I 5 SENSI
Nell’anno scolastico 2021-2022, la classe 2E dell’IC Carlotta Aschieri di S. Pietro in Cariano (VR) ha partecipato al progetto Kairos, promosso dai LIONS.
La collega di Matematica, insieme alla collega specializzanda in TFA Sostegno presso l’Università degli Studi di Verona, hanno proposto un’attività laboratoriale, attraverso la metodologia del learning by doing.
Sono stati organizzati 4 laboratori di Scienze inerente ai 5 sensi, della durata di un'ora ciascuno, in quattro giorni diversi, con l'obiettivo di far conoscere e sperimentare i sensi, meglio ancora sperimentare la privazione degli stessi.
Questi laboratori sono stati ideati con l'idea di apprendere non solamente una tematica, ma sensibilizzare anche al concetto di diversità e disabilità.
In merito al primo laboratorio, agli alunni, nei giorni precedenti, è stato chiesto di portare con a scuola una benda per occhi.
Questo laboratorio, in relazione alla privazione della vista, è stato suddiviso in 4 fasi.
La prima fase ha previsto che gli alunni, dopo essersi bendati, sono rimasti 20 min circa, seduti per iniziare ad ambientarsi a questa nuova percezione della realtà. In seguito è stato chiesto loro di cercare nelle loro cartelle un elemento che non appartenesse loro (le insegnanti hanno inserito nelle loro cartelle una conchiglia).
Nella seconda parte del laboratorio è stato chiesto agli alunni di seguire i comandi vocali dell'insegnante, che ha invitato gli stessi ad alzarsi, una fila per volta, ed uscire dall'aula, posizionandosi nel corridoio, a ridosso della parete.
Gli alunni sono stati poi invitati a sedersi a terra e a togliere la benda dagli occhi; dopo un iniziale commento sono rientrati in classe per condividere, esprimendo in una o poche parole il vissuto di questo laboratorio: concentrazione alle indicazioni del docente e alla direzione, aiuto soprattutto grazie all'udito e al tatto, disorientamento per la percezione diversa a quella finora percepita, vuoto, difficoltà ad orientarsi e quindi paura, frustrazione, bisogno di aiuto, intuito per la conoscenza del luogo, importanza dell'ordine per non incorrere in barriere.
Il secondo laboratorio ha permesso agli alunni di sperimentare la privazione dell'udito. È stato chiesto loro, anticipatamente, di portare dei tappi per le orecchie o cotone e dei berretti.
Gli alunni hanno ascoltato la spiegazione sull'udito da parte dell'insegnante, che ha spiegato sottovoce e in alcuni momenti muovendo solamente il labiale, simulando la sordità totale.
Sono poi state pronunciate sei parole sottovoce (inerente alla lezione) e gli alunni le hanno riportate sul quaderno, in base alla loro percezione. Guardare il labbiale dell'insegnante ha aiutato molto. A seguire gli alunni hanno espresso la difficoltà nell'ascolto, l'aiuto dell'intuizione, alta attenzione della classe ( in silenzio quasi assoluto), confusione, stranezza, non capire (anche la deglutizione ha disturbato) e conseguente nervosismo, disorientamento, concentrazione.
Le insegnanti hanno puntualizzato l'importanza di sensibilizzare a questa problematica, poiché le difficoltà di udito sono abbastanza comuni; facilmente tutti ci relazioneremo con questa privazione anche parziale, ad esempio con gli anziani.
Il terzo laboratorio ha permesso di sperimentare la privazione del tatto. Gli alunni, preventivamente informati, hanno portarto i guanti da sci o in plastica a scuola, e dopo averli indossati, sono stati invitati a prendere il materiale didattico dalla cartella e a prendere appunti.
A seguire gli alunni hanno condiviso il nervosismo provato, la mancanza dei dettagli, la difficoltà a scrivere, fastidio, disabilità, il desiderio di togliere i guanti, poca aderenza agli oggetti e la sensazione che gli oggetti scivolino tra le dita, disordine, stranezza e la necessità di una maggiore concentrazione per eseguire i compiti.
Il quarto ed ultimo laboratorio ha permesso di sperimentare la privazione del gusto e dell'olfatto e la relazione fra i sensi.
Agli alunni è stato chiesto di portare a scuola uno spicchio di mandarino, un pezzetto di mela ed una benda per gli occhi.
Gli insegnanti, in un primo momento, dopo che gli alunni, si sono bendati, hanno fatto odorare l'agrume e successivamente hanno imboccato gli alunni con la mela.
In seguito è stato chiesto agli alunni di immaginare il gusto della mela e hanno gustato il mandarino.
Alla fine del laboratorio, gli alunni hanno condiviso il loro vissuto: difficoltà, stranezza, disorientamento , disgusto, odori, inganno, immaginazione, somiglianza, paura di perdere le sfide con gli amici, miscuglio odore-sapore, sfiducia.
Attraverso il percorso esperienziale gli alunni hanno vissuto un processo di trasformazione nel pensiero, anche grazie all’introspezione, che ha permesso loro di rapportarsi in maniera sempre più rispettosa con l’altro, ad esempio attenzionando l’ordine, non lasciando materiale scolastico in giro, possibile barriera per chiunque.
Per la visione di questo film, tutte le classi seconde dell’IC “Carlotta Aschieri” di S. Pietro in Cariano (VR), hanno partecipato al progetto Kairos, promosso dai LIONS.
“Rosso come il cielo”, ispirato alla storia vera del montatore del suono non vedente Mirco Mencacci, racconta la disabilità in Italia negli anni 70, ma soprattutto la forza della creatività e dell’unione.
Mirco, un bambino toscano di dieci anni, dopo un incidente domestico, causato dal fucile del padre lasciato carico, riporta danni alla vista. Non potrà più tornare nella sua scuola, in quanto la legge vigente non permette ai ciechi e agli ipovedenti la frequenza della normale scuola pubblica.
Così Mirco dovrà frequentare un istituto per ciechi a Genova. Tra difficoltà, nuova percezione del mondo intorno a lui, Mirko scoprirà il suo talento, il suo potenziale, che permetterà a sé stesso e ai suoi nuovi compagni di riscattare la condizione di disabilità.
La disabilità, le conseguenti difficoltà e la sua determinazione gli hanno permesso di continuare a sognare e di indirizzare la propria vita.
La classe ha condiviso le tematiche inclusive, l’impegno per rincorrere i propri sogni, la ricchezza della diversità, la necessità di abbandonare i pregiudizi. La condivisione è stata arricchita dall’esperienza diretta del docente di Musica, non vedente, che ha frequentato le scuole speciali.