POESIA

RENATO DE PAOLI

nel veronese e nel visentin ,

VENETO

scrivi a depaolirenato@gmail.com

EL MAR CHE TUTI NOANTRI G'HEMO DRENTO, CHE NO PODEMO FAR SENZA , CH'I N'A PORTA' VIA , CON LE ISOLE, CO LA BASA E L'ALTA MAREA, CON LA LUNA CHE SE SPEIA, NOANTRI NATI E VEGNUI DA ILIO.

PRINCIPI E PRINCIPESE DELE ISOLE SPARSE , CHE TUTO EL MONDO FA INAMORAR, LI IN'DOE LA NEBIA NE CIAPA TUTI , E NE SCONDE , IN MEZO AL BOSCO GAZO , EL COR CHE TUTU SE REBALTA A PENSAR AL PARADISO CHE I N'A TOLTO , A LA BARCA E AL BROLO CHE NO GHE PIU' , AI NOSTRI AVI ARA' SU E VILIPESI, L'ORI CHE NE L'ADE STAVA CHIETI SOTO LA CIARA E DOLZE, E BELA ACUA , TRASPARENTE.

L'I TRA I SQUERI E L'ONDA . EL MAR CHE DRENTO AI LIDI SE CIAMAVA, E CHE FORA L'ERA OCEANO. IMPARAVENE A ZUGAR E A OGAR NOANTRI ISOLANI SPAMPINE'.

SCHIZA SU STO STRAMBOTO

http://www.youtube.com/watch?v=_l-Unm1zSqo&feature=related

FIORI

di Aldo PAlazzeschi

Non so perchè quella sera,

fossero i troppi profumi del banchetto...

irrequietezza della primavera...

un' indefinita pesantezza

mi gravava sul petto,

un vuoto infinito mi sentivo nel cuore...

ero stanco, avvilito, di malumore.

Non so perchè, io non avea mangiato,

e pure sentendomi sazio come un re

digiuno ero come un mendico,

chi sa perchè?

Non avvevo preso parte

alle allegre risate,

ai parlar consueti

degli amici gai o lieti,

tutto m' era sembrato sconcio,

tutto m' era parso osceno,

non per un senso vano di moralità,

che in me non c' è,

e nessuno s' era curato di me,

chi sa...

O la sconcezza era in me...

o c'era l' ultimo avanzo della purità.

M' era, chi sa perchè,

sembrata quella sera

terribilmente pesa

la gamba

che la buona vicina di destra

teneva sulla mia

fino dalla minestra.

E in fondo...

non era che una vecchia usanza,

vecchia quanto il mondo.

La vicina di sinistra,

chi sa perchè,

non mi aveva assestato che un colpetto

alla fine del pranzo, al caffè;

e ficcatomi in bocca mezzo confetto

s'era voltata in là,

quasi volendo dire:

"ah!, ci sei anche te".

Quando tutti si furno alzati,

e si furono sparpagliati

negli angoli, pei vani delle finestre,

sui divani

di qualche romito salottino,

io, non visto, scivolai nel giardino

per prendere un pò d' aria.

E subito mi parve d' essere liberato,

la freschezza dell' aria

irruppe nel mio petto

risolutamente,

e il mio petto si sentì sollevato

dalla vaga e ignota pena

dopo i molti profumi della cena.

Bella sera luminosa!

Fresca, di primavera.

Pura e serena.

Milioni di stelle

sembravano sorridere amorose

dal firmamento

quasi un' immane cupola d' argento.

Come mi sentivo contento!

Ampie, robuste piante

dall' ombre generose,

sotto voi passeggiare,

sotto la vostra sana protezione

obliare,

ritrovare i nostri pensieri più cari,

sognare casti ideali,

sperare, sperare,

dimenticare tutti i mali del mondo,

degli uomini,

peccati e debolezze, miserie, viltà,

tutte le nefandezze;

tra voi fiori sorridere,

tra i vostri profumi soavi,

angelica carezza di frescura,

esseri pura della natura.

Oh! com' è bello

sentirsi libero cittadino

solo,

nel cuore di un giardino.

-Zz...Zz

-Che c' è?

-Zz...Zz...

-Chi è?

M' avvicinai donde veniva il segnale,

all' angolo del viale

una rosa voluminosa

si spampanava sulle spalle

in maniera scandalosa il décolleté.

-Non dico mica a te.

Fo cenno a quel gruppo di bocciuoli

che son sulla spalliera,

ma non vale la pena.

Magri affari stasera,

questi bravi figliuoli

non sono in vena.

