A BANCHETTO CON LA TIGRE

La cucina di Sandokan

 

Il mondo di Salgari, esotico, intrigante, dipinto a tinte vivaci come quelle stampe della “Domenica del Corriere” che volevano mostrare ai lettori gli episodi eclatanti del momento, non è un mondo in cui si indulga molto ai piaceri della tavola. Nella sua Malesia ricca di profumi ci sono poche occasioni per banchettare, anche se i truci pirati sanno ricavare piacere da ogni momento di calma, consapevoli che potrebbe essere l’ultimo.

Se avete sete vi ha una scodella sempre ripiena di acqua limpida; se avete fame vi sono delle frutta e una dozzina di costolette di babirussa giovane che ho avuto la fortuna di sorprendere nel suo covo.

- Non domando di più, Giro Batoë; è anche troppo quando si ha fame e si sa di avere dei bracchi a due gambe alle calcagna. Accendi un po' di fuoco e arrostisci un pezzo di carne.

- Non avrete d'aspettare che si cucini, capitano, e frattanto sbarazzatemi, se vi piace, un po' di quelle frutta che occupano mezza abitazione. Troverete degli ananassi succolenti, delle patate che non avete mai gustato a Mompracem, delle frutta d'artocarpo d'inverosimile grossezza e delle noci di arecche che non domandano che di essere masticate. La mia dispensa è a vostra disposizione.

Il Malese, intanto che Sandokan poneva a profitto le parole di lui assaltando un cavolo palmista che non pesava meno di venti libbre, afferrò due pezzi di legno e si mise a fregarli l'un contro l'altro fino a trarre una fiamma colla quale accese le legne accumulate sul primitivo focolare.

 

Il Malese levò il babirussa dai carboni e lo presentò al capitano su di una gran foglia d'arecche, poi andò a frugare in un angolo della stanza, sollevò la terra colla punta del kriss, trasse una bottiglia a metà spezzata, ma ricoperta accuratamente da un pezzo di tela, e ritornò verso di lui guardandone il contenuto con occhio ardente.

- Dell'acquavite, mio capitano! - diss'egli deponendo la bottiglia dinanzi a lui. - Ho dovuto tanto lavorare per poterla guadagnare o meglio strappare agli indigeni, e la teneva nascosta come un liquido prezioso per rinforzarmi una volta preso il mare. Ora siamo due marinai, che non hanno bisogno di una sorsata per lottare contro le onde e contro i venti; potete vuotarla fino all'ultima goccia.

- Grazie, Giro Batoë, ma ne avrai la tua parte - rispose Sandokan che mangiava per due come un uomo che non è sicuro all'indomani di fare il medesimo pasto. - Orsù, devi avere fame dopo l'inseguimento che quasi ti costava o un braccio di meno o un sonno per tutta l'eternità. Siedi di fronte a me e fa gli onori della tua capanna. Se vuoi questa notte avere del coraggio per passare sotto il naso degli incrociatori e dinanzi la bocca dei loro cannoni, e della forza per manovrare al remo, se il vento ha la malaugurata idea di non soffiare, empi il tuo stomaco. Domani forse non ne avrai il tempo.[i]

 

Cibo dai nomi evocativi, pescati chissà dove, che fanno subito lontananza. Il babirussa, che è una specie di cinghiale con quattro zanne, gli ananas oggi così comuni, che allora dovevano essere sconosciuti quanto le noci di arecche (le noci di cocco?), il cavolo palmista (artocarpus o albero del pane?) e le patate dolci.

 

INSALATA CALDA DELLA GIUNGLA

2 banane platanos

1 cipolla

1 patata dolce

1 ananas

Arachidi sgusciate

Zenzero in polvere

Cumino macinato

Cannella in polvere

Succo di limone

Olio

Sale

Pepe rosa

 

Cuocere separatamente in una padella con olio le fettine di banana, la cipolla con un pizzico di cumino, la patata dolce con lo zenzero e l’ananas con la cannella finché non saranno caramellati. Regolare di sale, spruzzare di succo di limone, cospargere di pepe rosa e arachidi spezzettate e servire tiepida. Ottima per accompagnare una grigliata della giungla.

