Quando la vedo uscire dal garage, ho un sussulto al cuore.
Osteria, quanto è bella? Non tanto. Di più.
Ed ogni volta mi stupisco di quanto sembri sempre più nuova.
E' una perfezione che sembra quasi surreale. E' l'apoteosi del tempo che si è fermato. Si si.
E' un pò che è ferma, e fa un freddo che io avrei voluto metterle una copertina sopra, altro che farla uscire! Parte, primo colpo come sempre, ma stavolta sboffonchia un pò.
Quando sali, in quel sedile del passeggero, ti senti catapultato in un altro mondo.
Non sei più un passeggero.
Non sei più un semplice uomo al volante.
No, è come se venissi risucchiato dal sedile, come se l'essenza stessa dell'auto ti trascinasse come in un piacevole buco nero, come se la tua esistenza si affievolisse sotto l'effetto Venturi, per divenire sempre più aerodinamica e le particelle, sempre più veloci, vicine ed in un estremo moto lineare, piatto, continuo.
Ci sono appena salito, e già mi scioglierei.
E' che ti avvolge tutto: al lombare, all'altezza delle spalle, il cruscotto, il rumore senza vibrazioni del minimo, il montante della porta.
Sembri sulla 5, sembri su una 787B, e la mente spazia dove vuole lei, fantastica di strade aperte, di allunghi incredibili, di riprese poderose sotto gallerie giapponesi.
E cosi si parte.
In città, sui dossetti, sulle buche, sulle asperità. Li senti tutti. Al tuo sedere ed alla tua schiena arrivano TUTTI.
Ma lo capisci, è un coltello, è un guanto, è una mera estensione del tuo corpo. E come tale, si comporta.
Ad un certo punto pensi che forse è troppo. Non c'è storia, sai dove vorresti tirarla e come, ma sai che forse non potresti tenere troppo il toro per le corna.
Poi quando il Fratellone si ferma e ti fà "Ora tocca a te", cominci a sudare.
Con la neve del giorno prima, la strada un pò umida, il timore reverenziale tendente ad infinito che hai per l'auto, ed ancora più per Questa no, non puoi.
Sudore.
Tremore di gambe.
Debolezza? Proprio no.
Sapere cosa ti ritrovi tra le mani? Indubbiamente.
Responsabilità? Sicuramente. Tanta.
Stupidità tipica del bimbo? Forse.
Cosi declino l'invito, ma il Fratellone è Fratellone non a caso. Sa cosa significa per me.
Sono auto, oggetti. Ma lei è l'apice della categoria "oggetti mobili".
Cosi si va. E mi calo nel posto del guidatore.
Hai un timore, che è quello legato al valore economico. Lo quantifichi, ne calcoli le variabili, ed una maniera o nell'altra, sai che è riparabile.
Ma il valore affettivo, il valore dell'oggetto quasi unico che è questa FD, quello che si porta dietro (per chi ne conosce la storia), quello che è il suo presente, quello che sarà in futuro, non lo puoi quantificare, e non lo puoi nemmeno ripagare in nessun modo.
Cosi senti le spalle cariche, ma hai la gioia sul volto.
Che stupido che sono.
Quando schiaccio di nuovo quel pedale, quella frizione, me lo ricorda in anticipo il Fratellone: "Pesante, pesante, pesante..." dicevo.
Essi, è proprio cosi. E' pesante, ma non ci penso. Guardo avanti, guardo indietro, guardo ovunque, controllo gli specchietti, il sedile, quasi a rimandare la partenza.
Deve essere tutto perfetto.
Poi butto dentro la prima, sento il cambio, ancora un pò freddo, che ti ricorda il peso della cavalleria come se non lo sapessi, e vado.
E' passato un pò di tempo dall'ultima volta, dal primo assaggio, non conosco la strada, quindi vado come un nonno.
Prima turbina e nulla più, snoccioli le cinque marce, senti la coppia che ti porta, vai via in sourplesse leggero.
Sempre con un filo di gas. Una roba che non si potrebbe quasi immaginare, come ad aver paura di consumarlo quel pedale.
