di
Peter Cortegiani
“Il rettile più grosso del mondo è il coccodrillo marino (Crocodylus porosus) che può raggiungere i 6 metri”. In realtà esistono certi esemplari che possono superare i 6 metri e possono raggiungere anche 7 metri, mentre quello australiano misura ufficialmente 5,48 metri.
I coccodrilli di acqua dolce vivono nei fiumi e negli estuari lungo le coste settentrionali australiane. Per questo motivo, quando si viaggia nei luoghi abitati (o infestati) dai coccodrilli è obbligatorio rispettare i segnali di sicurezza, non nuotare mai nei fiumi o avvicinarsi a corsi d’acqua o piscine naturali sulle rive. Infatti, è considerato un “killer naturale”, in quanto è un grandissimo predatore carnivoro, in grado di prevalere su quasi tutti gli animali che entrano nel suo territorio, compresi altri predatori come lui di acqua dolce, ed è in grado di attaccare l’uomo.
Uno dei più grandi coccodrilli marini è Cassius, un coccodrillo di ben 120 anni!
Supera i 5 metri di lunghezza e rientra nel Guinness dei primati, ma - sostiene il suo custode, il signor Toddy Scott, potrebbe essere ancora più grosso di quello che ci immaginiamo perché l'animale non viene misurato dal 2011, e che nel frattempo potrebbe essere cresciuto ulteriormente!
Cassius è un veterano: nessun essere umano sul pianeta era vivo al momento della sua nascita, ma una stima basata sul tasso di crescita della sua specie ci dice che dovrebbe essere nato nel 1903. E proprio il tasso di crescita potrebbe essere la causa dell'errore nel Guinness: superati i 5 metri di lunghezza, il coccodrillo marino rallenta bruscamente la sua crescita, attestandosi su 1 cm all'anno circa.
Gli attacchi dei coccodrilli sono comunque molto rari, ma bisogna stare attenti, rispettare i divieti e affidarsi a una guida locale prima di campeggiare, pescare o uscire in barca. Viaggiare alla scoperta delle zone rurali australiane alla ricerca dei coccodrilli è senza dubbio una delle esperienze più affascinanti che si possono provare.
Esistono vari racconti di coccodrilli di dimensioni oltre gli otto metri ma vengono spesso classificati come leggende. I maschi di oltre sei metri sono comunque rari, particolarmente dopo la caccia intensiva della prima metà del XX secolo, che ha sterminato gli animali più grandi. In generale, comunque, i coccodrilli tenuti in cattività e gli ibridi crescono di più e soprattutto, più velocemente. Ad esempio, il coccodrillo Yai, ibrido di C. porosus e C. Siamensis tenuto in cattività a Bangkok, all'età di 30 anni (nel 2000) ha toccato i 6 metri di lunghezza e i 1200 chili di peso diventando il più grande coccodrillo tenuto in cattività. Oggi la sua crescita è rallentata, ma continua a svilupparsi (nei rettili la crescita è continua, malgrado diminuisca con l'età). Esistono vari racconti di coccodrilli con dimensioni oltre gli otto metri, ma vanno valutati con attenzione . La dieta si amplia man mano che l'animale cresce, benché continui a essere costituita in prevalenza da piccoli animali. La pelle del coccodrillo marino ha scaglie più sottili e regolari rispetto alla maggior parte dei coccodrilli.
Io sono sempre stato un appassionato di questa specie animale… e voi? cosa ne pensate?
di
Ludovica Salvatores
Alcune informazione geografiche
L'Amazzonia è una grande regione geografica del sud America caratterizzata da una foresta pluviale, detta foresta amazzonica, che si estende su una superficie di sei milioni di chilometri quadrati suddivisi in nove Paesi; la maggioranza della foresta (circa il 60%) si trova in Brasile; un altro 13% si trova in Perù, il 10% in Colombia e parti più piccole in Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese.
Nota anche come Polmone verde della Terra per la sua estensione e importanza. Ospita una biodiversità maggiore di qualsiasi altra foresta tropicale; è uno dei sei principali biomi del Brasile, e mostra circa il 49.4% del territorio brasiliano. Copre il parco nazionale di Jaú che è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 2000. In amazzonia esiste anche il parco del Serranía de Chiribiquete, che, con i suoi 40.000 chilometri quadrati di estensione, è il parco nazionale di foresta pluviale più grande al mondo, dichiarato anch'esso Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. La foresta amazzonica è stata inoltre inserita al primo posto delle Nuove sette meraviglie del mondo naturali.
