Robin Hood Exmo

Quarta Dimensione.

Nella fantascienza, spesso si è scritto e letto di una dimensione parallela del mondo, molto simile alla nostra.

Cambiano gli ambienti, alcune scene, ma i protagonisti sono sempre loro.Ebbene, quello scenario l'ho visto quando sono salito sulla Robin Hood (*) Della Lotus Seven, non spreco lodi ed ammirazioni. E' l'auto sportiva per antonomasia degli anni passati. E non solo, forse.Chi non la conosce invece, se c'è ancora qualcuno al mondo, si cosparga il capo di cenere e vada a scartabellare Wikipedia quantomeno.Cosi quando l'ho vista, questa conosciuta replica, non ho potuto fare a meno che avvicinarmi incuriosito.La gentilezza di Giulio e la sua disponibilità, hanno fatto il resto....Essendo replica, lo stile della Robin Hood, ricalca moltissimo quello della Seven. Ci sono alcune doverose concessioni alla struttura (vedi le sospensioni anteriori), ma il complesso è riuscito, ed a parte i passaruota anteriori avvolgenti (presenti anche sull'originale in alcune versioni, e soggettivamente snobbati in virtù dei motociclistici), il complesso è ben riuscito.La costruzione della vettura, operata da chissà chi ai tempi, è di fattura molto buona, gli accostamenti precisi, e con pochi ritocchi tipici (i fili sotto il cruscotto ad esempio) si può avere un bell'esemplare. L'interno, se cosi si può chiamare, è buono per la media, e la strumentazione non è il solito blocco posticcio, ma una serie di indicatori sistemati un pò meglio, rispetto ad altri esemplari. Ma ora, caliamoci....Mi avvicino, dal lato sbagliato locale, e già la cosa fa un certo effetto. Passeggero di me stesso, diciamo cosi. Adesso ci entro. O meglio, scavalco. Entrare poggiando il piede sul sedile, per poi scivolare dentro, ha il prezzo dei giri in autoscontro fatti da piccoli. Di quelle giostre che erano, per i bambini e ragazzi, l'unica via di emulare la guida degli adulti.

Quei ricordi che ti rimangono, e fa sempre piacere spolverare. Un pò anche Hazzard, se gradite...

Cosi mi avvicino al terreno, e mi rendo conto che il sedile non è regolabile, e che i miei piedoni non sentono i pedali.

Dove li avete nascosti?

Son alto un metro ed ottanta abbondante, e nonostante questo non ci arrivo... Son cosi le Formula 1?

Gambe tese, scivolo ancora un pò col sedere sul cuscino di sky che funge da sedile, e finalmente li trovo. Praticamente son coricato.

Si si, dev'essere cosi una monoposto!

Una volta dentro, a stupire è il cofanone: alle barche automobilistiche, ci son abituato, ma qui, seduto per terra, con il cofano più alto della vista momenti come fossi un nanetto, seduto dalla parte sbagliata, e quei due pinnoni all'anteriore, mi disorienta un pò.

Cerchiamo la folle, e la mano ignorante fa già un pò ridere.

Non è che sia lenta, è che non le sembra naturale. Via via via, non perdiamo tempo.

Accendiamo stò Pinto.

Le cose che non noti, penso, son quelle che non ti stupiscono, per abitudine o per indifferenza.

Cosi dopo il minimo tremolante, che rigorosamente fa spegnere l'auto dopo 5secondi, mi accorgo alla prima accelerata del motore, e dello scarico laterale. Al mio fianco destro, che sputa aria ancor più a destra con una bella pressione, pulendo il pavimento.

Perbacco, mi piace il cannone della stufa al mio fianco!

Ci prendo gusto, e motivato dal minimo basso, dò due o tre accelerate. La sonorità è piacevole, cupa e discretamente invadente, sembra di essere tornati in moto.

Già, una moto a quattro ruote, questo pare. Comunque è ora di andare, partiamo...

Da solo. Da solo????

Sinceramente pensavo (ed un pò speravo) di avere il copilota, invece devo andare libero. Giulio troppo gentile...

La cosa mi turba un pò in realtà, mancano gli specchietti, sono in una zona trafficata di Asti ad un'ora calda, in un garage sotterraneo la cui uscita non è delle più facili... Mah, proviamo.

Tiro dentro la prima, con relativa facilità, anche se questo essere dal lato errato dell'abitacolo mi da una sensazione strana, mi sento come su una bilancia, come nell'essere su un braccio (od una leva) e non direttamente collegato alla vettura. Come se remassi su una barca.

Disagio mentale.

Parto, mi avvicino alla (ripida) rampa per uscire, e mi sembra stretta stretta. Faccio una manovra, un pò in salita, e la R.B. si spegne.

Sale il disagio.

Ammetto di sentirmi un pò come quelle galline nel pollaio che vedono l'omino pronto a tirar loro il collo, ed in maniera confusionaria quanto stupida, si muovono starnazzando a destra e manca.

Calma Davide, sembri l'ultimo dei pischelli. Suvvia.

Tiro un sospirone, mi do una scossa, e riaccendo la vettura. Un pò alla cieca, con stò musone cosi alto e la rampa che scollina un pò, esco deciso.

Stop con pianta a fianco, mia Panda ed altro, e non vedo una ceppa.

Rigorosamente arriva subito uno che mi suona vedendo il muso uscire.