Ma tanto basta.
Intanto la temperatura sale, si scalda ed il Fratellone invita a premere.
E come faccio, mi chiedo. Non ho cuore di dare gas.
"Dai ca**o Gianlu!"
E vabbuò, io ci provo. Piano piano.
Cosi la senti, la seconda turbina, arrivare. E' la salita costante, è il buco che tutti chiamano che qui non c'è, è uno strappo di cavalleria che senti andare sotto i tuoi piedi.
Mamma mia. E' corposa, è tutta l'auto che fulmina come il contagiri in avanti sin dal basso, senza scarsità di coppia o cavalleria.
Ha un che di Elford, in un certo senso, molto costante, quasi invisibile il turbo, ma senti che le spalle grosse ci sono.
Cosi ci prendo un pò il gusto, non nelle rotonde, dove vado cauto, non nelle frenate mooooorbide e caute, non nelle scalate (dure) un pò timorate, ma nei brevi rettilinei.
Che brevi non sono, beninteso, ma lo sembrano per come se li mangia lei.
E piano piano capisci che potresti quasi domarla, che come la Nera è l'environment che amplifica il tutto, tanto da farti apparire tutti i sensi più sensibili e doverosamente attenti.
Che forse non è cosi cattiva come la dipingevi, che magari con un pò di pratica, alla fine, non ti romperesti l'osso del collo subito.
Il sole ha già fatto capolino, il tramonto è calato da un pò e la strada non la vedi bene come prima. Ed intanto faccio qualche chilometro godendomela.
Poi ti ritrovi in un viale, strettino, e mentre fai due parole su di lei, a cuor leggero, premi in terza. Un pò, senza ricordare quanto.
Quanto però te lo ricorda subito lei, con il contagiri che da sornione sgaloppa in alto, s'impenna come lo spread, mentre il posteriore comincia a pattinare andando a salutare le auto contro mano.
"Occhio!" suona il Fratellone.
Osteria il mio deretano se l'è diventato stretto.
Tolgo subito il piede, riprendo d'istinto il volante dall'altra parte, e la raddrizzo, per fortuna.
Colata di sudore. Temperatura glaciale. Fratellone tira un sospiro di sollievo, io respiro di nuovo dopo essere passato in candeggina.
Senza antineve, con l'asfalto un pò umido, ti ricorda di non dimenticarsi di lei.
E' una prima donna, non vuole essere messa da parte, bisogna sempre ricordarsi di lei.
Non è un single turbo vuoto sotto, qui se chiami, qualcuno risponde sempre. Non la puoi invitare, e poi ignorarla.
Ed allora con una mossa degna di una bandieruola al vento, pensi che magari non è cosi domabile in fretta come stavi maturando. Che ci andrebbe un pò di pazienza.
Però ora la vorresti più di prima.
Ma non questa, è un bene troppo prezioso, da tutelare, meglio portarlo al suo posto. Comodo, caldo e SICURO.
Un'altra, una tua, con cui crescere assieme.
Osteria come la vorrei. Come l'ho sempre voluta, o forse qualcosa di più.
Il triangolo no, il triangolo no, non l'avevo considerato...
"Prendiamo la 8?"
Upperbacco, ho appena finito di grondare sudore per la Sette e ripartiamo? Però, cosa volere di più?
In un sol pomeriggio, cosi al brucio, posso fare il raffronto tra le due generazioni.
Nemmeno un giornalista avrebbe potuto aspirare a tanto.
Come fai, qualcuno me lo spieghi, a dire di no? Non avrei cuore.
Cosi mentre smaltisci le bollicine dell'altra, cominci ad assaporare il profumo di questa.
Basta solo sederti, per capire che è un'altra cosa.
Non peggiore, ne migliore, semplicemente cosi tanto diverse.
Fa piacere non sprofondare nel sedile a pozzetto della FD, ma avere una seduta più regolare, cosi come le spalle, magari non proprio strette, non si sentono compresse come prima.