Delle minacce
Oramai il centro dell’Amazzonia è stato danneggiato dai deforestatori perché devono far spazio ai pascoli destinati ai bovini. Ci sono anche miniere e pozzi che inquinano l’ambiente che stanno iniziando a frammentarlo.
La natura, flora e fauna compresa, sta subendo in modo notevole le modifiche dell’uomo che, distruggendo il loro habitat, potrebbero anche estinguersi.
Nei primi 6 mesi del 2022 la foresta Amazzonica ha perso una superficie pari a tre volte la grandezza di Roma.
L’Amazzonia è la chiave per regolare le precipitazioni dalle quali dipende la nostra agricoltura, fornitura di acqua potabile e la disponibilità di energia idroelettrica.
E’ anche un importante serbatoio di carbonio: rimuove anidride carbonica dall’aria, rallentando così il riscaldamento globale.
Le piogge inoltre garantiscono un livello altissimo di biodiversità, da quella vegetale a quella animale.
L’Amazzonia oltre a garantire la vita alla flora e alla fauna, gestisce la regolazione del clima e dei cicli biologici che influenzano tutto il pianeta.
La flora
La foresta amazzonica è caratterizzata dai tipi più speciali di vegetali, dal gigantesco ebano alle muffe più piccole; bellissimi fiori, felci, funghi e molto altro.
Nel 2019 c’è stato un incendio che distrusse quasi un terzo della foresta amazzonica, devastò tutto quello che si trovava sul suo cammino; in questo modo molte specie a rischio vengono danneggiate ulteriormente dall’uomo e dalle sue attività.
Alcune specie sono:
frutti di cacao
epifite: appartengono alla famiglia delle Bromeliacee, sono piante che crescono su tronchi e rami superiori a 40 metri.
licheni
piante rampicanti
liane
eliconia
La fauna
Alcune informazioni a proposito
Ci sono oltre 100.000 specie di invertebrati
3.000 specie di pesci d'acqua dolce
400 specie di anfibi
378 specie di rettili
1.300 specie di uccelli
427 specie di mammiferi, di cui 114 specie primati solo in Brasile
Un animale molto particolare di cui vorrei parlare si tratta del Macao Blu.
Il Macao Blu
Questa specie si trova prevalentemente in cattività, dove gli scienziati hanno cercato di salvaguardarli, ma purtroppo si teme che si sia estinto in natura. Si presume che qualche esemplare sia ancora selvaggio, ma non ci sono fonti certe per essere certi di questo fatto. Si presume che si sia estinto in natura proprio la fragilità dell'habitat, danneggiato dalla desertificazione e devastato dalla voracità dal bestiame degli allevamenti.
E’ stato deciso di salvaguardare il macao blu da quando la Disney ha fatto un film di nome Rio, ricordando agli spettatori l’importanza dell'ambiente. Fu così che iniziò un progetto ambizioso per il macao blu, il ripopolamento, partendo appunto da 8 esemplari che erano stati allevati in cattività. Di Macao Blu, tra cattività e natura, ne esistono ancora 8o esemplari, infatti è considerato dagli scienziati in posizione critica.
di
Chiara Filippo, Marianna Mascioli,
Olivia Palmieri, Elena Tubito
Ci sono molti animali, che, nonostante il freddo, riescono ad adattarsi e sopravvivere. Alcuni animali come la volpe artica cambiano pelliccia in base alla stagione.
Per esempio:la volpe artica è chiamata anche volpe blu perché in primavera il suo manto prende questo colore. Ci sono altre molte curiosità su questo tipo di volpe molto particolare. Ad esempio il fatto che avvolge la folta coda come una sciarpa attorno al collo. In questo modo riesce a sopravvivere a temperature estreme fino a meno 50 gradi sotto zero. Il pelo sotto la pianta delle zampe protegge gli arti e permette alle volpi di muoversi agilmente sulla neve e il ghiaccio.
VOLPE ARTICA
La volpe artica avvolge la folta coda come una sciarpa attorno al collo. In questo modo riesce a sopravvivere a temperature estreme fino a meno 50 gradi sotto zero. Il pelo sotto la pianta delle zampe protegge gli arti e permette alle volpi di muoversi agilmente sulla neve e il ghiaccio.
