Le interviste
Intervista ad alessia cruciani
di
Gemma De Nichilo e Virginia Paoloni
Alessia Cruciani nasce a Roma nel 1971, si laurea in lettere e intraprende il percorso da giornalista lavorando con “Il Messaggero”. Nel 2003 si trasferisce a Milano per lavorare a “La Gazzetta dello Sport” nel settore del Gran premio di Formula 1. Nel 2019 passa al “Corriere della Sera” per occuparsi d’innovazione e tecnologia.
Molti di voi avranno letto in classe il suo libro “La Guerra dei Like” e per l’occasione l’abbiamo intervistata.
Virginia: Quando ha iniziato a scrivere?
Alessia Cruciani: Quando ero ancora all’Università. Non ancora laureata, ho cominciato a collaborare con il quotidiano di Roma “Il Messaggero”, nella sezione motori.
Virginia: La sua più grande passione?
Alessia Cruciani: A me piace molto lo sport e sognavo di fare la giornalista sportiva, anche se c’è voluto un po '. All’inizio ho lavorato all’Ansa occupandomi di Economia, ma poi dopo sono riuscita ad arrivare alla Gazzetta dello Sport dove ho lavorato 16 anni come inviata ai Gran Premi di Formula1 e MotoGP.
Nel 2019 sono passata al “Corriere della Sera” dove mi occupo di innovazione e tecnologia. Ora mi dedico anche alla scrittura di libri per ragazzi.
Gemma: Da dove nasce la sua passione per la scrittura?
Alessia Cruciani: Ho sempre letto molto. Alla fine del Liceo, dato che ero appassionata di Formula 1 e danza, ho pensato che avrei potuto avvicinarmi a loro con il giornalismo, non potendo fare né la ballerina - perchè non avevo fatto quel percorso- né la pilota di formula 1- perché ero troppo grande per iniziare quella carriera.
Gemma: Perchè ha scritto “La guerra dei like”?
Alessia Cruciani: Per avvisare i ragazzi dei rischi del cyberbullismo. Ho pensato che un romanzo potesse essere efficace per far riflettere sull’argomento, sui pericoli e sulle soluzioni per evitarli, parlando direttamente ai giovani,cercando di usare il loro linguaggio.
Virginia: Le piace il suo ruolo da giornalista?
Alessia Cruciani: Moltissimo! E ti spiego anche perchè: è sempre diverso. Non è mai ripetitivo e si impara sempre, anche perchè alla fine, quando finisci la scuola, scopri che è bello imparare.
Virginia: In cosa comporta il suo lavoro?
Alessia Cruciani: Orari non sempre fissi, pensi magari di lavorare fino a un certo orario e poi succede sempre qualcosa e tutti i programmi saltano. Però l'imprevedibilità è anche il bello di questo mestiere. Oggi il giornalismo si è spostato quasi solo online rispetto ai vecchi mezzi di comunicazione di una volta. Quindi questo è sfidante perché devi imparare sempre cose per rimanere sempre aggiornato nel tuo mestiere.
Gemma: Cosa ha provato nello scrivere il libro e affrontare questa tematica?
Alessia Cruciani: Ho provato un senso di responsabilità enorme, inoltre è stato anche faticoso e in parte doloroso perchè io ho lavorato su materiale documentato della polizia postale, quindi su episodi realmente accaduti. Leggere questi documenti mi ha fatto stare male. E’ stato difficile anche pensare a quante sofferenze possano aver provato ragazzi innocenti, ma sapere che alcuni casi di bullismo sono stati risolti grazie al libro mi ha dato un’enorme soddisfazione.
Gemma: Che messaggio spera di far arrivare ai ragazzi che leggono questo libro?
Alessia Cruciani: Di essere molto consapevoli e di fare un uso attento dei social e del mondo digitale, perché i rischi ci sono e i ragazzi si possono mettere nei guai veramente da soli solo sbagliando a postare una foto, per esempio. Però è importante ricordare anche che, se questi ragazzi dovessero finire nei guai, non devono disperarsi mai, infatti la soluzione migliore è quella di chiedere aiuto agli adulti più vicini e di fiducia. E’ importante farsi aiutare e bisogna ricordarsi che con l’aiuto tutto può risolversi.