MENAGO BRUSA' TARTARO BUSATEL T.REGNO.N

RENATO DE PAOLI

nel veronese e nel visentin ,

VENETO

scrivi a depaolirenato@gmail.com

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Isole Sparse VNIVERSIXA' Tregnon Menago Lavegno

Tra el Menago el T.Re.gno.n e el Tartaro Tion de grande intarese e beleza i'è l'acoa proteta del Brusà, e del Busatelo che ricorda la grandiosità dele Isole Sparse nei paleoalvei dal Tion, Tartaro, Tregnon, Sanoa, Menago, Lavegno, Alzare, Frata. , el bosco planiziale che cuerzea dala foce HOSTIUM = FOCE = OSTILIA = OSTIA = OSTILIA de uno dei "Sette Mari" el rendea maestose e mitiche ste Isole "ciamè anca Eletridi". el paleoalveo dela "Lama" = LAGO = "che solo qualche ciara olta d'istà se suga l'è restà come ricordo nel Tartaro e nel Busatello, Brusa, Menago .

(SCHIZA SU STO STRAMBOTO PAR SCOLTAR LE BESTIE E VEDAR ALBARI E FIORI)

http://extra.istitutoveneto.it/venezia/divulgazione/pirelli/pirelli_2005_it/Banca_Dati_Ambientale/192.168.10.66/pirelli_new/divulgazione/valli/index.html

Regala grande piaser el pensier de come l'era na olta, quando l'era pien de acoa, e gh'era el bosco, e le barche , i scueri e Isolani i stava sconti nela selva scura a far i so riti che Dante i'à ciamè BOLGE = ORGE. Se contava che nela selva scura se fasea orge e ogni misfato, tanto da ciamarlo par i forestieri INFERNO. Ancò gh'è restà poco ma sti tocheti da acoa i fa inamorar e piasaria a tuti con na barca guardar l'acua in doe se speia el sziel.

Anca se e sta sugà tuto con artificio dei ingegneri che sa meso sora i ministri Veneti e nonostante la tanta presenza dele Isole e dele atività sul'acua de l'uomo ancò i ni a' ciavè via tute, e cosita la nostra cultura e le nostre raise.

Le Isole Spampinè ne l'VNIVERSIXA' Tregnon Menago Lavegno Gua’ BOSCO E ACOA SACRA permete de goder de orizonti grandi asè e de Isole Spampinè piene de acoa, fossi, alzari e tochi de boscheti , inveze le "opere idrauliche" ga le ciave qulche d'un che no se pol comandarcge da 215 ani. E cosita le Isole curte in doe se coltiva, gh'è dele stradele longo i fosi.

Li ci è fortunà pol catar na barca ligà magari negà. Se pol ciaparla con el palo traversar i fosi , e con la scandola n'dar a catar e scoerzar continuamente i fiori e l'erba, i prà e le bestie che se sconde e vive in sto YRI.REGNO indoe nase le robe da lore sole .Inveze par ci no vol o no pol ghe dele stradele par le biciclete e anca se pol vedar con la machina, o con l'aereo.

Se pol vegner da soto a sora o da sora a soto.

Qualche d'un l'è vegnù da Vigo ma mi che la strada lì no l'ò mai fata però i conta che: dopo la cesa, se gira o drita lezendo i cartei che ghe scrito per la SS 434; ( me piasaria volese dir Santi Santissimi quatrozentotrentaquatro ) la bisogna scavalcar la siepe come quela de l'infinito de Leopardi.

Bisogna n'dar in fianco ai frutari, se riva ala antica corte (mia tanto ) dela Marchesa. Con un trato de strada bianca se riva a Insula Vela barcolo mea (famosa asè par i siti con arche e logico che conserva vilagi dei clan palafiticoli dei nostri AVI E da l'età del Bronzo Antico, ma nca prima, fin ale Insule VENETULATINE; guardè Massaua, corte Lazise, Venezia Nuova, tuti sti nomi novi ìè sta inventè da quei che vol portar la roba a Lazise o a Venezia o piasè in la.).

Dale Isole intorno al Villabartolomea = Vela Barcolo mea (LAX VENE XK = LAGO VENETO), se va vanti par Castagnaro, che adeso l'è deventà un paese na olta l'era un arzere longo . Castagnaro l'è un ponto "strategiacamente" importante asè ne l'aqua libara dele isole spampinè. Qua una dele ciave par verzar l'acoa che pol essar fate vegner de olta al so posto. L'acoa l'è oro , l'oro dele isole spampinè , che le gà tanti pali e tanti AVI E. Nel 1387 qua l'ultimo del ramo bastardo dei Scaligeri ven batuo e le sta batuo da da Acuto (HARWOOD) che l'era a servizio dai Cararesi ma dedrio gh'era i Visconti e i Medici.

Sta guera segna la fine dela Signoria Scaligera e ghe vien drento i Visconti par disisete ani.