-Ma tu chi sei? Che fai?

-Bella, sono una rosa,

non m' hai ancora veduta?

Sono una rosa e faccio la prostituta.

-Te?

-Io, sì, che male c' è?

-Una rosa!

-Una rosa, perchè?

All' angolo del viale

aspetto per guadagnarmi il pane,

fo qualcosa di male?

-Oh!

-Che diavolo ti piglia?

Credi che sien migliori,

i fiori,

in seno alla famiglia?

Voltati, dietro a te,

lo vedi quel cespuglio

di quattro personcine,

due grandi e due bambine?

Due rose e due bocciuoli?

Sono il padre, la madre, coi figlioli.

Se la intendono...e bene,

tra fratello e sorella,

il padre se la fa colla figliola,

la madre col figliolo...

Che cara famigliola!

E' ancor miglior partito

farsi pagar l' amore

a ore,

che farsi maltrattare

da un porco di marito.

Quell' oca dell' ortensia,

senza nessun costrutto,

fa sì finir tutto

da quel coglione del girasole.

Vedi quei due garofani

al canto della strada?

Come sono eleganti!

Campano alle spalle delle loro amanti

che fanno la puttana

come me.

-Oh! Oh!

- Oh! ciel che casi strani,

due garofani ruffiani.

E lo vedi quel giglio,

lì, al ceppo di quel tiglio?

Che arietta ingenua e casta!

Ah! Ah! Lo vedi? E' un pederasta.

-No! No! Non più! Basta

-Mio caro, e ci posso far qualcosa

io,

se il giglio è pederasta,

se puttana è la rosa?

-Anche voi!

-Che maraviglia!

Lesbica è la vaniglia.

E il narciso, quello specchio di candore,

si masturba quando è in petto alle signore.

-Anche voi!

Candidi, azzurri, rosei,

vellutati, profumati fiori...

-E la violaciocca,

fa certi lavoretti con la bocca...

-Nell' ora sì fugace che v' è data...

-E la medesima violetta,

beghina d' ogni fiore?

fa lunghe processioni di devozione

al Signore,

poi...all' ombra dell' erbetta,

vedessi cosa mostra al ciclamino...

povero lilli,

è la più gran vergogna

corrompere un bambino

-misero pasto delle passioni.

Levai la testa al cielo

per trovare un respiro,

mi sembrò dalle stelle pungermi

malefici bisbigli,

e il firmamento mi cadesse addosso

come coltre di spilli.

Prono mi gettai sulla terra

bussando con tutto il corpo affranto:

-Basta! Basta!

Ho paura.

Dio,

abbi pietà dell' ultimo tuo figlio.

Aprimi un nascondiglio

fuori della natura!

> I VA IN MERICA

di Berto Barbarani

>

> Fulminadi da un fraco de tempesta,

> l'erba dei prè par 'na metà passìa,

> brusà le vigne da la malatia

> che no lassa i vilani mai de pèsta;

> ipotecado tuto quel che resta,

> col formento che val 'na carestia,

> ogni paese el g'à la so angonia

> e le fameie un pelagroso a testa!

> Crepà la vaca che dasea el formaio,

> morta la dona a partorir 'na fiola,

> protestà le cambiale dal notaio,

> na festa, seradi a l'ostaria,

> co un gran pugno batù sora la tola:

> "Porca Italia" i bastiema: "andemo via!"

> E i se conta in fra tuti. - In quanti sio?

> Apena diese, che pol far strapasso;

> el resto done co i putini in brasso,

> el resto, veci e puteleti a drio.

> Ma a star quà, no se magna no, par dio,

> bisognarà pur farlo sto gran passo,

> se l'inverno el ne capita col giasso,

> pori nualtri, el ghe ne fa un desìo!

> Drento l'Otobre, carghi de fagoti,

> dopo aver dito mal de tuti i siori,

> dopo aver fusilà tri quatro goti;

> co la testa sbarlota imbriagada,

> i se dà du struconi in tra de lori,

> e tontonando i ciapa su la strada!

> Berto Barbarani

VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV

EL MAL CHE DUOLE

“EL MAL SUPERBO

DI CUI ME DOLGO

E’ DESTIN

FATO DA OMENI

CHE MISERANDI

I’ A TOLTO RIVA

INTORNO CHE

DIVINA PROVIDENZA

AVEA FATE

PATRIE MAI VENZSE.”

