Il calcio è ovunque. In TV, nei bar, nei gruppi WhatsApp, nelle chiacchiere tra amici. Basta accendere la televisione o passare vicino a un campo e qualcuno sta parlando o giocando a calcio. Ma perché ci piace così tanto?
Per alcuni è una passione da sempre. Per altri è solo una scusa per stare con gli amici, per tifare, per distrarsi. Ma il bello del calcio è proprio questo: non serve essere esperti per viverlo. Anche chi non gioca può emozionarsi davanti a una partita, anche chi non sa le regole può esultare per un gol.
Il calcio è fatto di emozioni forti. Può farti sentire al settimo cielo o farti arrabbiare da morire. Chi ha giocato può confermarlo ci sono partite che non si dimenticano mai, anche se sono finite male. E altre che sembravano inutili, ma poi ci hanno regalato ricordi bellissimi.
È uno sport semplice, ma allo stesso tempo insegna molto: a lavorare in squadra, a non mollare, a perdere con dignità e a vincere senza montarsi la testa. Nel calcio, come nella vita, non tutto va sempre come vorremmo. A volte, come nel mio caso, ti tuffi per cercare di pararla e non la prendi per pochi centimetri. A volte perdi anche se hai dato tutto. Ma è proprio questo che lo rende vero, bello e unico.
Alla fine, il calcio ci unisce tutti in un modo o nell’altro. Anche se ognuno tifa per una squadra diversa, anche se ci si sono degli sfottò, in fondo fa parte della nostra vita. E forse è proprio per questo che, anche senza accorgercene, lo portiamo sempre nel cuore.
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l'amara luce.
Il compagno in ginocchio che l'induce,
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla - unita ebbrezza - par trabocchi nel campo.
Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l'odio consuma e l'amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
- l'altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasto sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch'io son parte.
Poesia “goal” di Umberto Saba
Salvatore Magrì