Come si procura il cibo la volpe artica?
La volpe localizza con l'olfatto la preda nascosta sotto la neve, salta in alto e si tuffa a testa in giù per entrare nella tana e afferrarla. Ma nelle annate in cui la popolazione dei roditori diminuisce, anche le acrobazie più raffinate servono a poco.
L'ORSO POLARE
L'orso polare è come un enorme orsacchiotto bianco. La testa è stretta e allungata, con orecchie piccole. Mentre il suo corpo è grosso, specialmente sul fondoschiena, che gli permette di sedersi nella stessa posizione degli esseri umani.
Come si nutre
La loro dieta è costituita principalmente da carne di foca, sebbene si nutrano anche di altre specie come balene beluga, giovani esemplari di tricheco, piccoli mammiferi, pesci, uccelli marini e delle loro uova. L’orso polare è tra i più grandi carnivori terrestri del Pianeta, ma il suo nome scientifico, Ursus Maritimus, ci ricorda anche che trascorre la maggior parte della vita in mare o in sua prossimità. Sappiamo che il maestoso simbolo dell’Artico è oggi in serio pericolo di estinzione, ma stime precise sono difficili da ottenere poiché questa specie vive, a densità molto basse, in regioni impervie e disabitate. I dati disponibili ci dicono che poco meno di 30.000 esemplari, divisi in 19 sottopopolazioni, vivono oggi nelle regioni artiche.
IL LEOPARDO DELLE NEVI
I leopardi delle nevi si sono evoluti per vivere in alcune delle condizioni più difficili della Terra. Il loro folto manto bianco-grigio, punteggiato da grandi rosette nere, si integra perfettamente con le alte montagne ripide e rocciose dell'Asia. Grazie alla loro incredibile mimetizzazione naturale, che li rende quasi invisibili nell'ambiente circostante, i leopardi delle nevi sono spesso definiti "i fantasmi delle montagne".
Il leopardo delle nevi è un animale estremamente elusivo che vive nelle aree rocciose e montane dell’Asia centrale. Proprio per la sua elusività è difficile da censire, non è noto un numero esatto di esemplari ma si ritiene che oggi vivano in natura tra i 3.920 e i 7.500 esemplari.
In genere ogni individuo occupa un territorio ben definito, ma si sposta molto alla ricerca di prede. È proprio la densità delle sue prede a determinare la dimensione dei territori occupati: nelle aree in cui c’è abbondanza di prede, il territorio occupato da ciascun esemplare è più piccolo. Le densità sono di un 1 animale ogni circa 1.000 km2, tuttavia nelle aree ottimali si può arrivare anche a 1-3 individui per 100 km2. Caccia soprattutto di notte o all’alba e le sue prede abituali sono le pecore e le capre selvatiche, compresa la pecora blu e l’argali. Il leopardo delle nevi si ciba anche di cervi, giovani yak, asini selvatici e bestiame allo stato brado, essendo in grado di catturare prede tre volte più pesanti di lui.
La stagione riproduttiva del leopardo delle nevi si svolge tra gennaio e fine marzo. Durante questo periodo, i leopardi delle nevi inviano messaggi vocali per trovare una compagna. Dopo la riproduzione, il maschio se ne va, mentre la femmina ha il compito di trovare un luogo sicuro dove far nascere e crescere i suoi cuccioli. Dopo un periodo di gestazione che va dai 98 ai 104 giorni, in genere a giugno o luglio, una femmina avrà da uno a quattro cuccioli
LA FOCA
Nome comune dei rappresentanti della famiglia Focidi, Mammiferi Carnivori un tempo ascritti al sottordine Pinnipedi;; in classificazioni più recenti inclusi nel sottordine Caniformi.
Che cosa fa la foca?
La foca è un animale carnivoro e si nutre per lo più di pesci, che caccia con immersioni che durano pochi minuti arrivando fino a circa 90 m di profondità. In alcuni casi, però, il pinnipede può superare i 400 m sotto il livello del mare e restare in apnea quasi mezz'ora!
Che cosa si mangia la foca?
La sua dieta è composta da pesci, come anguille, sardine, triglie e piccoli tonni, ma anche di aragoste e polpi, per cui ha una particolare predilezione. Si alimenta sia di giorno, sia di notte. La foca monaca può vivere tra i 20 e i 30 anni.
