BIBLIOTECHE E ARCHIVI ITALIANI

Campolieti

BIBLIOTECA (dal latino bibliotheca "deposito") E' una raccolta di libri per uso di studio, e anche il luogo dove si conservano, <<biblioteca>> vuol dire innanzi tutto scaffale; scaffale sui quali ripiani si depongono rotoli. Vi sono biblioteche pubbliche, private, comunali e nazionali.

ARCHIVIO Insieme di documenti prodotti, ricevuti o acquistati da un soggetto produttore per fini pratici di autodocumentazione.

LA LEGISLAZIONE BIBLIOTECARIA. . .

La legislazione bibliotecaria di competenza dello Stato è tuttora carente e disomogenea, a conferma di una lacuna storicamente presente nel settore delle biblioteche italiane, la mancanza di un quadro istituzionale di riferimento, o legge-quadro, che definisca in modo organico le linee generali di una politica bibliotecaria nazionale coordinata ed efficiente, al fine di valorizzare le biblioteche e dare forza ai diritti di accesso ai servizi documentativi, sempre più necessari ai cittadini della “società dell’informazione”.

BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA

La Biblioteca apostolica vaticana è la biblioteca che la Santa Sede ha organizzato e curato in Vaticano a partire dal Quattrocento; possiede una delle raccolte di testi antichi e di libri rari fra le più importanti al mondo risalenti al I secolo d.C.

LA STORIA: DALLO SCRINIUM FINO AI GIORNI NOSTRI

La documentazione storica attesta l'esistenza nel IV secolo di uno Scrinium, che doveva essere sia la biblioteca sia l'archivio della Chiesa latina, lo Scrinium papale andò disperso nel XIII secolo.Fu l'umanista e bibliofilo Tomaso Parentucelli (papa dal 1447 al 1455 con il nome di Niccolò V) il primo a concepire l'idea di una biblioteca moderna, realizzando una consistente raccolta di antichi codici e liberalizzandone nel 1451 la consultazione a studiosi ed eruditi in una sala al pianterreno del Vaticano annessa al cosiddetto Cortile dei pappagalli.


L'istituzione ufficiale della Biblioteca apostolica vaticana risale a papa Sisto IV e alla bolla Ad decorem militantis Ecclesiae del 15 giugno 1475. La nuova Biblioteca raccolse i manoscritti, i codici, i fondi, le raccolte di Sisto IV e dei suoi predecessori: 2500 opere (divenute 3500 sei anni dopo), distribuite in quattro sale :la Bibliotheca Latina e la Bibliotheca Graeca per i testi nelle rispettive lingue, la Bibliotheca Secreta per quelli esclusi dalla consultazione e dal prestito esterno, la Bibliotheca Pontificia che fungeva da archivio decorate con un ciclo di pitture.

Così, fra il 1587 e il 1589, papa Sisto V commissionò la costruzione di un nuovo edificio nel quale i volumi furono sistemati in armadi appositamente predisposti e dove si ricavò il Salone Sistino, un'enorme aula. È in fase di realizzazione (dal 2010) anche la digitalizzazione dell'immenso patrimonio di manoscritti.La Biblioteca si arricchì in seguito di molteplici collezioni bibliografiche. Nel XVIII secolo sorsero le collezioni antiquarie e artistiche,si aggiunsero tre raccolte di oggetti appartenenti all'antichità cristiana, in maggior parte provenienti dalle catacombe romane.

BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE

Il nucleo originario della biblioteca proviene dalle collezioni di Antonio Magliabechi, costituite da circa 30.000 volumi devoluti integralmente, sistemati nello Stanzone della commedia o della Dogana. Con motu proprio del 25 dicembre 1736, ordinava al Gian Gastone de’ Medici magitrato supremo di prendere possesso della libreria Magliabechi, che diventava la prima biblioteca pubblica fiorentina, comunemente denominata Magliabechiana.

Per assicurare l'incremento librario della nascente Biblioteca il documento granducale stabiliva che vi fosse depositato un esemplare di ciascuna delle opere stampate a Firenze.


La prima apertura al pubblico risale al 1747,con il nome di Biblioteca Magliobechiana.

Nel 1771il Granduca Pietro Leopoldo di Toscana dispose che la Biblioteca Palatina Mediceo-Lotaringia ,fosse unita alla Magliabechiana. Nel tempo si aggiunsero le biblioteche di ordini e corporazioni religiose soppresse a partire dagli anni '70 del Settecento.