DE PAOLI RE NATO A SPARE' COLONNELLO VNIVERSIXA’ ISOLE SPARSE TARTARO MENAGO EDRON

COSÌ IL POETA CHE S’ISPIRA A VIRGILIO, E NOI EREDI DELLE ANTICHE CIVILTÀ PALAFITTICOLE SPARSE NEI PALEOALVEI DELLE ISOLE TICINO, OIO, CESE, SECIA, PANARO, RUBICONE, BENACO, PO, MINCIO, MENAGO, “ARGINE” (O ADIGE), “FRA TA”, “GUA DO”, “BACHION” o "EDRON", BRENTA, PLAVA (O PIAVE), LIVENZA, STELA, TIMAVO,TRE VERE, ALA LONGA ALBA LONGA, MESZOACOA, SETE MARI.

"Bello questo passo: poesia, traduzione ? Poetico ed incisivo, esprime

tutta la tua filosofia."

ALBERT GARDIN (anca editor) 22 ottobre 2008 da Venexia .

vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv

DEL PARLAR E SCRIVAR VENETO:

PONTICO VITRVIO

"PVLCHERRIMUS ET DOCTISSIMO

OMNIVM SERENO - IN QUO

TOTA REDOLET LINGVAE GRECAE MAJESTAS

TRADUZIONI A CURA DI RENATO DE PAOLI

BELLISSIMO E DOTTISSIMO

OVUNQUE SERENO IN CUI

TUTTA RIVERBERA

LA LINGVA GRECA MAGISTRALE

BELO ASSE' DE CI SA TANTO

DA PAR TVTO SEREN

SE SPEIA IN CERCHIO

EL PARLAR EL SCRIVAR

AKEO MAESTRO

MMMMMMMM

ALE ISOLE SPAMPINE' AESIS MENAGO EDRON DELA VENEXIA A SERA

SETE MARI LAX .S. VENE XK

VUALTRE CHE SI DISNAR E ZENA E LE MUSE, OSPITE E DEE

I BARBARI CHE VE VOLEA MORTE

NOME LE GA TUTE ; E QUESTO A NONATRI PUR FASEA

DE POCO EL CAMBIAMENTO , ANTICO , INFAME GROPO.

CHE SE I VOSTRI VIZI E I ANI E LA SORTE COLPA

VUALTRE VE VOLEA COPE', COME EL ZERVEL DEI POPOLI DELA VENEXIA

IN VUALTRE RIVIVE EL GRAN DIR CHE SAGOMA

REGALA ALORI ALA SERVA TESTA.

ADESO LE ORA FENICE LENGUA

DE MARINAR POETA SANTO

L'E' EL PARLAR DELE ISOLE SPAMPINE'

L'E' EL VENEXO EL PARLAR CELESTE.

OGNI ORA , SE MISSIA NEL DISCORAR FORESTO,

ADESO , PIASE' CHE DELA TO DIVISA VESTIA,

SIA QUEL CHE VENZE DE LA BARBARIE ALTERO.

RIVISITAZIONE DE PAOLI RENATO DE UGO FOSCOLO (NICOLO' SPATIS)

vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv

PAR ESAR SERENI E CONTENTI

BISOGNA ESAR LIBARI

PAR ESAR LIBARI

GHE VOL CORAIO

vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv

ANGELO BRANDUARDI

FOU DE LOVE { PAZZO D'AMORE}

Sangre

loviente in core

Amai ma

come moro non vivrò mai

Loviente sangre

mit you por siempre

e tu non piense a mme

T'amo

più tuo son io

che de moi

son perdido e chiedo di me

a les tue braccia

a los tus besos

now che sarà de mi

Aulentina

tu non vivi per moi

Tiranna mia

tu non vivi per me

I fou de love

appriesse a tte

Amor che a me me fas le feu, la glace, plaisir, dolor

co ch'el vols

Tiranna mia

despotista tu sì

Tiranna mia

pianto e riso y desir

I fou de love

appriesse a te

Amor che a me me fas le feu, la glace, plaisir, dolor

e scioglie el sangre

loviente in core

rossiente por ti

Vurria vurria

ma prima 'e murì

Vida d'erotica ambicion

e moratoria de l'amour

e di esiziale inquisicion

Tiranna mia

ca ira

Sangre

Loviente in core

io basio

las palabras coi labbri miei

e più ti bramo

si el tuo bel labbro

palabra non è

Galantina

tu non vivi por mi

Tiranna mia

tu non vivi per me

I fou de love

appriessea ttè

Amor che a me me fas le feu, la glace, plaisir, dolor

co ch'el vols

Tiraanna mia

despotista tu sì

Tiranna mia

pIanto e riso y desir

I fou de love

appriesse a ttè

Amor che a me me fas le feu, la glace, plaisir, dolor

e scioglie el sangre

loviente in core

morir je vurria

d'amour con ti

ma primma 'e murì

I feu de love

Tiranna tu sì

Sangriente love

in core por ti.