Dove dorme la foca?
Le foche invece dormono con entrambi gli emisferi come la maggior parte dei mammiferi, sotto l'acqua, galleggiando sulla superficie o sulla terraferma; trattengono il respiro durante il sonno sotto l'acqua e si svegliano regolarmente per risalire in superficie per respirare.
Come nasce una foca?
Dopo l'accoppiamento,comunque l’esemplare femmina ha un periodo di gestazione che va dagli 8 ai 15 mesi in base alla specie, e darà alla luce un solo cucciolo. Al parto le foche escono dall'acqua e raggiungono la terraferma dove allatteranno per diversi giorni il proprio cucciolo
VITA SOTTO I MARI
di
Virginia Paoloni
Carlotta Salierno
Ci sono due tipi di animali , quelli velenosi e quelli innocui.
Quelli velenosi usano il loro veleno per difendersi, ma alcuni possono anche ucciderti.
Medusa Cubozoa:
Vive nell’Oceano Indiano e nell’Oceano Pacifico, la Medusa Cubozoa ha una forma cubica ed è considerata la medusa più velenosa al mondo. Ha dei tentacoli lunghi fino a 3 metri. Il suo veleno provoca necrosi, che non ha ancora cura e non si conosce ancora l’antidoto.
Polpo dagli Anelli Blu:
Si trova nelle coste australiane e nell’Asia sud-orientale, può vivere in acque poco profonde, può misurare quanto una pallina da golf ed è molto velenoso, ha come tutti i polpi 8 tentacoli, ha un colore marrone-dorato con degli anelli blu da cui deriva il suo nome. La sua strategia è ipnotizzare la preda grazie alla sua bellezza, e all’improvviso attaccarla con il suo morso letale. Uccide dopo 10 minuti e può provocare: nausea, paralisi, offuscamento della vista e arresto cardiaco.
Pesce Pietra:
Il pesce pietra è il secondo animale più velenoso e anche ingannatore dal momento che, come dice il nome, è simile a una pietra, per cui qualcuno potrebbe credere che sia un semplice scoglio e se ci mette un piede sopra, il pesce lo punge. Fa questa cosa anche con le prede che gli nuotano vicino. Uccide in meno di un’ora.
Pesce Palla:
Il Pesce Palla è un animale marino che quando si sente minacciato tende a gonfiarsi, è di un colore argenteo ed è originario dell’Oceano Indiano e Pacifico, ma è stato anche avvistato nel Mar Mediterraneo. Ha degli aculei velenosi sul dorso e può essere cucinato solo da chef autorizzati che sanno pulire bene il pesce perché ha delle ghiandole tossiche, la tetrodotossina, anche nella sua carne. Può uccidere dai 20 minuti a 24 ore.
di
Benedetta Morea
Conosciamo così bene l’oro giallo e l’oro bianco dei gioielli, l’oro nero, termine con cui ci riferiamo al petrolio come risorsa energetica. Ma se vi dicessi che c’è anche l’oro…blu?
Come? Prima giallo, poi bianco, nero e adesso anche blu? Ebbene sì! Tra l’altro l’oro blu è una risorsa di gran lunga più importante di tutte le altre. E allora perchè molti non lo conoscono? Forse perchè è comunemente noto come…acqua!
L’acqua è niente di meno che la chiave per la sopravvivenza del nostro pianeta e degli esseri viventi che vi abitano. Pensate che il nostro corpo è costituito dal 65-70% di acqua. Incredibile, no? Il nostro splendido “computer” non potrebbe sopravvivere senza l’acqua. Non sembra dunque una contraddizione pensare che stia diventando una risorsa limitata fortemente in pericolo?
Eppure sono numerosi i fattori che minacciano la disponibilità di acqua sulla Terra: gli effetti combinati dell'aumento della popolazione globale, dell'impatto dei cambiamenti climatici e dei cambiamenti degli stili di vita; gli sprechi e l’uso non razionale nei sistemi di distribuzione, in quelli di irrigazione e in quelli fognari; l’inquinamento causato da attività industriali e dalla dispersione dei rifiuti che rendono inutilizzabile una parte delle risorse agricole
E’ proprio a causa di questi fattori che dovremmo pensare all’acqua come “oro blu”, come una risorsa dal valore inestimabile la cui carenza è capace di influenzare lo scoppio di guerre e di determinare grandi migrazioni di popolazioni.
