Esistono tanti tipi di memoria. Quella che per i miei vissuti è determinante è la memoria della fiducia che si basa sulle mie esperienze. Ogni evento della vita mette in gioco tutto me stesso.
È la memoria che forma il mio modo di essere, per divenire sempre più forte e sicuro, per affrontare le difficoltà della vita.
È la memoria che considera l’essere in tutto il suo modo di vivere l’esperienza, coinvolge l’uomo nelle più nascoste profondità del suo agire.
La complessità della memoria forma l’uomo.
La musica è la memoria della fiducia.
È il mio riferimento per crescere, per mettermi alla prova, per ascoltarmi, per emozionarmi, per lottare, per vincere, per soffrire, per studiare strategie.
Evolvendomi con la musica, mi evolvo nella vita.
La musica è dentro me, mi educo e mi educa per vivere.
La musica è il senso della memoria.
MEMORIA PER SCRIVERE MUSICA
Amo suonare e comporre. Il mio comporre nasce dalle memorie delle emozioni, dei miei vissuti. Conosco la qualità delle mie composizioni.
Esse possono non piacere a tutti ma nel mio cuore sono tranquillo perché hanno un valore profondo per me.
È la memoria del mio essere, del mio esistere!
Con la musica posso ascoltarmi dentro e comprendere me stesso per migliorare.
Ho scoperto che per suonare bene un brano devo aspettare che tutto il mio corpo sia attraversato da un brivido. È il brivido che mi permette di essere in ascolto.
È consapevolezza del grado di concentrazione in me.
Quando inizio, il mio tocco deve essere caldo, deve comunicare sin dal primo suono.
Per far sì che questo avvenga, la mia disposizione al pianoforte consiste nel trovare la sonorità personale di quel pezzo musicale e cercare di trasmetterlo.
Ad esempio, suonando il Valzer in la minore op. 64 n° 2 di Chopin, che vorrei farvi ascoltare oggi, la mia fantasia si esprime in ogni battuta musicale, con emozioni diverse deve esprimere in me una ricerca dell’intensità del suono, dell’espressione del suono e delle sue risonanze.
MEMORIA DEL GESTO
Suonare uno strumento richiede gesti che determinano la qualità del suono e la riuscita della composizione.
Attraverso il gesto si cerca il suono e per raggiungere un suono si cerca il gesto.
Il gesto è l’espressione di me stesso.
Attraverso il corpo interiorizzo il mio modo di essere.
Con il gesto studio lo spazio della sonorità del pianoforte, allargo gli orizzonti culturali ed acquisisco una maggior padronanza delle mie potenzialità musicali, creative, emotive e fisiche.
Occupare uno spazio musicale sul pianoforte mi porta verso una ricerca del tocco, dell’ascolto del suono, delle sue risonanze, delle sue propagazioni e del bello della musica con il mio corpo.
Il suono generato dal mio gesto crea in me emozioni forti e la fiducia per la riuscita dell’evento musicale.
Suonare ascoltando il corpo mi dà sicurezza perché nasce da me stesso.
La musica è il mezzo attraverso la quale so stupire le persone per la bellezza dei suoni.
Con la musica non sono più considerato una persona sorda, perché so fare musica e trasmetto emozioni e contagio emozioni!
Con la musica ho trovato il modo di essere una persona vera perché sono pienamente me stesso.
La musica è la scuola dell’ascolto.
Daniele Gambini