Progresso o regresso


 E' il 2024, il mio cuore si colma di tristezza, dato che nella mia mente è presente un pensiero, un'idea che mi demoralizza e mi angoscia molto: ossia che progresso è regresso: sì proprio così'! Il regresso, rappresentato da tutti questi femminicidi, mi da l' impressione di non vivere in un "epoca futuristica", ma nel passato, nella preistoria, dove forse tutto ciò non veniva neanche effettuato. Giorno dopo giorno dai giornali, dai  telegiornali non ci annunciano altro che devastanti notizie, riguardanti uomini che hanno la presunzione di sentirsi padroni e liberi di mettere la parola fine alla vita di una donna. Mi capita di immedesimarmi nei panni di queste ragazze, ma subito scuoto la testa per distogliermi da questi pensieri, essendo che i miei occhi si riempiono di lacrime e un nodo si ferma alla gola. Tuttavia per me queste vittime sono e rimarranno delle vere e proprie guerriere che si ritrovano dalla vita alla morte, per decisione di un essere meschino. Il mio pensiero va e si rivolge anche alle famiglie di queste "eroine", ai genitori, ai fratelli e alle sorelle, che in un attimo gli viene portata via una persona cara, quella stessa persona che per loro poteva fungere da spalla su cui piangere, rappresentare la quotidianità, un pezzo di cuore, un' amica di viaggio in una vita oramai allo sbaraglio. Non ci sono parole per descrivere queste crudeltà che noi donne dobbiamo subire, il passare del tempo diventano fatti usuali e consueti, solo per il semplice fatto di essere innamorate della persona sbagliata e di aver riposto fiducia in persone che non sanno accettare un "no", non sanno rassegnarsi ad un punto messo al capolinea di una storia, ormai chiusa, non sanno sopportare l'indipendenza che noi donne giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno siamo riuscite a conquistare. Spero appunto che quest'anno  sia l'inizio di una nuova era, dove gli uomini capiscano che le donne non sono loro proprietà, sappiano  accettare il rifiuto, inizino a rispettare la figura femminile, cosi nelle famiglie , a partire dalla mia, regni la serenità, la spensieratezza, l' armonia e la felicità di vivere e non "sopravvivere". Credo che il problema abbia radici profonde, all'interno della società ancora fortemente proiettata sulla figura maschile che predomina nonostante i cambiamenti e i diritti acquisiti, abbiamo ancora tanta strada da fare, ma insieme, unite, uomini e donne possiamo farcela e sperare in un reale cambiamento. "Bisogna far rumore perché le cose cambino".

Martina Mazza