Certo non parliamo di mancanza di acqua nei paesi industrializzati: negli Stati Uniti per esempio una ricerca ha stabilito che ogni abitante ha a disposizione 425 litri di acqua al giorno; in Italia invece ne consumiamo in media 220 litri al giorno per abitante, più della media europea. E’ nei paesi meno sviluppati, come l’Africa, dove la popolazione vive con meno di 40 litri di acqua al giorno, cioè con meno della quantità minima necessaria per la sopravvivenza.
Che cosa sono le “guerre dell’acqua”?
Israeliani e Palestinesi sono in lotta anche per il controllo del fiume Giordano, unica risorsa idrica della regione che viene utilizzata per irrigare i territori desertici circostanti, rendendoli coltivabili. Altro conflitto per il controllo dell’acqua è nella Valle del Nilo, dove Egitto ed Etiopia si fronteggiano per il valore del fiume, utile per coltivazioni ma anche per la produzione di energia idroelettrica tramite dighe come quella di Assuan. Pensate che tutte queste popolazioni si mobiliterebbero così tanto se non fosse per l’oro blu?
Cosa posso fare per preservare l’oro blu?
Insomma, se in passato non è stato effettuato nessun cambiamento, abbiamo capito che tocca a noi far scoccare la scintilla. Certo è che non possiamo farlo da soli,, ma possiamo contribuire con piccoli gesti.
Scegli di fare la doccia piuttosto che il bagno.
Stai sotto la doccia per non più di 4 minuti, in questo modo rispetterai la salute della tua pelle e risparmierai 9 litri di acqua per ogni minuto in meno
Chiudi i rubinetti durante il lavaggio dei denti e mentre ti insaponi in doccia
Usa lo sciacquone con il sistema di scarico a doppio pulsante (riduci a metà la quota d’acqua usata che in media è di circa 10-16 litri)
Utilizza i riduttori di flusso su tutti i rubinetti della casa, puoi risparmiare da 3 a 6 litri di acqua al minuto
Controlla che in casa tutti i rubinetti rimangano chiusi e che non ci siano perdite
Utilizza la lavastoviglie e la lavatrice solo a pieno carico
Consuma alimenti che richiedono meno acqua x essere prodotti: mangia meno carne e più verdure e legumi.
Innaffia solo di sera, per evitare di perdere acqua con l’evaporazione.
Raccogli l’acqua piovana e utilizzala per innaffiare e per lavare la macchina.
Riutilizza l’acqua di lavaggio delle verdure e della frutta per innaffiare
L’interrogativo che la Giornata Mondiale della Terra ci invita a porci è se siamo disposti a “combattere” per l’oro blu, determinante per il nostro futuro ma soprattutto per quello dei nostri figli.
di Naomi Vigliarolo
Gli interventi umani determinano degli effetti sull’ambiente che prendono il nome di “impatto ambientale”. A volte questi compromettono gli equilibri della Terra e, per questo motivo, si stanno studiando nuovi modelli di sviluppo o di trasformazione del Pianeta che si basano sulla sostenibilità ambientale, cioè sul rispetto degli equilibri ambientali.
“Sostenibile” oggi è ogni azione che non crea problemi alle generazioni future e non compromette le possibilità di soddisfare i loro bisogni.
In molti Paesi del mondo sono state istituite aree protette e parchi naturali, dove l’intervento umano è molto limitato, per lasciare spazio alla natura.
Un esempio è il Parco Nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti d’America, istituito nel 1872, considerato riserva naturale più antica del mondo e dal 1978 nominato dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. Fu realizzato con lo scopo di conservare le bellezze naturali che possedeva, come i geyser e le sorgenti d’acqua che hanno colori brillanti o i numerosi animali che lo popolano.
Tra le azioni più pericolose che bisogna far rallentare per proteggere il pianeta, ci sono il disboscamento, cioè l’abbattimento degli alberi; la cementificazione, cioè la costruzione di edifici molto alti rispetto agli equilibri ambientali e l’inquinamento che provoca vari danni sui vari ecosistemi (gas serra,riscaldamento globale,scioglimento dei ghiacciai…). Questi elementi sono parte del dissesto idrogeologico di cui fanno parte frane, crolli, alluvioni e altre catastrofi naturali.