Dal Castagnaro se pol n'dar al isola Vizina Menà = SANTA MENA = MENARSE = MENA' GO = MENA' GO ANDARE IN INGLESE, de Isola in Isola. Ala Menà ghè na piaza grande asè e na cesa a l'estremo bordo de l'isola, con na cesa manco picola. La cesa piasè picola e l'è la piasè vecia è lì è sta piturà dal famoso e brao pitor Brusa sorzi = Brusa i Rati che ven su dale fose) . Dopo se ciapa l'imbocadura de l'Isola Santa Anna fin a riva re a Isola Emisario con (San Piero 47). A drita ghè na strada che se pol ciapar che l'è in costa ala Fosa Maestra.

Il Bosco GAZO DEL LAGO INTORNO ALLE ISOLE IN MEZO AL Tartaro TREGNON MENAGO . Da Vigo si raggiunge isola Vangadizza quindi la isola di Torretta. Dopo l'abitato, lungo la SP n.46 che congiunge Legnago a Castelmassa, appena attraversato il ponte sulla Fossa Maestra si vede il Bosco. Sono 15.000, tra alberi e arbusti autoctoni, le piante poste a dimora nell'antico alveo del fiume Tartaro, un ambiente ideale per la fauna. Il percorso ha uno sviluppo di 3 km. da farsi a piedi e non serve alcun particolare equipaggiamento. Il bosco è stato progettato ed è gestito dal Consorzio di modifica Grandi Valli Veronesi e Medio Veronese (tel. 0442634111). L'accesso per gruppi scolastici o turistici è consentito preisola autorizzazione del Consorzio stesso.

La acqua da barca con palo del Brusà

Da Vigo a Legnago quindi si procede lungo il paleoalveo del Menago per le Isole Sparse, dall’ isola Aselogna si raggiunge isola La Pozza c'è l'oasi del Brusà, gli ultimi 30 ettari protetti per quello che è uno dei pochi tratti di acqua da barca con palo scampato alle bonifiche. L'oasi è affidata all'Associazione Naturalistica Isola del Brusà tel. 0442231709 che concede l'autorizzazione alla visita. Da vedere il mulino Marogna che per secoli sfruttò le acque del fiume Menago per macinare grano e pilare risi.

Il Busatello

Da Vigo si raggiunge Legnago e da qui si procede in direzione Mantova sino Sanguinetto dove, appena entrati nell'abitato, si notano le indicazioni per Gazzo Veronese. Nel 1996 il Comune di Gazzo Veronese ha acquistato i 46 ettari della parte veneta della acqua da barca con palo e l'ha affidata al Wwf Italia Gruppo di Gazzo Veronese, tel. 3687272884. L'oasi, cui vanno sommati i 35 ettari che ricadono nel mantovano Comune di Ostiglia, si presenta pensile rispetto al piano delle campagne circostanti per cui il rifornimento d'acqua, copioso in primavera e in autunno, viene assicurato da una potente idrovora. In estate, stagione di secca si assiste allo sfalcio del carice e della cannuccia di acqua da barca con palo che un tempo rappresentavano una fonte di lavoro per l'artigianato della zona. Nel cuore della acqua da barca con palo lungo le rive del fiume Busatello la vegetazione è ricca di specie,mentre i canali sono in gran parte coperti di vegetazione galleggiante. Uccelli,tra cui i predatori, rettili, anfibi, ventidue specie di pesci e mammiferi come le nutrie popolano ogni angolo della acqua da barca con palo.

LAGO GRANDE VERDONESE

La vasta acqua del Lago (lama) grande planiziale, che raccoggli Il Po- Tion , Trataro, Tregnon, Menago a forma di lama (Dante XX ° canto) , si presentava fino a pochi anni fa ricoperta d’acqua solcabile con la barca con palo.

Il lago ha forma est ovest, abbondante di acque che trovavano un naturale deflusso con una leggera pendenza, specialmente in direzione del polesine.

L’opera di regimentazione delle acque già perseguita nel resto del Veneto dalla Repubblica Veneta, soprattutto per favorire l’agricoltura a scapito delle vie navigabili, ebbe il suo momento saliente e decisivo a partire dalla seconda metà del XIX secolo, quando si pose mano alla definitiva modifica del Lago Grande. Ora ristrette fasce a ridosso del corso del Tartaro vecchio e Menago sono rimaste paludose e presentano la vegetazione tipica delle zone umide: canna palustre, carici, tife, menta acquatica, sparganio, lenticchia d'acqua, salvinia natans, morso di rana, ceratofillo ed esemplari di salici.

Sotto il profilo faunistico si segnala la presenza di anitre, passeriformi, gallinelle d'acqua, cannaiole.

L'acqua delle Lago (lama) grande planiziale fu abitata dai palafitticoli e dall'uomo fin da epoche remote e riveste un grande interesse dal punto di vista atorico - ambientale - archeologico. Vi si conservano infatti consistenti testimonianze risalenti prevalentemente all'età del bronzo.

Sovente le stesse isola che hanno restituito materiali e testimonianze databili all'età del bronzo risultano successivamente occupate in età romana da numerose Inule Ville e insediamenti rustici, dove si poteva centuriare , da cui sono riconoscibili numerose tracce.

