Tempo

Il tempo può essere definito come una caratteristica che la mente umana attribuisce al movimento o, più in generale, al cambiamento. Da un punto di vista scientifico è una grandezza fisica fondamentale che caratterizza ogni evento.

La complessità del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni filosofiche e scientifiche.


IL TEMPO PER SENECA


Secondo Seneca il tempo è un elemento essenziale nella vita degli uomini. Seneca esorta Lucilio nelle lettere a dare importanza al tempo, a dare un senso alle sue giornate cercando di non sprecarle nell'inerzia, perché spesso il tempo ci viene tolto di nascosto o viene sprecato per negligenza. Seneca spiega inoltre a Lucilio che bisogna essere padroni del proprio presente, perché solo la morte sa quale sarà il nostro ultimo giorno. Dopo questo consiglio, Seneca fa una distinzione tra le persone che sanno impiegare il tempo vivendo tutti i giorni come se fossero gli ultimi della loro vita e le persone che vivono la vita con negligenza, queste persone collocano la loro esistenza nell'attesa del domani e guardano la morte come un evento lontano.

Seneca vuole far capire a Lucilio che la maggior parte degli uomini non è consapevole di quanto sia prezioso il tempo e di quale sia il modo proficuo in cui esso debba essere impiegato, attimo per attimo. Il filosofo latino è convinto del fatto che la vita non sia affatto breve, ma che sia lunga, se il tempo viene gestito bene. Spesso il nostro tempo ci sfugge mentre siamo impegnati in attività non costruttive ed i giorni trascorsi si perdono.


IL TEMPO PER PIERLUIGI CAPPELLO


Pierluigi Cappello affronta il tema del tempo in una parte della sua produzione poetica. Il tempo può essere quello dell'infanzia, senza memoria, che trascorre nel presente, nell'esperienze del meraviglioso quotidiano, nella contemplazione della natura e nella simbiosi con questa. Appare "senza distanza" anche il tempo scandito dalla "sola direzione del dolore", anch'esso accompagnato dall'esclusiva azione dello sguardo, dal dentro al fuori. Dalla sospensione della dimensione temporale nasce la poesia.

Ed è proprio la poesia che celebra un'altra sfumatura del tempo, quella della semplicità del quotidiano in altre stagioni della vita. Il tempo diventa cornice del "trono di una normale sedentarietà". Nella memoria, ancella del tempo, si abbandonano i volti senza importanza, si brinda anche ai giorni dimenticati e si focalizza l'importanza del filo d'erba tra le labbra e del "ventaglio di luce" che accompagna, e a volte vince, il grigio.

Compagna del tempo appare anche la noia che nell'infanzia diventa pretesto per far lavorare l'immaginazione e nei momenti più difficili diventa spazio della lettura e, quindi, della libertà: "Piano piano passavano i giorni e io iniziavo a sentirmi più forte, le letture si prolungarono e le ore di noia si accorciarono. I libri sono degli specchi: soprattutto se li si legge da distesi, sorreggendoli sul petto, con gli occhi all'altezza delle pagine aperte, la postura particolare ne fa emergere la forma segreta. Solo che non restituiscono i tratti del tuo viso ma, nello scorrere dei personaggi in cui di volta in volta ti riconosci, nei luoghi descritti in cui vorresti essere, o in quelli dai quali vorresti fuggire, mostrano sempre qualcosa di te. Porte spalancate su mondi, dove è bene che la tua incredulità rimanga sul comodino [...]". La lettura diventa ancora una volta uno strumento vincente, anche contro il tempo.

Le poche carte

Le poche carte che ho con me

piegato sulle pagine da scrivere

con calma assira da scriba

senz'altra direzione che il dolore,

un giardino che filiazioni

e filiazioni, un'umanità tutta intera

ha finito di attraversare;

le poche carte, e questi occhi

lo specchio immobile dell'iride;

screziato dall'ombra delle foglie:

stare così, senza distanza

tra il tempo e il tempo

e la mano e la mano

senza memoria

come una disperazione

o un'infanzia.

-Pierluigi Cappello

Brindisi

Lasciarsi dietro i giorni come un fastidio

voltarsi, della folla non riconoscere un volto.

Prepararsi il trono di una normale sedentarietà

e dal basso, un singolo filo d'erba fra le labbra,

alzare i calici di tutti i giorni dimenticati

lanciare le spine sotto le unghie

dentro un magnifico grigio,

in un ventaglio di luce.