A. Branduardi / P.Panella

E' un mix di lingue e di poesia...

Traduzione del testo

di Riccardo Venturi

FOU DE [francese] LOVE [inglese]

Folle d'amore

SANGRE [spagnolo] LOVIENTE [inglese + spagnolo] IN CORE

Sangue amante in cuore

AMAI, MA MA COME MORO NON VIVRÒ MAI

LOVIENTE SANGRE, MIT [tedesco] YOU [inglese] POR SIEMPRE[spagnolo]

Sangue amante, con te per sempre

E TU NON PIENSE A MMÉ [napoletano]

E tu non pensi a me

T'AMO, PIÙ TUO SON IO,

CHE DE MOI [francese] SON PERDIDO [spagnolo] E CHIEDO DI ME

che mi sono smarrito da me stesso e chiedo di me

A LES [francese] TUE BRACCIA, A LOS TUS BESOS [spagnolo]

alle tue braccia, ai tuoi baci

NOW [inglese] CHE SARÀ DE MÍ? [spagnolo]

adesso che sarà di me?

AULENTINA, TU NON VIVI PER MOI [francese]

Aulentina, tu non vivi per me

TIRANNA MIA, TU NON VIVI PER ME,

I [inglese] FOU DE [francese] LOVE [inglese]

Io son pazzo d'amore

APPRIESS' A TTÉ [napoletano]

Vicino a te

AMOR CHE A ME ME FAS [provenzale] LA GLACE,

PLAISIR [francese], DOLOR, CO CH'EL VOLS [provenzale]

Amore che a me fa gelo, piacere dolore e quel che vuole.

TIRANNIA MIA DESPOTISTA TU SI' [napoletano]

Tiranna mia, tu sei una despota,

TIRANNA MIA, PLANTO [it. antico] E RISO Y [sp.] DESIR [fr.]

Tiranna mia, pianto, riso e desiderio,

I FOU DE LOVE

APPRIESS' A TTÉ

AMOR CHE A ME ME FAS LE FAU, LA GLACE, PLAISIR, DOLOR

E SCIOGLIE EL SANGRE [spagnolo] LOVIENTE IN CORE

e scioglie il sangue amante in cuore

ROSSIENTE [spagnolo, "rociente"] POR TÍ [spagnolo]

ardente per te

VURRIA, VURRIA, MA PRIMM'E' MURì [napoletano]

Vorrei, vorrei, ma prima di morire

VIDA DE EROTICA AMBICIÓN [spagnolo]

Vita di erotica ambizione

E MORATORIA DE L'AMOUR [francese]

E moratoria dell'amore

E DI ESIZIALE INQUISICIÓN [spagnolo]

E di esiziale inquisizione,

TIRANNA MIA, ÇA IRA! [francese]

Tiranna mia, tutto andrà bene!

SANGRE LOVIENTE IN CORE

IO BASIO [it.antico] LAS PALABRAS [spagnolo] COI LABBRI MIEI

Io bacio le parole con le mie labbra

E PIÙ TI BRAMO SI EL TUO BEL LABBRO

PALABRA [spagnolo] NON E'

Non è parola.

GALANTINA, TU NON VIVI POR MÍ [spagnolo]

Galantina, tu non vivi per me

TIRANNA MIA, TU NON VIVI PER ME

I FOU DE LOVE APPRIESS' A TTÉ

Sono pazzo d'amore vicino a te

AMOR CHE A ME ME FAS [provenzale] LA GLACE,

PLAISIR [francese], DOLOR, CO CH'EL VOLS [provenzale]

Amore che a me fa gelo, piacere dolore e quel che vuole.

TIRANNIA MIA DESPOTISTA TU SI' [napoletano]

Tiranna mia, tu sei una despota,

TIRANNA MIA, PLANTO [it. antico] E RISO Y [sp.] DESIR [fr.]