 

GRIGLIATA DELLA GIUNGLA

Costolette e braciole di maiale

1 tazza di passato di pomodoro

1 tazza di salsa di soia

1 pizzico di zenzero in polvere

2 cucchiai di zucchero di canna

 

Mescolare tutti gli ingredienti e marinare le costolette e le braciole per un’ora. Sgocciolarle e cuocerle sulla griglia spennellandole di tanto in tanto con la marinata rimasta. Regolare di sale e pepe e servirle ben calde accompagnate dall’insalata della giungla.

 

 

Come dimenticare invece lo Yanez di Philippe Noiret che nello sceneggiato degli anni settanta prepara un’insalata di frutti tropicali quando non può accendere il fuoco per cucinare?

 

Seduto in terra, Yanez stava affettando una papaia, lentamente, con l'attenzione e la competenza di un cuoco raffinato. In terra, su un tappeto di foglie pulite era stato ammucchiato un bottino di frutti e di verdure.

- Ho trovato un albero del pane, signor Yanez - disse un pirata giungendo con le braccia cariche di uno strano frutto biancastro. - Guardi qui.

- Zitto. Non mi interrompere: il momento è delicato - gli rispose il portoghese. Poi continuò: - Preparare un pranzo completo, senza accendere un fuoco è una delle nostre attività che richiedono maggior virtuosismo. Non è così, forse, ragazzi? Passami un po' di quelle fette di papaia.

Non aveva finito di parlare che si udì la voce di Sambigliong.

- Ho preso un babirussa, signor Yanez. Potremmo mangiarcelo arrosto: io cucino bene.

Yanez alzò gli occhi. Sambigliong portava sulle spalle un enorme babirussa, grosso quanto un grosso cinghiale di un anno.

- A parte i miei dubbi sulla validità delle tue ricette - disse Yanez - non c'è fuoco senza fumo.... E un filo di fumo, anche piccolo, significa tirarsi addosso tutti i cipays della Compagnia delle Indie.... Non siamo mica a Mompracem, Sambigliong.

- Speriamo di tornarci presto.

- Dipende da noi. Dalla nostra capacità di cavarcela. E dipende soprattutto dal ritorno di Sandokan.

Smise di parlare assorto nella difficile operazione di condire e rimestare l'insalata che aveva preparato. Ad un tratto si accorse che mancava qualcosa.

- Giro Batol.... il pepe! - gridò. Ma non ricevendo alcuna risposta, chiamò ancora: - Giro Batol!

- Eccomi!... Eccomi! - si udì di lontano.

Poi Giro Batol apparve, correndo, portando fra le braccia un fascio di rami coperti di foglie e di bacche.

- C'era solo un albero del pepe.... e stavo per cadere in una trappola per elefanti!

Yanez staccò alcune bacche e le sbriciolò con le dita sull'insalata. Rimescolò ancora, assaggiò circospetto.

- Uhm! - borbottò. - E' meglio di quanto credessi. Avanti, ragazzi: mangiamo. Sambigliong, fa' le parti.[ii]

 

 

INSALATA FREDDA DELLA GIUNGLA


1 papaia

1 mango

2 avocado

1 ananans

2 banane

1 pompelmo

2 lime

Semi di sesamo

olio

sale

pepe rosa

 

Affettare la frutta e mescolarla in una grande insalatiera. Condirla con poco sale, olio, succo di lime e pepe rosa. Spolverarla di semi di sesamo e servirla.

 

MACEDONIA TROPICALE

Frutta tropicale a piacere (ananas, mango, papaia, banana, frutto della passione…)

Succo di lime

Zucchero di canna o di palma

Noce di cocco spezzettata

Anacardi sgusciati

 

Lasciar sciogliere lo zucchero nel succo di lime. Tagliare la frutta a cubetti, irrorarla con lo zucchero di canna e lasciarla riposare mezz’ora al fresco. Decorarla con le noci di cocco spezzettate e gli anacardi e servire.