I gas serra sono causati dal riscaldamento terrestre e avvengono nella nostra atmosfera. Agiscono in modo positivo quando proteggono la superficie terrestre dai raggi solari nocivi e tengono il clima della terra adatto alla vita, ma se sono amplificati diventano pericolosi perché la conseguenza infatti sarà il riscaldamento globale.
Il riscaldamento globale è un graduale innalzamento della temperatura dell'atmosfera legato all'aumento della concentrazione di anidride carbonica e altri gas serra nell'aria. È ormai certo che noi umani abbiamo contribuito ampiamente a provocarlo bruciando enormi quantità di combustibili fossili per produrre energia.
Alcuni studi mostrano che lo scioglimento dei due maggiori ghiacciai antartici, Pine Island e Thwaites, potrebbe causare, nei prossimi anni, un innalzamento del livello del mare di oltre 3 metri.
Non solo i ghiacci delle regioni polari, anche i ghiacciai alpini sono in pericolo. Secondo gli ultimi studi, sono almeno sette i ghiacciai italiani a rischio scioglimento, tra cui il meraviglioso ghiacciaio del Monte Rosa in Piemonte, e quello della Marmolada.
Non solo i ghiacci delle regioni polari, anche i ghiacciai alpini sono in pericolo. Secondo gli ultimi studi, sono almeno sette i ghiacciai italiani a rischio scioglimento, tra cui il meraviglioso ghiacciaio del Monte Rosa in Piemonte, e quello della Marmolada.
Lo scioglimento dei ghiacciai,inoltre,potrebbe portare alla terza glaciale.
Come tutti sanno,uno degli elementi principali del cambiamento della terra è l’inquinamento.
Può essere di vari tipi:
L’inquinamento termico è una delle forme di alterazioni ambientali. Le cause risiedono nella modifica dell’ecosistema. Succede per esempio quando si versano in un fiume dosi massicce di acqua riscaldata. Il riscaldamento termico è alla base degli sconvolgimenti climatici che si preannunciano per il futuro anche se già in questi anni se ne sono visti i primi effetti. Ambiente e inquinamento sono dei temi inscindibili per il futuro dell’umanità.
L’inquinamento acustico invece consiste nell’introduzione nell’ambiente di suoni che hanno una quantità di decibel superiore a quella che l’ambiente e le forme di vita che lo abitano sono in grado di sopportare senza disagi o i danni dell’inquinamento più gravi.
L’inquinamento elettromagnetico è provocato dalla presenza di dispositivi e campi elettromagnetici. Infatti, ci sono i campi elettrici, ancora, negli stessi motori, elettrodomestici. In modo particolare, però, in alcuni elettrodotti e apparati di telecomunicazioni. Sono i casi legati alla presenza di antenne, radio e nei telefoni cellulari.
Tra le problematiche ambientali attuali più importanti, vi è l’inquinamento atmosferico. A tal riguardo è importante stabilire per l’inquinamento dell’aria cause, conseguenze e rimedi inquinamento.
L’inquinamento atmosferico è determinato dalla diffusione in atmosfera di gas e polveri sottilissime. Le principali fonti di inquinamento sono le attività industriali, le fabbriche inquinanti, gli impianti per la produzione di energia, gli impianti di riscaldamento e il traffico.
Fa parte dei principali problemi ambientali l’inquinamento idrico. L’acqua ha un forte potere autodepurante, perché assorbe ossigeno dall’atmosfera e ha un’alta capacità solvente che le permette di sciogliere gran parte delle sostanze chimiche in essa immesse. In alcuni casi però la quantità delle sostanze chimiche supera la capacità autodepurativa dell’acqua.
Viviamo nell’era della plastica. Negli ultimi 65 anni ne abbiamo prodotto 8300 milioni di tonnellate. Fa parte della nostra vita quotidiana ed esistono pochissimi elementi della nostra quotidianità, come oggetti, imballaggi e strumenti, che non ne contengano neanche un polimero. Se non bruciata o riciclata correttamente la plastica si degrada in centinaia di anni. La grande quantità di plastica che finisce in mare ne minaccia l’equilibrio tanto che la salute di oltre 150 specie di animali marini ne è minacciata. La plastica viene ingerita, scambiata per pesce o per plancton.