Sembrano banalità, ma è come se fosse una mano socchiusa che senti ti protegge, senza stringerti come la 7. Sarò io, ma anche a livello psicologico sono più sereno, meno in tensione anche per quello.
Senza tutto il resto: per stupenda che sia, non è unica come quell'FD.
Cosi respiro e premo la frizione.
Quel pesante, pesante, pesante, su cui eri tarato, ti accorgi che non serve più, ed inesorabilmente dai un bel pestone a fondo corsa sulla scocca, che pensi di essere diventato di colpo Hulk.
Gentilezza, please, questa sconosciuta. E' che sei ancora tarato alla 7, ed è tutt'altra cosa qui.
Anche quando metti dentro la prima te ne accorgi: il cambio non ti trasmette tutta la sua cavalleria, sembra quello dell'MX-5, quasi giocattoloso.
La FD non ti invoglia quasi ad usarlo, tra la resistenza che ha, la frizione un pò pesante e la notevole coppia che toglie dai guai. O ti ci mette.
Qui, per l'esatto opposto delle cose, vorresti snocciolarle sempre le marce.
Tenere sempre a regimi vivaci (non alti) il frullino, sentirlo cantare e regalare al piacere dell'udito e della guida, veloci doppiette in discesa, accompagnate dal quell'allegro girare dei rotori.
Mi ha ricordato tanto la Rover, quanto di più simile non avevo visto da tempo. L'ho sempre detto che c'era del V-Tec, in questo cuore.
Mentre mi incammino nelle strade poco prima visitate, capisco quanto sia più godibile e fruibile: l'assetto, criticato dagli Americani della FD, è un pò duretto per le strade cittadine e carenti di manutenzione.
E cosi le medesime strade sulla 8 non sono un problema, e quasi uno non si ricorda di aver fatto lo stesso percorso, a livello di percezione di sospensioni e confort.
Perchè non è solo una questione di morbidezza, quanto di un pacchetto auto intero, che va dai sedili alle gomme.
Mi sento come alla guida di una BMW, ma con lo sterzo e le sospensioni più precise, ed un motore infinito.
Cosi, per l'insita fiducia figlia del ricordo della Rover, vado via tranquillo. Snocciolo, doppietto, tutto in allegria.
Un gioco, sembra veramente un gioco. Senza tensione, senza preoccupazioni.
Cosi decidi, dopo un pò, che è ora di svegliare la cavalleria: l'allungo è maestoso, non finisce mai, sembra quasi non contemplato ne nel contagiri, ne nel motore stesso. Solo il cicalino ti da un limite.
Ricordo la prova di quella di Fichi, ai tempi mi lasciò più forte la sensazione dei cavalli. Scendendo dalla FD, tutto viene ridimensionato. Come messo in scala minore.
Che naturalmente piano non vai, quando prendi la terza te ne accorgi e lo vedi che sei ben lanciato per le strade che stai percorrendo, ma il Rotativo aspirato è proprio nipote dell'Azzurra: sempre tutto presente, senza esagerazioni, con un'escursione infinita di giri dove cercarlo.
Che gioia, anche qui. Vorresti usarlo tutti i giorni. Più dell'FD. Con lei non potresti.
Qui invece si, perchè a 1500giri è più morbido e da meno strattoni della Panda o della Yaris addirittura, c'è poco da fare e da dire, in quanto a malleabilità ed adattabilità, è come un fluido il Renesis. Presto nelle migliori profumerie.
Se lo chiami, allunga. Ci mette un pò, non è l'esplosione della 7, ma è normale sia cosi. E per certi versi, è indubbiamente meglio.
Poi apprezzi il confort, la vivibilità, che macchina la 8, ha ragione il Fratellone.
Tant'è che dovendo scegliere, cosa prenderesti?
Chi lo sà.
Sicuramente abbraccerei il Fratellone, quello si, per aver portato questo vecchio bambino a giocare tutto il giorno.
Per il resto, bisognerebbe avere la botte piena, e la moglie ubriaca, per essere felici.
E' proprio vero il proverbio.
Seveso, 09/12/2012