La Mafia è un’organizzazione criminale che compie attività ILLEGALI (droghe, usura, ecc.). E’ un’attività che non riguarda solo la parte Sud dell’Italia ma tutto lo Stato. Ogni volta che ne sentiamo parlare ci viene l'angoscia dentro il cuore perché questa cosa esiste e la viviamo tutti i giorni. I primi nomi che vengono in mente quando pensiamo alla Mafia, sono Giovanni Salvatore Augusto Falcone (nacque a Palermo il 18 Maggio 1939, nella sua vita fu magistrato italiano e insieme a un suo caro amico Paolo Borsellino combatterono contro la mafia; morì il 23 Maggio 1992 nella strage di Capaci, attentato stradale) e Paolo Emanuele Borsellino (nasce a Palermo il 19 Gennaio 1940, fu magistrato Italiano e fu proprio la mafia ad ucciderlo nella strage di Via D' Amelio il 19 Luglio 1992). Questi due soggetti simboleggiano la giustizia: due magistrati che hanno sfidato questo fenomeno da soli con la loro intelligenza e con la loro diplomazia. Alla fine sono stati uccisi entrambi perché la loro lotta ostacolava i traffici illeciti. Una frase importante detta da Borsellino fu: ”E’ bello morire per ciò in cui si crede : chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una sola volta”. é da questa fondamentale frase che possiamo capire la soluzione per eliminare la mafia: il popolo dovrebbe avere la forza e la volontà di uscire nelle piazze e ribellarsi al “silenzio”; perché se combattiamo in due, la mafia uccide: se combattiamo in 100 la mafia, non può uccidere tutti.
Ci sono, però, molte persone che hanno provato a combattere questo mostro per esempio: Peppino Impastato. Lui era nato da una famiglia mafiosa a Fenici (Cesare Manzella, suo zio, era capomafia del paese a quei tempi); cominciando a crescere capisce che la mafia era una cosa illegale e il suo coraggio lo ha spinto a scontrarsi proprio contro i suoi famigliari. Viene cacciato di casa dal padre, ma quando codesto muore, Peppino si ritrova indifeso. Tutti i suoi amici e famigliari gli consigliano di smettere. Ma non si arrende. Apre un giornale e una radio Antimafia dopo 9 mesi dalla morte del padre, muore anche lui assassinato il 9 Maggio 1978. Sconvolta sulla morte del figlio, la madre, Felicia Impastato (di cui abbiamo anche l'intervista), cominciò a prendere esempio da lui protestando e pretendendo giustizia su chi sia l’assassino, e nel suo interrogatorio fece subito il nome del colpevole, secondo lei infatti la mafia non si combatte con la pistola ma con la cultura.
Da questo fatto possiamo trarre insegnamento e coraggio denunciando questo cattivo mostro.
Gaia Lambertucci (3A Loro Piceno)