Quindi,se vogliamo salvare noi e il nostro pianeta dobbiamo evitare delle determinate azioni che ci capitano di svolgere durante la giornata come la raccolta differenziata,meno spreco di acqua o energia ecc.
Difendiamo la nostra casa comune!
di Greta Fiorindo e Francesco La Bella
Per la giornata internazionale Onu dedicata alle foreste, Rete Clima, Coldiretti e altri partner privati collaboreranno per costruire un futuro migliore e per sensibilizzare le nuove generazioni al cambiamento climatico. Infatti, nel giro di un mese saranno piantati 25 mila alberi di filiera interamente italiana, che rispetteranno la biodiversità dell’ambiente e le peculiarità locali, con la garanzia di una cura anche nelle fasi successive alla piantagione. Lo scopo è di migliorare l’aria che circola nelle grandi città in cui il
verde è scarso e di conseguenza inquina l’aria che arriva nei nostri polmoni. Il problema quindi è che gli spazi verdi delle città si riducono soltanto al 33,8 per abitante.
La cosa peggiore è che la situazione disperata delle metropoli ci sta scoraggiando. A Bari solo il 9,2% di verde urbano è disponibile per ogni abitante. A Messina c’è già un miglioramento, si aggira circa intorno al 15,2% per abitante. Per un abitante di Roma e per uno di Milano lo spazio verde disponibile è rispettivamente di 17,1 e 17,8 metri quadri. Firenze rende disponibile il 22,2 dei metri quadrati per abitante. Ma la situazione migliore è a Venezia, dove, anche se è piccola, ogni abitante ha diritto a 42,4 metri quadrati di spazio verde.
Perché le piante sono importanti
Il verde è importante perché abbassa la presenza di polveri sottili nell'aria, diminuisce il rumore e aumenta la permeabilità del suolo e quindi le piante possono prodursi il cibo. Inoltre garantisce alla città la presenza di varie specie animali e vegetali. E dato che contrasta l'innalzamento delle temperature, con il verde che abbiamo utilizzato, rovinato e consumato, avremmo potuto vivere una vita senza problemi.
Effetti collaterali dell’inquinamento
Una cosa che in molti sottovalutano è che l’inquinamento, cioè lo smog per esempio, fa effetto su tutto il corpo, veleno per i polmoni.
Carbon FOOTPRINT
L’impronta carbonica è un parametro utilizzato per stimare le emissioni gas serra causate da una persona, un prodotto,una società. Di solito vengono espresse in tonnellate di CO2.
Come impegnarci a ridurre l’inquinamento
Sicuramente vi e stato già detto tante volte, però è davvero importante. Alcune di queste sono: Riciclare,mangiare più verdure perché si consuma di meno, spegni sempre le luci quando non c’è nessuno in quella stanza,utilizza posate e spazzolini di metallo e di carta, usa saponi e tessuti ecologici .
Impegnamoci a fare queste cose, perché “Non sei mai troppo piccolo per fare cose grandi” (Greta Thumberg).
(come salvare il mondo)
di Andrea Eros Scarpa
Cos’è?
L’Ecosostenibilità significa rinnovamento di risorse, obiettivo che al giorno d’ oggi ci serve per avere un pianeta migliore in futuro, un pianeta in salute per i nostri figli e nipoti e non solo.
COSA FARE PER AVERE UNA VITA ECOSOSTENIBILE? QUALCHE CONSIGLIO…
I PANNELLI SOLARI
I pannelli solari sono il punto di partenza di ecosostenibilità domestica. Essi assorbono la luce solare e convertono l’energia solare in elettricità, facendo risparmiare anche energia elettrica.
AVERE AUTO ELETTRICHE O IBRIDE
Usare biciclette oppure fare una semplice passeggiata sono l’alternativa più giusta, ma anche avere auto elettriche o ibride - vetture a doppia alimentazione, a benzina ed elettrica - aiuta ad avere un mondo più sano.
RACCOLTA DIFFERENZIATA
Una cosa che tutti possiamo fare è la raccolta differenziata,semplice e veloce che consiste nel raccogliere i rifiuti con lo scopo di rendere più conveniente e sicuro lo smaltimento e con il recupero di materie prime di energia.