Nel 1861il ministro Francesco De Sanctis disponeva l'unione della Magliabechiana con la Biblioteca Palatina dando vita alla Biblioteca nazionale di Firenze. Dal 1885la biblioteca assume anche l'appellativo di Centrale.



Con l’alluvione di Firenze del 1966 la biblioteca divenne il triste simbolo nel mondo, assieme al Crocifisso di Cimabuedel vicino convento di Santa Croce, dei danni irreparabili inflitti al patrimonio culturale della città dalla catastrofe naturale.

LA BIBLIOTECA CENTRALE NAZIONALE DI FIRENZE, UN BENE CULTURALE

Dal 1870 riceve per diritto di stampa una copia di tutto quello che viene pubblicato in Italia.

Durante i lavori del XIII Comitato per la protezione dei beni in caso di conflitto armato, che si è svolto a Parigi presso la sede dell'UNESCO il 6 e 7 dicembre 2018, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, è stata iscritta nella lista dei beni culturali sottoposti a protezione rafforzata in caso di conflitto armato, prevista dal II Protocollo del 1999 della convenzione UNESCO dell' Aja del 1954.L'iscrizione nella lista comporta l'immunità: in caso di conflitto armato i siti debitamente contrassegnati con lo scudo blu della Convenzione non possono essere oggetto di attacchi né essere utilizzati per fini militari.

ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO

L'Archivio centrale dello Stato è un istituto dotato di autonomia speciale del Ministero dei beni e attività culturali e turismo e afferisce alla Direzione Generale per gli Archivi. Ha sede nella città di Roma nel quartiere EUR. I suoi compiti istituzionali sono definiti in linea generale dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio (Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) e nello specifico dall’art.6 del Regolamento dell’Archivio centrale dello Stato, adottato con Decreto Ministeriale 7 ottobre 2008.


STORIA

L'origine risale al regio decreto 25 maggio 1875 n. 2552, che istituì l’Archivio del Regno d’Italia con la finalità di conservare gli originali delle leggi e decreti, allo stato civile di Casa Savoia e al registro araldico anche gli atti dei dicasteri centrali non più occorrenti "ai bisogni ordinari del servizio". L'Archivio del Regno rimase tuttavia per lungo tempo un'istituzione priva di completa autonomia.

All'indomani della II guerra mondiale quando cominciò a farsi strada l'esigenza di una diversa organizzazione dell'Istituto e della sua sistemazione in una sede definitiva e autonoma.

La piena autonomia dell'Istituto fu sancita dalla legge 13 aprile 1953, n. 340: venne ufficializzata la nuova denominazione di Archivio Centrale dello Stato.La sede è nell'edificio monumentale dell’EUR Nel 2008 l'Archivio Centrale dello Stato è diventato un istituto dotato di autonomia speciale nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali (D.P.R. 26 novembre 2007, n. 233 e D.M. 7 ottobre 2008) acquisendo autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa e contabile.

FUNZIONI

L’Archivio centrale dello Stato, più specificatamente:

  • conserva archivi e documenti degli organi centrali dello Stato unitario e di enti pubblici di rilievo nazionale e di privati che lo Stato abbia in proprietà o in deposito;

  • garantisce la consultabilità della documentazione conservata;

  • esercita la sorveglianza sugli archivi in formazione degli organi centrali dello Stato;

  • costituisce repository degli archivi digitali degli organi centrali dello Stato e degli atti di stato civile per l’intero territorio nazionale;

  • istituisce corsi di formazione e addestramento e tirocini formativi, organizzati anche d’intesa con l’Università e la Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Ha istituito allo scopo il Corso di Alta Formazione in Archivistica Contemporanea;

  • promuove e organizza convegni e dibattiti scientifici, a carattere nazionale e internazionale, sui temi riguardanti i suoi compiti istituzionali;

  • organizza mostre ed eventi per valorizzare il patrimonio documentale conservato;

  • svolge attività editoriale relativa al settore di competenza anche mediante pubblicazioni scientifiche che valorizzino i risultati delle ricerche effettuate.

  • INFLUENCER


Maria Zagaria, quindicenne di Casal di Principe(CE), è stata nominata nel 2020 Alfiere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella per il suo progetto di biblioteca nel proprio comune, con il coinvolgimento della città e del mondo della cultura. Un posto, come detto dalla giovane, per coltivare la passione della cultura.