 

 

Col suo inossidabile buon umore, col suo senso pratico, con la sua cultura, Yanez è il compagno perfetto per l’irruente, generoso e spesso eccessivo Sandokan.

 

Il Portoghese lo lasciò assorto nelle sue meditazioni e andò frugando fra le scogliere cercando qualche ostrica gigante di Singapura. Non andò molto che ne trovò una simile a quella trovata da Sandokan quand'era ferito, e la riportò alla spiaggia dopo di aver corso venti volte il pericolo di essere portato via dai colpi di mare.

Accendere il fuoco ed aprirla, fu per lui l'affare di un momento.

- Orsù, fratello mio, lascia i prahos sott'acqua e i morti in bocca ai pesci - diss'egli. - Vieni a dare un colpo di dente a questa tenera polpa e un altro a questi durion che hanno una polpa che pare crema. Ai morti vi penserai più tardi.[iii]

Pensando che la disponibilità di ostriche giganti non debba essere molta ripieghiamo su queste:

OSTRICHE GRATINATE

24 ostriche fresche

½ bicchiere di vino bianco secco

1 scalogno

1 pugno di pangrattato

olio

pepe di Caienna

succo di limone

 

Mettere le ostriche in un tegamino con il vino e cuocerle a fuoco dolce finché non si aprono. Sgusciarle e tenere da parte le valve Tritare finemente lo scalogno, mescolarlo al pangrattato. Rotolare le ostriche nel pangrattato con lo scalogno, metterle di nuovo nelle conchiglie, irrorarle di olio, spolverarle di pepe e lasciarle gratinare sotto il grill ben caldo per 3 o 4 minuti. Servirle calde spruzzate di succo di limone.

 

Il durion è un frutto tropicale che ha un odore estremamente sgradevole ma, una volta aperto, rivela una polpa cremosa e dolce. Quasi impossibile da reperire alle nostre latitudini. Proviamo invece questa ricetta con l’ananas.

 

ANANAS ALLA MALESE

Ingredienti:

1 ananas maturo

3 cipollotti freschi

2 spicchi d'aglio

50 g di zenzero

2 anici stellati

3 chiodi di garofano

1 stecca di cannella

1 cucchiaino di curcuma

1 cucchiaio di zucchero di canna

1 peperoncino piccante (facoltativo)

350 g di riso thai profumato

olio

sale

Sciacquare il riso e cuocerlo al vapore o in acqua bollente salata. Scolarlo e tenerlo da parte. Ridurre l'ananas a cubetti e cuocerlo in un pentolino con la curcuma, lo zucchero e poca acqua. A parte soffriggere delicatamente i cipollotti tritati (anche la parte verde), l'aglio tritato, il peperoncino (se piace) e lo zenzero grattugiato, regolare di sale. Aggiungere l'ananas caramellato, l'anice stellato, la cannella e i chiodi di garofano. Far insaporire bene l'ananas nella salsa, spegnere il fuoco e lasciar riposare 10 minuti.

Servire l'ananas speziato con contorno di riso bianco.

 

Dato che i nostri eroi si trovano in riva ad un fiume ecco una ricetta per pesci d’acqua dolce.

 

PESCE AL BAMBU’

1 grosso pesce d’acqua dolce

1 cucchiaino di pepe bianco in grani pestato

1 pizzico di zenzero grattugiato

Germogli teneri di bambu’

Succo di lime

Sale

Olio

 

Pulire il pesce e tagliarne la polpa a pezzetti. Mescolarla con il sale, lo zenzero, il pepe bianco e i germogli di bambu’. Irrorare con un filo d’olio e farlo cuocere a fuoco dolce, per 15, 20 minuti (l’ideale sarebbe usare un tegame di terracotta direttamente sulla brace).

 

 

[i] Emilio Salgari – La Tigre della Malesia Cap 10

[ii] Le avventure di Sandokan – Cap. 14

[iii] Ib. Cap. 28