La casa dei nonni distava circa duecento metri da casa mia che si trovava in Via Rostan a Multedo. Una delle attrattive di quella casa era il nonno, ormai pensionato. Quando si arrivava lui era tranquillamente intento ad ascoltare le partita alla radio o a leggere il ‘Lavoro’, organo ufficiale del Partito Socialista Italiano, con grandissimo dispetto della nonna che andava borbottando che, data la di lui vita tranquilla e casalinga, la sua massima attività era star dietro a ‘piccaggie e piccaggette’ come la di lui odiatissima sorella zitella, a Cateinin . Certamente la convivenza con costei, peraltro di carattere mitissimo, non rendeva la vita semplice a nessuno.
La casa era piena di odori tutti egualmente grati, tanto i mandarini e gli aranci appesi a festoni alle pareti della cucina in prossimità del Natale (non se ne poteva mangiare prima), quanto i gerani sul piccolo poggiolo esposto al marino, quanto il bagno, che constava di un’unica stanzetta con solamente la coppa e le cui esalazioni erano certamente meno pestifere dei deodoranti attuali. Né meno importante era la terrificante cantina con il buio e l’odore della muffa e della polvere di carbone usato per il riscaldamento.
I pomeriggi dal nonno peraltro passavano tra l’esplorazione della casa con i suoi reconditi segreti (l’elisir di banana moderatamente alcolico vicino alle tazzine buone del caffè) e i racconti del nonno che concludeva il racconto della sua guerra nei Dardanelli con l’immagine dei Turchi prigionieri con ‘le cadene ai predi’ faticosa traduzione del genovesissimo ‘cadenn-e ai pe’ con l’italiano ‘catene ai piedi’. Io e mio fratello Mauro più tardi ci sbellicavamo dalle risate nel segreto di camera nostra.
Anche l’appartenenza al partito Socialista, pagata a durissimo prezzo durante il fascismo con il licenziamento dal posto di lavoro (le officine metalmeccaniche ‘Odero’ di Genova-Sestri Ponente) ed il barcamenarsi come pescatore erano occasione di accese discussioni con papa’ che era invece, almeno nelle proprie convinzioni, un comunista-stalinista. Così sono ancora per me memorabili le dispute sulla superiorità di Togliatti o di Nenni.
A proposito, conservo ancora le tazzine buone del caffè come una delle poche e preziosissime eredità della nonna insieme al calibro del nonno.