Tiranna mia, pianto, riso e desiderio,

I FOU DE LOVE

APPRIESS' A TTÉ

AMOR CHE A ME ME FAS LE FAU, LA GLACE, PLAISIR, DOLOR

E SCIOGLIE EL SANGRE [spagnolo] LOVIENTE IN CORE

e scioglie il sangue amante in cuore

MORIR JE [francese] VURRIA [napoletano]

Morire io vorrei

D'AMOUR [francese] CON TÍ [spagnolo]

D'amore con te

MA PRIMM'E MURÌ [napoletano]

Ma prima di morire

I FOU DE LOVE

sono pazzo d'amore

TIRANNA TU SI'

SANGRIENTE [spagnolo] LOVE [inglese]

Amore sanguinante,

IN CORE POR TÍ [spagnolo]

In cuore per te.

vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv

FILLING

Eh bien, je fais partie de l'essor

Né à Legoland

Je n'ai pas de besoins

Mais il fait la même chose

Maintenant, je suis partie de la floraison

Il me rend ivre

Et l'emmener

Je ne vais pas à saigner pour ce

Se sentir bien ensemble sous le même parapluie a demì

Avec tout type d'alcool

Avec le nouveau modèle

En platine

Stabene ensemble clair dans le trou / US / UM de ma vie

FILLING

Well, I’m part of the boom

Born into a legoland

I don’t really have needs

But do it all the same

Now I’m part of the bloom

And it makes me drunk

And I steal it away

I’m not gonna bleed for that

Filling up my fifth umbrella

With any kind of any liqueur

With the brand new model

In record player

Filling up the hole in my life

VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV

FILLING

Beh, io faccio parte del boom

Nato a Legoland

Non ho esigenze

Ma lo fa lo stesso

Ora faccio parte della fioritura

E mi fa ubriaco

E lo portano via

Non ho intenzione di sanguinare per quello

Star bene insieme sotto lo stesso ombrello a metà

Con qualsiasi tipo di liquore

Con il nuovissimo modello

In giradischi

Stabene insime nel foro/US/UM della mia vita

VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV

STAR BEN INSIEME

Anca mi son drento sto mondo

nato a Spare Vniversità Isola del Menago

No go caprizi

Ma fa istesso

Adeso fao parte de la fioritura

e me imbriago

e i lo porta via

ma no go oia de pianzar par quelo

Star ben soto el steso ombrel a metà

co ogni qualità de liquor

con el novo assè model

de giradischi

Star ben insieme ne l'arengo de la me vita.

VVVVVVVVVVVVVVVVV

New post on Olia i Klod

La gondole dans les textes

by oliaiklod

Wolfgang Goethe, en 1786 s'exprimait ainsi : "Cette gondole ressemble à un berceau qui doucement vous berce" et régulièrement la gondole s'est faite la muse des poètes.

Goldoni, le poète, utilise la bouche d'un gondolier pour faire l'éloge de la barque :

Ma in sto nostro paese benedetto

dove regna il buon gusto e la ricchezza

più della vanità, più del diletto,

comodo vero e libertà si apprezza.

Voleu farve varar? andè a un traghetto,

subito montè in barca con franchezza;

co se vol la carrozza e 'l savè vù.

Se sè straco, andè in barca e stè là,

collegheve sul trasto e po dormì;

comodo come in leto stravacà

podè intorno girar la note el dì,

leser, bevar, magnar, tuto se fa;

ma la carrozza no la xè cussì;

se salta, se se sbate; se stracola,

no se sente dal strepido parola.

La gondole était le messager et témoin des grands amours et complice dans d'innombrables affaires amoureuses, comme le rappellent les mots de Pompeo Molmenti "Asilo di dolci peccati, ausiliatrice di trepidi amori"

Un poète qui écrivait en dialecte vénitien, Antonio Lamberti (1757-1832) est connu pour la "Biondina in gondoleta" musique de Simon Mayr, connue et chantée à travers le monde. Même Pietro Buratti (1772-1832) capte la poésie inspirée par la gondole et écrit la chanson "La barchetta" musique de Giovanni Battista Perucchini et chantés par le peuple. Dans le dernier couplet l'auteur décrit le gondolier du XVIIIème siècle, mais il faut avouer que la l'aspect du célèbre batelier est restée la même au fil des siècles.

La note xe bela,

fa presto Nineta,

andemo in barcheta

i freschi a chiapar.

E Toni el so remo

l'è atento a menar.

Nol varda, nol sente

L’è un omo de stuco

Da gonzo, da cuco,

a tempo el sa far.

Pietro Pagello (1807–1898) écrivit la célèbre Barcarolle, mise en musique par le maestro Morolin, dédiant ce texte à l'écrivain français George Sand, née Aurore Dupin Dudevant, qui devint sa maîtresse :

Coi pensieri malinconici

no te star a tormentar:

vien co' mi montemo in gondola,

andaremo fora in mar.

Passaremo i porti e l'isole

che çirconda la çità,

el sol mor là, senza nuvole,

e la luna spuntarà.