MODA E STILI DI VITA
La sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente fa sì che ci sia anche la moda ecosolidale che utilizza materiali di riciclo e prodotti naturali, concentrandosi proprio sulla questione dell’impatto ambientale dei prodotti.
ETICHETTE ENERGETICHE
Classificano gli apparecchi su una scala da A a G in base alla quantità di energia consumata: quelli di classe A (contrassegnati con il verde) consumano meno energia, quelli di classe G (segnalati con il colore rosso) sono quelli che consumano di più. Possiamo trovare le etichette sui frigoriferi, le lavastoviglie, le lavatrici, i televisori e le lampadine. Questo aiuta tutti noi a risparmiare scegliendo i prodotti giusti.
di Mariagiulia Ursino
La Terra ha una forma sferica, ha una struttura uniforme ed è caratterizzata da una serie di strati sovrapposti e differenti tra loro: la crosta terrestre, composta da materiale roccioso che comprende le terre emerse e i fondali oceanici; il mantello che ha uno strato roccioso compatto e uno fluido; il nucleo. Ma la struttura e la composizione della Terra non sono sempre state le stesse: all’inizio, circa 5 miliardi di anni fa, il nostro pianeta era una massa incandescente, poi con la rotazione intorno al Sole ha cominciato a raffreddarsi e si è formata la crosta terrestre.
Ancora oggi la Terra cambia e il suo aspetto dipende dall’azione delle forze naturali esterne e interne della superficie terrestre e dalle attività umane.
Che struttura ha la crosta terrestre?
E’ solida ed è suddivisa in placche (o zolle) di varie dimensioni.
A causa del grandissimo calore che proviene dal nucleo, le placche sono in continuo movimento come boe che galleggiano sul mantello e possono avvicinarsi tra loro, allontanarsi o scorrere parallele l’una accanto all’altra. Il movimento delle placche ha modificato l’aspetto della Terra e soprattutto le terre emerse. Circa 200 milioni di anni fa le terre emerse formavano la Pangea, un unico blocco che si è poi separato fino ad arrivare alla disposizione delle terre emerse di oggi.
Come si suddividono le terre emerse?
Dipende.
Se calcoliamo i confini naturali come gli oceani, si può parlare di cinque blocchi: Africa, America, Antartide, Eurasia, Oceania.
Se calcoliamo invece criteri storici e culturali, si considerano sei blocchi; Africa, America, Antartide, Europa, Asia, Oceania.
LE NOSTRE AMICHE CON IL PUNGIGLIONE
LE API!
di Ludovica Greco
A COSA SERVONO LE API?
Molte volte tutti noi abbiamo sottovalutato l’importanza delle api e, proprio per questo motivo, oggi andremo a vedere e a discutere sull’importanza di questi insetti.
Le api sono molto utili per l’ambiente e per l’agricoltura, infatti non producono solamente il miele, ma almeno ⅓ degli elementi che consumiamo nella nostra vita quotidiana. Gli elementi prodotti dalle api ricoprono circa il 75% della nostra agricoltura!
L’Unione Europea, dopo aver riconosciuto l’importanza di questi insetti, ha deciso di bandire l’uso di tre pesticidi. Purtroppo sono utilizzati ancora nelle serre permanenti.
COSA SUCCEDEREBBE SE LE API SCOMPARISSERO?
Come abbiamo riscontrato precedentemente, le nostre amichette hanno un ruolo fondamentale per la natura e la biodiversità e per questo motivo le dobbiamo proteggere:la quantità di api in pericolo si è estesa dal 30% al 90%, per questo motivo 4000 colture diverse sono a rischio!
DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE SALVARLE!
State tranquilli, possiamo ancora cambiare le cose, non è troppo tardi. Per sistemare questa orribile situazione bastano un paio di mosse. Cosa possiamo fare?
1 ) Coltivare piante utili per le api
2) Non utilizzare nessun tipo di pesticidi
3) Non infastidirle, perchè se le api si sentono attaccate, per difendersi ti pungono e il loro pungiglione, essendo collegato al loro apparato digerente, rimane attaccato alla pelle, strappando via anche il loro intestino, portandole alla morte!
CURIOSITÀ
Il pungiglione delle api è collegato al loro apparato digerente, quindi quando pungono, il pungiglione rimane attaccato alla pelle, strappando via anche il loro intestino, portandole alla morte!
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