1º APRILE.

una tradizione fatta di scherzi e risate.

di Chiara Marocchi.

SMART WORKING.

Il lavoro agile

di Marco Ferrarelli.


Durante la vita ci capita di ricevere i cosiddetti pesci d'aprile. Ma da dove deriva la tradizione? Come mai proprio il primo aprile? La classe 2A è pronta a spiegarvi tradizione e storia di questa ricorrenza. Il pesce d'aprile è una tradizione, seguita in diversi paesi del mondo, che consiste nella realizzazione di scherzi da mettere in atto il primo di aprile. Gli scherzi possono essere di varia natura, anche molto sofisticati e hanno sostanzialmente lo scopo bonario di burlarsi delle "vittime" di tali scherzi. La tradizione ha caratteristiche simili a quelle di alcune festività quali l'Hilaria dell'antica Roma, celebrata il 25 marzo, e l'Holi induista, entrambe festeggiate all'equinozio di primavera. Le origini del pesce d'aprile non sono note, anche se ci sono state varie ipotesi. Una delle più remote riguarderebbe il beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia dal 1334 al 1350, il quale avrebbe liberato miracolosamente un papa soffocato in gola da una spina di pesce; per gratitudine il pontefice avrebbe decretato che ad Aquileia, il primo aprile, non si mangiasse pesce. Un'altra teoria tra le più accreditate, colloca la nascita della tradizione nella Francia del XVI secolo. In origine, prima dell'adozione del calendario gregoriano nel 1582, in Europa era usanza celebrare il Capodanno tra il 25 marzo e il primo aprile, momento in cui venivano scambiati regali. La riforma di papa Gregorio XIII spostò la festività indietro al primo gennaio, motivo per cui sembra sia nata la tradizione di consegnare dei pacchi regalo vuoti in corrispondenza del primo di aprile, volendo scherzosamente simboleggiare la festività ormai obsoleta. Il nome che venne dato alla strana usanza fu poisson d'Avril, per l'appunto "pesce d'aprile". Un'altra ipotesi vede protagoniste le prime pesche primaverili del passato. Spesso accadeva che i pescatori, non trovando pesci sui fondali nei primi giorni di aprile, tornassero in porto a mani vuote e per questo motivo erano oggetto di ilarità e scherno da parte dei compaesani. Alcuni studiosi hanno inoltre ipotizzato come origine del pesce d'aprile l'età classica e, in particolare, hanno intravisto alcune possibili comunanze con l'usanza attuale sia nel mito di Proserpina (che dopo essere stata rapita da Plutone viene cercata invano dalla madre, ingannata da una ninfa), sia nella festa pagana dei Veneralia (dedicata a Venere Verticordia e alla Fortuna Virile) che si teneva il primo di aprile. Nei Paesi in cui ricorre la tradizione del primo di aprile, essa può assumere diverse sfaccettature a seconda della cultura locale. In Scozia la ricorrenza è nota col nome di Gowkie Day (dallo scozzese gowk = "cuculo"), e pare che proprio qui sia nato il popolare scherzo che consiste nell'attaccare un avviso recitante "calciami" (kick me) sulla schiena della vittima. Ancora oggi gli scherzi fatti da amici e parenti sono spassosi e molti creano uno spettacolo unico. Ma ricordate: non è detto che tutti gradiscano gli scherzi. Se qualcuno prenderà male il vostro senso dell'umorismo, nonostante l'uomo abbia dedicato queste giornate alle burle, potrete sempre difendere il vostro scherzo citando alcuni grandi della storia. "Anche gli dèi amano gli scherzi", sosteneva Platone. "Chi ha il coraggio di ridere, è padrone del mondo", sosteneva invece Giacomo Leopardi. E se ci rideva sopra lui...

Ora di seguito 3 suggerimenti per degli scherzi davvero esilaranti.

La corda invisibile. Questo è il più semplice e classico scherzo da fare, l'occorrente è facilmente reperibile poiché serve solo un amico e la vittima. Mettetevi su un qualsiasi marciapiede, tu da una parte e il tuo amico dall'altra. Fate finta di tirare una corda e vedete la reazione dei passanti.

Il bagno perennemente occupato.

Qui la situazione si complica, poiché è necessario avere un paio di jeans e un paio di stivali o scarpe. Mettete i pantaloni e le scarpe in modo che il bagno sembri occupato. Magari aggiungete un post-it con scritto "buon pesce d'Aprile!", nel caso qualcuno decidesse di entrare.

Il cartello invitante.

Il più classico scherzo mai visto ed anche il più semplice da realizzare, il cartello con scritto "Calciami!" (o con un'altra scritta, possibilmente non offensiva) sulla schiena.

A causa della pandemia che ha colpito il mondo intero dal 2020, molti impiegati che si trovavano dietro la propria scrivania del loro ufficio si sono dovuti spostare nella propria casa per lavorare a distanza “smart working”. Lo smart working, in italiano “lavoro agile", nel 2020 ha occupato circa 6,58 milioni di lavoratori. Tra questi, secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, il 68% dei lavoratori agili è riuscito a svolgere tutte le attività, il 29% non è riuscito a svolgere solo una parte dell’attività e il restante 3% non è riuscito a svolgere la maggior parte del lavoro. Secondo uno studio della FPA il 6,4% dei lavoratori vorrebbe tornare a lavorare come ad un tempo, mentre il 93% vorrebbe proseguire con lo smart working. Il 27,6% dei lavoratori vorrebbe lavorare da casa, mentre il 66% sceglierebbe di bilanciare il lavoro da casa con quello in presenza. La maggior parte dei “lavoratori agili” ha dichiarato che lo smart working è stato un momento prezioso che dovrà essere sfruttato in futuro. Anche l'industria elettronica favorisce tale modalità di lavoro perché ha aumentato l’incremento delle vendite degli apparecchi elettronici. Esso ha molti benefici: riduzione delle emissioni di agenti inquinanti, aumento della produttività delle aziende e un giusto equilibrio tra la vita lavorativa e la vita privata, determinando allo stesso tempo la riduzione dello stress. Si stima che le ore lavorative siano il 40% in più rispetto a quelle in ufficio, infatti sono 3 in più rispetto a quelle solitamente previste, in ogni modo, conseguenze non trascurabili possono essere costituite dall’isolamento sociale, da un certo rilassamento nella cura personale oltre ad un considerevole aumento delle ore lavorative.