Mi suona, mi passa e sgrana gli occhi non capendo cosa sia questa specie di ranocchio.

Ahhhh che bello, farsi notare senza far rumore, diceva la pubblicità Peugeout!

Sinistra libera, entro in carreggiata.

Lo sterzo è duro, non ha ritorno, devo accompagnarlo per non finire sul marciapiede, l'acceleratore e la risposta pronta del motore mi danno uan mano a drizzare questo bilico inverso, e butto dentro la seconda finalmente.

Eccola la sensazione. Quella della giovinezza, quando ancora prima di essere maggiorenne provavo a guidare su strada chiusa. E cambiare sembrava la cosa più strana del mondo.

La mano sinistra, ma ancora più il cervello, sembra non capire il comando, come se stesse a guardarmi dicendo ma cosa vuoi fare? Ma sei sicuro? Ma non l'hai mai chiesto!

Invece è cosi, cambia 'sta marcia, snocciola quel cambio... Ancora disagio.

E cosi la marce passano, la coppia del Pinto si sente e complice il peso piuma, pare di essere su un gasolone.

La cilindrata, se non ho capito male, è un 2000cc, però rimango un filo deluso. E' pronto, presente e prestante, però mi aspettavo di più.

Il ricordo della Thema 2000cc 8v è lontano, ma sento ancora viva la sensazione che provavo, quella coppia scalciante che tirava quella tonnellata e mezza più quattro persone a bordo senza problemi, su da un salitone locale. Qui non sembra essere altrettando. O forse, per via del peso piuma, mi ero fatto un quadro estremo io.

Entro in un ampissimo piazzale in zona e faccio un pò di ovali snocciolando 3 marce sul rettilineo per volta.

Il motore frulla, la mano poco per volta si abituata, ma arrivato alla curva il cervellino ha qualche problema nel governare il tutto, quando decido di tenere una velocità più sostenuta.

Non è abituato, e come dice il proverbio, prima di correre bisogna imparare a camminare. Vero vero.

Questione di abitudine probabilmente, inutile pretendere tutto e subito, la testa non ragiona ancora a destra, ed idem la sinistra non è svelta abbastanza.

Come mi sento vecchio. Come i miei genitori quando non volevano imparare a usare il videoregistratore.

Giro un pò, mi stupisco dalla relativa assenza di vibrazioni, per essere cosi poco isolato il motore, e costruito artigianalmente. Come mi stupisco dall'assenza (o forse visto il rumore della marmitta, erano coperti) di scricchiolii della scocca, molto meno che sulla Golf Cabrio che avevamo tempo fa. Non siamo logicamente ai livelli della Miata, ma va bene cosi.

E' un'altra cosa questa. Li eri dentro un nido tondo tondo, qui come essere seduti sull'ultima fila del pullman.

Giro giro tondo, casca il mondo...

Continuo a girare un pò, ci prendo gusto, e poi rientro su strada.

Tornando in corsia, mi ricordo di più dell'essere nell'altra dimensione, ma la cosa non mi infastidisce più di tanto, cosa mi avevano raccontato è vero, non disturba la cosa alla fine.

A disturbare è solo la legnosità del mio cervello, nel comandare la mano sinistra. Ignorante!

Quando la parcheggio, scendo e la guardo un pò. Ho sudato, come da tempo non ricordavo, però vorrei risalirci.

Pur non avendola provata a fondo, e pur non avendo le doti di telaio di una vera Seven, mi piacerebbe riusarla, capirla, provarla ancora.

E' un'esperienza diversa, particolare, anche solo come impostazione di guida (al di la dell'RHD, proprio per la conformazione barchetta secca) ed è gradita.

Chissà come sarà una Caterham, a questo punto... Ho le lacrime al solo pensiere.

Comunque si, la giostra è come la ricordavo, sempre divertente.

Asti, 10/09/2010

P.s.: un plauso sincero a chi guida Rx-7, Supra o altre sportive con guida a destra qui da noi. La necessità di essere reattivi pur ragionando "a specchio" su quei mezzi va premiata, per chi abituato alla guida a sinistra, non è cosa da poco. Personalmente, dovrei abituarmi un pò, avrei un pò di tirmore ad immaginare di usare quel diavoletto di un'FD RHD.

(*) Robin Hood è, molto brevemente, il marchio di una piccola factory Inglese, sul mercato dagli anni 1984 al 2006 circa, che come molte in UK, produceva Kit car.

Nella terra di Albione sono molte le repliche di autovetture famose realizzate ex novo oppure sfruttando parti di altre autovetture, chiamate per questo uso donor car, che altrimenti sarebbero destinate alla demolizione. Le Lotus Seven, per l'estrema praticità del progetto, sono state tra le prime ad essere replicate sfruttando, in questo caso, meccanica/sospensioni di origine Ford.

La maggio parte delle R.H. sono basate su motori Pinto delle Ford Sierra, da cui si prelevava anche il posteriore (trasmissione, freni, differenziale) e saltuariamente le sospensioni anteriori. Altre donor car, ed altri kit R.H., erano su base Triumph.

Generalmente le R.H., se si escludono le ultime prodotte, sono repliche a bassissimo costo, con sospensioni anteriori McPherson a volte, o di qualità non eccelsa. Le ultime 2B+ e 3B hanno invece i triangoli sovrapposti ed una impostazione più sportiva.