Sta bavèta, che te zògola

tra i cavei inbovolai

No xè turbia da la polvare

de le rode e dei cavai.

Sto remeto che ne dondola

In sordina no se sente,

come i s-ciochi de le scùrie

come i urli de la zente,

se in conchiglia i Greci Venere

se sognava un altro dì,

forse visto i aveva in gondola

una zògia come ti.

watch?v=xEcHK47V4q8

Chaque siècle a connu ses poètes qui ont chanté la gondole et le gondolier. Riccardo Selvatico (1849-1901) poète, Conseiller Municipal puis maire de Venise, dans son chef-d’œuvre de l'opéra vénitien "La Regaté" cite avec emphase toutes les barques, mais avec une tonalité plus affectueuse pour les gondoles.

Ettore Bogno (1873-1955) figure exemplaire du poète en dialecte, avec sa "La gondola vecia" à dédié des verset mélancoliques à la célèbre et typique embarcation vénitienne.

Dentro d’un rio che sboca in Canalasso

a na s-ciona de fero incaenada

da mesi e mesi a l'ombra de un palasso

stava na vecia gondola fruada.

Rusene el fero, come un caenasso,

senza pagioi né forcole, imberlada,

col trasto e le sentine in gran sconquasso

la stava là da tuti sbandonada.

Geri un'ondada de tramvai potente

la ga sfassada e, rota la caena,

La l'à despersa a tochi per el rio...

cussì a sto mondo: tanta bona zente

per ani e ani sgoba, strussia, pena...

un zorno le sparisse... e xe finio.

Parmi tant d'autres écrivains, il convient de rappeler Albano Baldan, George Byron, Bepi Larese, Raffaele Michieli, Domenico Varagnolo, et Richard Wagner, qui, avec tant d'autres ont été inspirés par le fameux "navire" des canaux de Venise.

Parmi les auteurs modernes qui se sont démarqués en écrivant sur la longue barque noire, citons encore Diego Valeri, Aldo Palazzeschi, et Aldo Giurlani, qui écrivait : “La gondola è oggi un'espressione d'arte e di poesia: l'anima di Venezia”

oliaiklod | 10 octobre 2011 at 0 12 04 100410 | Tags: Gondola | Catégories : Venise | URL : http://wp.me/p1719f-1Z5 Commentaire

vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv

VESTALI

Vestali antenate

eroe del tenpio

isole acoa sacra

ziveta cigno eredi

Fetonte fetente

te si cascà dala barca

e tuti i t’a disegnà sul caro

I Cavai bianchi

le piope Este a du remi da Ciosa Adria Altin

li in meszo a l’acua Olmi celti

fusarole e farfusole

Rosa Feconda

contenzioso XI sec. XVIII sec. fin ancò.

Popolo Sparto de tanta legna incisa

Li soto la croce celta

catà nela scudela

se fasea placito.

Li se pescava li se

strupava busi con dusi

col caval bianco e careto

e nei fosi antico ricordo

del Menago se catava pese

inveze adeso no ghe più l’acoa

e ne tol par le cul

l’Enel e i Consorzi L'Unviersità de Padoa , Roma e quant’altro

ma serene acoa e acoa vegnaremo deolta

Piope sorele de Fetonte -(fetente)

Fetonte casca dal Caro ?

o da la barca? Ven trasformà in Cigno

Tritone fiol de Nettuno

Ambra Le lagreme de so sorele

Fetonte

trasformà in Piope

Isolani Sparti

Dio dell’acua Nettuno

Acoa sacra

Noantri fioi de Tritone Pilimene (PALI IMENE) Tiresia Manto

Atlante Egle Espertusa Aretusa

Argonauti pelasgi Dioscuri

eletridi

Tritone sposo a Manto

di stirpe divina cugini vetuli

in aiuto a Enea

Manto e tritone ebbero figli Ocno e Aulete

Ocno fratello di Mospo =Aulete (che poi fondo Perugia?)andò a chiedere aiuto ai vetulani

Aulete = Mospo

duce di nave di cento travi solcava il mare

el’endolaguna Po Menago

vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv

come andò a fondare Perugia dio solo lo sa.

” così Virgilio

Mospo è personaggio attestato soricamente.

La rosa dei venti.

Ipogrifo Clipeo

il medio evo colto opera la più grande mistificazione filosofica - morale di tutti i tempi: cancella il lago e le esperidi e le sposta.

