Incidente

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DALL' INCIDENTE...

L’11 settembre 1983, Pierluigi Cappello viene coinvolto in un incidente che lo segnerà profondamente durante il quale perderà la vita il conducente, nonché suo amico. L’incidente lo costringerà a rimanere disteso nel letto, per la maggior parte della sua vita, rendendo quasi impossibili i grandi spostamenti. Sarà costretto a rimanere inchiodato a quel letto d’ospedale per 7 mesi. Nei mesi successivi, grazie ad innumerevoli sforzi, riuscirà a rimanere seduto sulla sedia a rotelle. Solo il 16 marzo del 1985, Pierluigi uscirà dall’ospedale.



...ALLA LETTERATURA COME ANCORA DI SALVEZZA

Durante i giorni di agonia in ospedale, Pierluigi si ritrova a proteggere i suoi genitori dalla dura verità dei fatti: la sua impossibilità di ritornare a camminare. La letteratura lo accompagna nel suo percorso verso la riabilitazione, tanto che Pierluigi scrive nella sua autobiografia in forma di romanzo: “Tuttavia, negli anni, il letto si è trasformato in un tappeto volante, un luogo dove per un po’ ci si sottrae al mormorio nel quotidiano e si vedono le cose da lontano e dall’alto, come se il letto avesse sostituito il colle dove ho vissuto la mia infanzia.”

Tra la ricerca della nuova normalità e il passare dei giorni, Cappello prova una sensazione di dolore, che “porta dentro intatto e inoffensivo” e che rimane “come un proiettile che si è fermato accanto al cuore, e che nessun chirurgo è stato capace di estrarre”.

Poesia senza nome

Il nonnulla che ti coprì le spalle

quel cencio di sole e luce che corse

la volontà disalberata e franta,

le dita di chi porse alle tue dita

breve calore, il vertice d’inverno

dei letti nichelati d’ospedale

e, nera a paragone di ogni nero,

la mezzanotte nera dentro il sonno

e il tuo centesimo rabbrividito

d’anima, il fuoco di febbre che rese

ogni minuto battaglia di lazzaro

una caduta ogni sosta di sangue,

quel nonnulla: che ti coprì le spalle


non eri tu.

Risveglio

Ci si risveglia un giorno e le cose sembrano le stesse

mentre invece dietro a noi si è aperto un vuoto

dopo che tutto è stato fatto per trattenere la vita

in mezzo ad un panorama di pietre sparse e tegole rotte.

Allora uno mette il dentifricio sullo spazzolino

mescola lo zucchero al caffè

con l’attenzione che aveva da scolaro

quando ritagliava dalla carta

file di bambini che si tengono per mano,

piccoli pesci che baciano l’aria.


FRIDA KAHLO: STESSO DOLORE, L'ARTE COME SALVEZZA

Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendo così a curare la malattia nel modo adeguato. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus, viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi. Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da installare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Nel 1929 sposa Diego, lui ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Frida Kahlo non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Morì a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.



Le due Frida, Frida Kahlo,1939, olio su tela, 1,73 m x 1,73 m,

Colonna spezzata, Frida Khalo, 1944, olio su tela;