"Come fare cose con le parole".
I poteri del linguaggio tra retorica, filosofia e sociologia
Secondo Aristotele ciò che distingue l’essere umano dall’animale è la facoltà di linguaggio, intesa come possibilità di spiegare, analizzare, definire, contestare o avvalorare. Gli studi di filosofia del linguaggio, di neuroscienze e di biologia naturale, in verità, dimostrano che anche gli animali hanno una propria forma di comunicazione non verbale, dalla quale dipendono, unitamente ad altri fattori, la coesistenza in gruppo, la condivisione, l’ordine, la risoluzione dei problemi.
Eppure l’essere umano nel tempo ha fatto del linguaggio qualcosa di più profondo, uno strumento di introspezione psicologica, di riflessione metacognitiva, di azione concreta nel reale, di conservazione della memoria e di evoluzione culturale. Per noi oggi la parola, il nucleo portante del linguaggio, è caratterizzata da più di un tratto distintivo:
1. statuto performativo: con il linguaggio io creo la realtà, contribuisco a modificarla; si pensi al potere della preghiera o della maledizione, al giuramento o allo spergiuro;
2. statuto persuasivo: con il discorso noi siamo in grado di convincere o dissuadere l’ascoltatore della bontà o meno di un ragionamento; si pensi agli avvocati in tribunale, che difendono o accusano;
3. statuto autorevole: legata a figure di autorità la parola si riveste di potenza gerarchica o democratica dal punto di vista politico e sociale; si pensi alle proposte di un politico o all’esito di una visita da parte del medico;
4. statuto educativo: l’utilizzo virtuoso di certe parole ed espressioni che contribuiscono a sensibilizzare il pubblico su precise tematiche e a innescare buone pratiche sociali; si pensi all’attenzione al lessico di genere nella comunicazione quotidiana che si rifrange sui comportamenti comunitari.
Per la V edizione (2025-2026) del Certamen Classicum Philosophicum del Liceo Classico e Musicale ‘C. Cavour’ di Torino il Comitato scientifico ha scelto come tema il linguaggio e il suo valore sociale, secondo i quattro statuti appena prima elencati. Per agevolare l’approfondimento del tema, il vengono indicate di seguito alcune letture utili in preparazione alle conferenze, ai laboratori e alla competizione:
J.L. Austin, Come fare cose con le parole, Marietti 1987.
M. Bettini, Roma, città della parola, Einaudi 2022.
C. Bianchi, Hate speech. Il lato oscuro del linguaggio, Laterza 2021.
P. Carolla - F. Gazzano (a cura di), Retorica e Politica. Tracce di diplomazia culturale nel tempo, L’Erma di Bretschneider 2025.
A. Duranti, Etnopragmatica. La forza nel parlare, Carocci 2007.
A. Duranti, Antropologia del linguaggio. Nuova edizione aggiornata, Meltemi 2021 (in part. «Il parlare come azione sociale», pp. 263-294).
F. Finocchiaro (a cura di), L’industria della persuasione. Musica e mass media nella politica culturale del fascismo, Academia University Press 2022.
L. Pepe, La voce delle Sirene. I Greci e l’arte della persuasione, Laterza 2020.
F. Piazza, Linguaggio, persuasione e verità. La retorica nel Novecento, Carocci 2020.
C. Zamboni, Parole non consumate. Donne e uomini nel linguaggio, Liguori 2001.