il controller. È possibile accedere letteralmente a migliaia di tracce, e graffiare, tagliare, rallentare e mescolare come con dei dischi normali il tutto attraverso questo pezzo speciale di vinile. E 'a dir poco rivoluzionario. Come esprime Hawtin con entusiasmo: ". Ci si sente e si comporta come un disco normale" Ha già utilizzando Final Scratch per riprodurre i brani inediti di Josh Wink e Speedy J, e uno speciale re-edit di alcuni dei suoi classici. A questo punto Hawtin sta diventando più di un cult a livello di nome. Man mano che i generi progressive, house e trance svanivano nella mente dei clubber di tutto il mondo, un nuovo tipo di techno era in crescita e Hawtin era lì per rispondere alla chiamata, l'esecuzione di più di 500 esibizioni live tra il 2004 e il 2009, girando il globo decine di volte. Nonostante questo frenetico programma ha continuato a costruire un roster forte di artisti per la sua etichetta Minus(M_nus) allora in via di sviluppo, rilasciando oltre 90 record in quegli anni. In questi anni l'etichetta Minus ha conosciuto un sempre maggior successo ed ora e una delle più rispettate nel campo della musica elettronica. Il 2008 ha visto Hawtin continuare la sua progressione in avanti, introducendo molte delle idee sviluppate per lo spettacolo Plastikman Mutek nelle sue performance DJ e l'aggiunta di nuovi eventi su scala sempre più grandi. Celebrando il decimo anniversario di Minus, Richie ha invitato gli artisti dall'etichetta ad unirsi a lui sul palco per continuare lo sviluppo insieme durante una decina di tour, elaborando alla fine di questa esperienza un Album chiamato Contakt. Contakt è una combinazione di audio sincronizzato, grafica, e tecnologia di comunicazione, che ha creato un nuovo tipo di esperienza coinvolgente di tipo concerto multimediale. Il 2010 vedrà combinarsi la storia musicale di Hawtin e le sperimentazioni tecnologiche, per convergere e per consentire a Plastikman, ancora una volta, di riconfigurare il paesaggio futuristico musicale. Nel 2014 ritorna a vestire i panni del mitico Plastikman creando un album dalle sonorità futuristiche tipiche del suo alterego sempre alla ricerca di un sound portato all'inovazione. Con questi principi porta alla ribalta l'album EX presentato per il Sonar barcellona 2014.
Altri Alias piu o meno famosi di Hawtin: Circuit Breaker, From Within, Cybersonik, Concept1, Xenon, Hard Brothers, Jack Master, UP!, Final Exposure, Richard Michaels, ChromeRobotman, Spawn, LFOvsFUSE.
English Version:
Born in Banbury, Oxfordshire, England, on June 4th 1970 Hawtin emigrated with his family when he was nine to Windsor, Ontario, where his dad Mick still works as a robot technici¬an in the General Motors car factory (his mother, Brenda, is in real estate). Richie cheekily borrowed his dad’s persona for his house alias Robotman. His brother Matthew, who shares the Windsor fire station studio complex with Richie, is a visual artist. By 15 Richie was cree¬ping out of the house to cross the border and go clubbing in Detroit. By 17 he was DJing at The Shelter, a dark basement club where he mixed House and Techno with Industrial music by Nitzer Ebb and Front 242. He had his own show on Detroit’s 96.3FM – inspired by a late ‘80s Detroit radio DJ called The Wizard, now better known as Jeff Mills. As a teenager Hawtin, already into Breakdancing and Electro, was stirred by the radical¬ly beautiful machine music being fashioned by Detroit Techno pioneers like Juan Atkins, Derrick May and Kevin Saunderson. In 1989 he set up Plus 8 Records with John Acquaviva to release their own tracks and push new artists. They started running parties in Detroit. But far from welcoming them, the tight-knit Detroit Techno scene initially turned a cold shoulder on the two renegade Canadians. “It pissed a lot of people off because there wasn’t anyone else in the city doing it – it took someone from the outside to come in and say, ‘Look, wake up,’” Richie recalls. “These guys [May, Atkins and Saunderson] have left. They’re doing their thing overseas.”
Plus 8 began to gather momentum with a richly varied catalogue of hard-nosed, cutting edge Techno from artists like Speedy J, Dan Bell and Kenny Larkin. Along with the resur¬gence of Detroit’s confrontational Underground Resistance, this marked the second wave of Detroit Techno. “We all put the focus back on Detroit for a while, we didn’t want to make traditional Techno, we were inspired by traditional Techno. Derick, Kevin and Juan had sent these waves all over the world and we were the first to feel the rebounds of their ripples”.