Culto del Sole e dell’acua sacra

l’oracolo

l’antenato eroe la palafitta

el fogo votivo el buriolo faro dele nebie

el santuario venetvlato

indoe gh'era la piera de

IOVE IVNONI MINERVAE

domelli albari sacri

++++++

+++++++++++

G. Fogolari

La protostoria delle venezie , in Popoloi e civiltà dell’Italia

++++++++++++

EStrosa ACOA

L’acoa estrosa

isole ene

giardin dele esperidi

in do elo el drago l’ipogrifo

copò da Ercole nella 11 fadiga.

Ercole e par i cristiani S. Michele e san Giorgio.

Par mi Ercole è Arcole

e la proa l'è l’undicesima

-El fogo buriolo nebia acoa isole

La scoperta che il fuoco si può accendere artificialmente con soffioni e pietre acciarine cambio il percorso umano.

Apparato ideologico militare agrario religioso aristocratico

finalizzato alla cancellazione della memoria delle Isole Sparse po e Menego

e i tratti della memoria

attacco agli eleni isole sparse Menago Magister canonici

eliminazion acoa

barche, barcaroi , scueri, distruzioni prove , architettoniche, messa in mora , porti.

occcultate palafitte

barche scandole mulini strumenti d’igene

************

Lago Pierin in Barca

Giochi istimici poi Naumachie

tra Este e Ferrara (foro risara)

Tra Bergantin e Sparse isole Menago Po

Tra Fimon e Vila marzana Sparse isole Menago Po

Tra Bergantin e Sparse isole Menago Po

Tra Corinto e Atene

BENACESE MENCIO

Industria navale

scueri endolaguna

con scuola a Governo

l’acua nella confluenza dei paleoalvei

Po Secia Panaro Mencio Cese Tion Tartaro.

Lago con paliificata militare

Barche a fondo piatto, Gondole

Eni Costruttori di Navi e zattere scandole

scandoline

La modifica delle linee di riva causato da arginatori militari dell’acua sacra.

òòòòòòòòòòòòò

Sindacarie

Carlo Magno

Borghi

Cultura

creare divisioni per governare

dividi et impera

Papa anno 1000 butà l’infamia su ostilia par divida el Bosco e tutte le possessioni e l’acua

El grande bosco planiziale eneo perilacustre Gaio Menago Po

1185 disputa tra le isole e i Canonici grande bosco gaio dela carpanea

*Selva Governo acua Olmo celtico croce Ostiglia Lago Andes Nonantola Fimon

“i castei i'era spampinè da par tuto nele Isole scrive SCOLARI. El Ghe n'a contà BEN 55 (szinquantaszinque) E guarda ben che gli lustrà par ordine alfabetico l'è rivà solo alla letara O con Ossenigo ;

La descrito solo de quei c'hel gavea notizia sicura, cosita

descrivendo solo quelli de quali aveva notizie certe , così

DA PODERLI MENZIONAR

poterne far menzione.

SCOLARI NOL PARLA MIA DE QUEL DE CEREA

Egli non parla di quelli posti in territorio di Cerea , che

MA BRESCIANI STORICO CONFERMA CHE QUA GHI N'E' ALMANCO TRI

qui esistevano almeno in numero di tre : Cerea, Asparetto,

ACERETA, SPARE', RAMEDEL.

Ramedello.1

Acua de Po dela ceruela conca,

apena desora el quarantaszinquesimo paralelo

intorno al meridian numaro ondese

te te confondi col l’acua del Menago

te fe un gran lago, na lama , fin ale Isole Ciozse e Isole Adria

Lama che l’è come quela che circonda le piase de otanta Isole cimè Venezsia.

Slargà la tera e para via l’acua

e le isole i'è deventà seche e

le sa sbasà de quatro metri

longhe e strete isole in mezso

acua da barca da palo , col fondo piato,

li dove se basa Menago e Po

Fetonte l’è cascà in mezo al giardin dele Esperidi

La paleta votiva in barca se godea

nel bosco planizial gazo ganzo

da na palafita a l’altra

da un'isola a n'antra

l'acua l'era el confin

con la crea se fasea le scudele

che se brusava sul fogo

intorno ale nebie

broli e burioli , boir i caldierioni.

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Nel 1990 ho conosciuto Piero Franceschetti, pittore, poeta , Maestro , nato a Villa Marzana nei Sete Mari cantè da Plinio el Vecio nela Historia Naturalis. Quindese chilometri da Rovigo a sud ovest verso Ferara. Soto el 45° Paralelo.

Con lui esponevano ciclicamente a tema, in rigoroso 70x100 i pittori Cammarata Giorgio, Felice Cosentino, Matteo del Giudice, Ernesto Di Battista Giovanni Duso, Romana Gennaro, Danilo Martini, Michela Modolo, Enzo Rocchetti Anna Maria Ronchin , Pino Vencato.