Si ricordano in particolare l'insediamento preistorico di Fabbrica dei Soci (Insula Villa Bartolomea), dell'età del bronzo, che era probabilmente circondato da due rami di un corso d'acqua, la necropoli di Franzine (Insula Villa Bartolomea), che rappresenta il nucleo di sepolture più consistente per quanto riguarda l'età del bronzo medio-recente, sui quali insistono resti di insediamento romano; la Insula Villa rustica romana a vari ambienti di Venezia Nuova (Insula Villa Bartolomea) e l'insediamento romano di Val Nova a Castagnaro, viciono alle Isole Menà.

I siti palafitticoli e i dossi consolidati e muniti durante l'età del bronzo circondati dalle acque circostanti furono riutilizzati dai Romani che intervennero con un più ampio disegno di controllo delle acque.

La lettura delle foto aeree consente infatti di riconoscere la presenza delle maglie della centurazione romana, databile dalla fine del I secolo a. C. alla metà del I secolo d. C..

Nell'acqua della centurazione è visibile il tracciato di una strada romana, affiancata da fossati laterali; che dalla Isola Torretta - Crocetta ( castelliere ) procede verso nord est, si biforca nei pressi della isola Verme e con un tronco punta verso est, in direzione d’isola Corte Massaua, mentre con un altro tronco, meno evidente, si porta in direzione d’isola Venezia Nuova.

Ora la campagna coltivata a monocultura estensiva di mais, paesaggio in cui campi di mais, cereali, tabacco, foraggio, risaie si susseguono fra le verdi quinte delle cortine arboree.

Il recente recupero delle Lago (lama) grande planiziale all'agricoltura spiega anche la scarsa diffusione nell'acqua della Insula Villa veneta e di nuclei rurali sparsi.

Molto interessanti si rivelano invece le strutture insediative sviluppatesi tra l'acqua del lago grande, che rappresenta ancor oggi la più vasta distesa d’acqua del veneto e l'argine destro.

I siti, che qui si susseguono con continuità, presentano stretti legami con la presenza fluviale racchiudendo al loro interno funzioni connesse con la navigazione, la difesa dalle acque mediante opere idrauliche e ospitando attività produttive legate allo sfruttamento dell'acqua come forza motrice.

Un interessante esempio di tipologia insediativa a doppio pettine è dato da Insula Villa Bartolomea, un tempo percorsa da acqua nel suo mezzo, dove si susseguono lunghe schiere di case con orto.

Un andamento lineare presenta anche la Insula Villa Veneta - Borghetto - Insula Villa Bartolomea, che con le barchesse e le pertinenze forma una struttura aperta, referente spaziale per la borgata rurale.

Per quanto riguarda Menà sul Castagnaro, dove in periodo medievale esisteva un castello, le continue vicende delle rotte, sia naturali che gestite, hanno condizionato e modellato lo sviluppo dell'insediamento, evidenziando la correlazione tra la presenza di opere idrauliche e l'organizzazione abitativa.

Importante manufatto idraulico per la distribuzione delle acque nell’ acquatorio è la chiusa denominata Ponte della Rosta, in isola Rosta Castagnaro, costruita per regolare l'afflusso delle acque dell'Adige nel Castagnaro. Numerosi sono peraltro nell'acqua esaminata i manufatti idraulici connessi all'epoca della modifica

Un altro sito che riveste particolare interesse archeologico è rappresentato da Il Castello del Tartaro - Menago (altro castelliere), nel paleoalveo del Lago Verdone Menago, abitato di tipo palafitticolo (età del bronzo), circondato da un vallo, di cui viene data descrizione nella relazione della fascia riguardante il fiume Menago.

Come si è detto la modifica del Lago (lama) grande planiziale è di recente data: le cartografie storiche dal XV secolo fino alla prima metà dell'Ottocento rappresentano infatti la zona a acqua da barca con palo e canneto; nelle più antiche cartografie la segnalazione di postazioni militari quali torri e bastioni inseriti in tale ampio acquatorio incolto invaso dalle acque, è rivelatrice della valenza difensiva e militare che questa vasta acqua paludosa rivestiva.

Fra i siti fortificati esistenti qui un tempo si segnala in particolare quello de La Torretta, alla confluenza in Tartaro - Menago Nicesola, citato per la prima volta in un documento del 1445, dove era situato il bastione della Crosetta, che faceva parte del sistema difensivo facente capo a Legnago e nei cui pressi è stato rinvenuto abbondante materiale ceramico di particolare interesse, databile a partire dalla fine del XIV secolo. L'acqua, nella cartografia della prima metà del Settecento, era indicata come paludosa.

El punto l'è el meio par guardar con maraveia quanto le granda l' Endolaguna, .............ciapando con una oacià le case e la cesa de l'Isola de San Zeno, sito archeologico fin a l'epoca Etrusca e piasè in là. Vedi la piera portà a Verona CIL 3242 dedicà a IOVI IVNONI MINERVA LVA. VSLM. Le vece idrovore i'è sta sostituie da quele nove potenti asè. Se vende anche i canai i fossi indoe g'era i "SETE MARI".

John Smith

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