By 1993 Richie Hawtin’s Detroit parties had become legendary intense affairs as freaky dancing clubbers lost themselves in strange, dark warehouses transformed into disorien¬tating warrens by walls of black plastic sheeting. Inspired by this, Hawtin elected to take Techno one stage further and develop his virtual Plastikman alter ego: a red and black gremlin that is tattooed on his forearm. He didn’t want a collection of tracks; he wanted to make an album that swallowed up the concentrated energy of those parties and spit it back out as something new. An album, “Sheet One” was recorded in a rollercoaster 48 hour studio session and released on novamute in early ‘93 and was soon followed by the brilliant ‘Spastik’, a single recorded three weeks later after a long night dancing to Derrick May. Hawtin was already shifting identities like a spy changing roles: his 1992 album “Dimension Intrusion”, under his Fuse alias, had played a key part in the Warp label’s groundbreaking “Artificial Intelligence” armchair-Techno series, but he wanted to reach further. He remem¬bered the strange shapes that his friends threw at those warehouse parties, the different creatures they almost became. “Like plasticine,” he says. “That was the whole idea of Plastikman, it was all very viscous and pliable and moveable.” Plastikman wasn’t just a clever alter ego – it was a role for you to try on too. The sound was rubbery and sparse; its moments of melodic steel arriving unnervingly. The first album, “Sheet One”, played up Hawtin’s reputation for LSD and was promoted with a free sheet of fake acid tabs.
Hawtin developed a Plastikman live show that still tours the world. Huge audiences at Glastonbury and Tribal Gathering twitched to its twittering insect rhythms, lost in a sound¬track far freakier than anything else those events had to offer. In 1994 the second album on novamute, “Musik”, let a little human warmth seep onto the clattering Plastikman rhythms, but despite its closing robot lullaby ‘Lasttrak’, it was, if anything, even more discomforting.
Just as the little Plastikman gremlin was becoming an international phenomenon, American immigration officials banned Hawtin from entering America for working illegally. He was barred from entering the States for 18 months. It was a devastating experience. “My girlfriend lived there and most of my experiences were in Detroit, my friends were there and all of my musical inspiration was there – and suddenly it was like, ‘See that building over there? You can see your inspiration, but you can’t go there.’” Now, typically, he believes the ban had its benefits. It was at this point the Chemicals Brothers and Underworld began to break out of the dance world and into a wider Rock arena. Hawtin now wonders whether he might have gone further down the stadium Techno route. Instead, grounded in Windsor, he went back to the studio to reinvent. “When that happened it was the worst day of my life,” he says now, “and it was one of the best things too.” The next Plastikman project, ‘Klinik’, wouldn’t come together. “I had tried to follow those records up but there were feelings of pressure at that point,” he says now. Stuck in the stu¬dio, depressed, Hawtin set himself a new challenge and gave it a deadline. He pressurised himself back into action, releasing a series of ‘Concept’ EPs based on the months of the year. Each release would feature two tracks recorded in one month only using a set temp¬late of sounds. They would be released and then forgotten. The discipline of producing 24 tracks in 12 months rewired the creative circuits. “It progressed me to a different audience, it progressed me with effects which came into my sets and it progressed me into more of this spatial environment I was trying to get to,” says Hawtin. It was the starting point for his last Plastikman album “Consumed”, which replaced the ang¬ry black and red gremlin with dark, abstract sleeve art and the tense rhythms with swathes of bass and melody. Released on novamute in 1998, it was acclaimed in countries like Fran¬ce – where conceptual artists are traditionally celebrated. “Consumed” elevated Hawtin to a new status, he was now not just an international Techno star, but a contemporary artist. Asked to contribute to a French Millennium Exhibition celebrating different ideas of beauty, Hawtin created a musical installation based around the clicks, hisses and pops of vinyl – a beautiful sound, he argued, to his generation. The exhibition also featured the work of world famous sculptor, Anish Kapoor, who Hawtin had long been a fan. In fact “Consumed”’s unique textures had been inspired by Kapoor’s beguiling, futuristic, curved shapes and the cover art echoed the sculptor’s famous obelisk. “I was walking around those sculptures and putting my head into some of them. They had like a sonic quality like chambers of nothing¬ness – and that’s exactly what I was trying to hear. Suddenly I was able to walk around a physical version of what I wanted to do musically.” Hawtin was also moved by the mournful purple washes of the late Mark Rothko, which now hang in London’s Tate Modern. Rothko’s work, says Hawtin, “is very, very subtle, just washes of texture. It kind of gave me a visual perspective of what I was trying to get out of my head, sonically. On a flat surface.” This is where Hawtin is at now. Constantly touring all over the world and keeping fans up¬dated on his world wide DJ travels via his website diaries; taking his dad out to dinner with John Peel (a big deal for his Peel–fan father especially now his son is a huge favourite of the radio DJ); pushing himself to his creative boundaries and taking Techno with him. Not just to the middle of the dancefloor, but also above it.
“The good Techno musicians enjoy having a good time, but can see beyond it,” Hawtin no¬tes. “It’s the closest to a contemporary art form.” With Jeff Mills providing an installation to the recent Sonar event in Barcelona, Germany’s Thomas Brinkmann moving from conceptu¬al art into conceptual Techno, and increasing connections between the two worlds. As Techno and art move closer together Hawtin sees it as a logical part of his constant reinvention. “It’s about setting a standard for yourself and progressing yourself. Showing people you can do something interesting that’s more than just dance music.”