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2003

Scelta d’amore

Antonia Stevan

Marostica gli scacchi

Assessore alla cultura Marostica Cuman Mariangela

Chiara Scrittrice

Leda Poli Insegnate

Prof. Bartolin 18 Racconti

figlie d’arte 29 disegni

ultima sigaretta

89 nature morte

aderenza al racconto

chine aquerellate

Emersioni endo lago una

Scuola bruno sbanpato

cancela dal prode fante

fontana netun

portà via dal prode fante

na portà via l'AVA

N 45° 13’ est 11° 10’

Muse arche meszoacua Po Menago Bachion

Palafitticoli abitati su acua

Matrici per fusioni 3500 ac

Menago a Mencio

Museo Bosco Gaio Isole Planiziali

Po Menago Bachion

Età del bronzo

Emersionoi 2005

attestata in tutta la go Po Menago industria litica

dal V millennio a.c.

dalle Alpi agli Alpinini

come le emersioni Sabionare vizin Argine.

Notificate Soprintendenza

Venezia maggio 2005

consegnate Museo Sparè

sezioni barche scandole(Piroghe)

Carpenteria scueri endolaguna

Menago Po Bachion

La flotta pen - isole

La civiltà sommersa Torbe

Celti,Vetuli, Elleni, Siracusani,

Enei,

Dicono Benedettino l’a capio l’acua cucà

dosento ani dopo el fenomeno

che l’è desmontà

el drago l’è desmontà

e dal V al VIII secolo se conta e riconta

quanta roba sa podu’ (plenitude potestatis)

Mai contenti nel Menago

i ghe taca drento ancora piasè e alora

suga ti che sugo anca mi ghè rivà anca

el papa a far suto

e via col el contezsioso le isole sempre piasè grandi

isolani sempre piasè a oltar la torba

sempre piasè fadiga

da paroni a schiavi dei sugafosi

po se ga meso anca i Veneziani che i sa podù slargar

ma lori lacua , salà magari,

i se la tegnù, ma adeso con le mose

i vol sugar anca venzia

ghe pensa i sabaudi coi bidoni

intanto isole e isolani

menago po iè sta divisi da argini

sifoni, condotti, trapei,

e cosità quando se irrabiarà l’acua sacra

te ‘ darè che spegazo.

Ogni tanto qualche aviso ai sugafosi

ghe lo dà. ma tanto me da tanto

avanti savoia che la polenta

se coltiva.

Rotchild

Una foglia di platano stringe

e copre la ruota metallica

di una ninfa

intenta a giocare

nella stanza di Pan

Ala confluenza de l’acua sacra del Po col Menago

se cata vizin a Ercole . S.Michel el drago ipogrifo

el castelier de pali ficà

Po Menago Tartaro Argine

Li tra la medusa el giardin dele esperidi

szugavo mi Virgilio e Dante

al zugo istamico

ma che szugo elo?

salta de qua de la dela riva.

Dopo iè deventà naumachie....

li se confonde Po e Menago

nela fosa Mantovana

soto l'Isola Ronchetrin

el Brusà el Busatel

ultimi tochi de lago e de lama

li vizin la risara basadona

eco el bastion

45° 7’ 00” nord

11° 14’ 00” est

Bosio

carta a rcheologica regionale

1990

panini modena

Rizsi = riti = Reiti

Atena Pallade

Spirali acua Gorgo

Gorgoni medusa

III sec.a.c.

Isola longa e streta

bronzi

rasoi

spilon

fibule

fibule delfin

acua

fusarola cm 2 di diametro 13mm di spessore nera impasto

campanellino in bronzo

museo castel vecio verona

cintura de bronzo

anelli in bronzo

45°13’30” Nord

11° 10’ 00” Est

Batesimo

butarse in acua sacra

imersion

alessandra

strada dei pilati 24

Bassano

347 6837395

alexperia@tiscali.it

Poeta

cinema rodolfi Bisatti

Sibrium =

Radice Sev che indica abbondanza d’acua

castel seprio

Varese ticino

Novara

Como Lago

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Gli illuminati erano in fallimento e i soldi li prendono dalle isole 1000 d.c.

Boso gaio isole sparse 1225

Menago

Tornatura:

Unità di misura di pezze (isole ) lunghe e strette fatte a barchette fatte per fare l’amor

vedi Garzon sparè

Bosco gaio quantizzato 1225

isola scala

conca marise

sparse isole sparè

solazorum

casalnon

ravagnana