Le 4 giornate di Napoli

Le quattro giornate di Napoli sono un pezzo di storia per la Campania. Il 12 settembre viene occupata dai tedeschi. Le truppe germaniche avvertono la nostra città come un nemico sconfitto ma non ancora dominato: abusi, provocazioni e scontri, mentre tra i cittadini regna la rabbia. I soldati tedeschi  sono ovunque, mentre i genocidi vengono impediti da donne e ragazzini che gettano oggetti dalle finestre. Napoli è sola, senza guida, sotto lo scettro dei tedeschi incattiviti dalla consapevolezza di avere i napoletani contro. È in questo contesto che il 27 settembre un enorme rastrellamento in città, con più di ottomila persone fermate, fa esplodere la rabbia dei napoletani. Il Vomero è il primo dei quartieri ad esplodere trascinando in toto tutto il popolo napoletano. Il 28 la rivolta si estende in tutti i quartieri... "l' unione fa la forza".  Mentre i tedeschi cercano di reprimerla; gli scontri sono feroci e coinvolgono direttamente i cittadini dei diversi quartieri; la straordinaria lotta dei femminelli, gli omosessuali maschi che non sembravano avere la stoffa per lottare, carichi di coraggio  cacciano i soldati. Moltissimi sono i protagonisti della rivolta tra cui i cosiddetti scugnizzi, i ragazzi di strada, parte integrante della guerra come veri e propri membri dell' esercito. Delle cinque medaglie al valore, che ricordano la grandezza di  Napoli in quelle lotte per la libertà, tre sono di minorenni: Gennaro Capuozzo, 11 anni, Filippo Illuminato, 13 anni, Pasquale Formisano di 17 anni. Alla fine il comando tedesco viene costretto a trattare direttamente coi rappresentanti dei ribelli, un’umiliazione pesante per l’esercito tedesco che aveva avuto l’ordine da Berlino di ridurre la città in cenere. I tedeschi se ne vanno, ma lasciano un ultimo "saluto", ovviamente, violento con bombardamenti aerei. Il primo ottobre gli alleati entrano in città, al momento gloriosa e festante. Le quattro giornate entrano così nella storia: Napoli è la prima città europea a ribellarsi apertamente all’ occupazione nazista, per di più vincendo. I femminelli, che difendono con le armi la loro vita, rimangono un esempio da non tralasciare, la volontà di essere parte, pur nella diversità, di una società , che deve riuscire a rappresentarsi attraverso ogni suo singolo componente, nessuno escluso. 

Carlo Cesarano

Emanuele Piscopo

Michele Lonardo