Pubblicazioni parrocchiali

PALATA PEPOLI IL PAESE - LA PARROCCHIA

BREVE STORIA PER IMMAGINI


1984

Introduzione contenutistica

PRESTO DISPONIBILE

PRESENTAZIONE

(propria)

Ricorrendo tra il 1983 ed il 1985 il primo centenario della costruzione della chiesa, già da alcuni anni andavo pensando di celebrare questo avvenimento con qualcosa di concreto che rimanesse come segno nel tempo e che aiutasse da un lato la lettura dell'avvenimento stesso, e dall'altro fosse occasione per uno sguardo storico sulla nostra zona. Nacque quindi in me l'idea di fare una ricerca storica ma quando, con alcuni collaboratori, ci siamo messi al lavoro, ci siamo accorti quale fosse la vastità e la mole del problema e quanto fossimo noi impreparati ad affrontarlo: quindi la nostra idea di fare questa ricerca in tempo utile (entro cioè la celebrazione centenaria), era solo una pretesa illusoria A questo punto prima di "gettare la spugna" pensai di consultare un esperto in materia. Mi fu consigliato il dott. Mario Fanti, noto ricercatore e storiografo bolognese, che è anche vicepresidente del centro studi "G Baruffaldi" di Cento Fu un incontro provvidenziale, nel quale si posero le idee buse, che, sviluppate, hanno dato origine alla seguente pubblicazione Scartata l'idea (ma la voglia rimane) di una ricerca causa della crisi storico-critica più estesa, si pensò di fare i una storia, ma per immagini, toccando alcuni temi soltanto, che però nell'insieme dessero una fisionomia unitaria di ciò che volevamo trattare. Ed è così che si è preso in esame prima "il Territorio e il Paese, quasi come il continente nel quale si è svolta la nostra storia. Non si poteva poi trascurare il “Castello", come centro dell'evoluzione storica di tutta la zona e del paese in particolare. Poi i vari cambiamenti che il nostro territorio ha subito e che si sono particolarmente evidenziati nel "lavoro" e quindi nella vita della gente, altra considerazione che ci sembrava necessaria. Infine "la chiesa sia come costruzione materiale, sia come presenza parrocchiale, era argomento d'obblighi vuoi per le circostanze di questa pubblicazione, vuoi per le origini storiche del paese, legate "all'augusta badia di Nonantola" che in queste zone ha curato, direttamente o indirettamente, una "bonifica" non soltanto materiale, ma anche morale e spirituale. Ciascuno di questi argomenti è stato illustrato da una introduzione, seguita da un certo numero di fotografie, in parte prese da documentazioni antiche, in parte prese dalle foto della "vecchia Pala ta che da anni sto raccogliendo nelle famiglie. Questo è stato l'iter del lavoro che vi presento, e che è stato fatto con l'unica desiderio di offrire un piccolo servizio per meglio conoscere la nostra zona e Palata in particolare. Non si può chiudere questa presentazione senza assolvere al dovere di ringraziare chi ci ha permesso di realizzare l'opera Innanzitutto un "grazie" sentito e sincero al do Mario Fanti, vero artefice dell'impresa, senza l'intervento del quale non si sarebbe potuta attuare Debbo ricordare ancora chi ha collaborato nella ricerca, particolarmente Alessandra Nanetti, Angela Balboni, Lucia Bernagozzi, Alessandra Baraldi, Roberta Vincenzi, Alberto Fantoni, Francesca Malaguti e Daniela Ghelli, che ha dattiloscritto con pazienza il testo, Un ricordo va anche a chi ha gentilmente prestato le foto per la riproduzione. A tutti il più vivo ringraziamento.


Don Giorgio Ghirardato

SAN GIOVANNI BATTISTA DI PALATA PEPOLI

Storia, fede, arte


PARROCCHIA DI PALATA PEPOLI2010

Introduzione contenutistica

PRESTO DISPONIBILE

PREFAZIONE

(propria)

Il Cartinate Carlo Caffarra.

La chiesa parrocchiale di Palata è indubbiamente fra le belle del forese. Il libro ne spiega la storia e ne fa conoscere i grandi capolavori artistici presenti in essa.

La chiesa parrocchiale nella storia di ogni comunità cristiana è sempre stata il simbolo di una identità custodita gelosamente lungo i secoli e radicata profondamente nella fede cristiana

Nella storia di questo edificio sacro giustamente il libro da ampio spazio al parroco don Antonio Lamborghini, a cui si deve la ricostruzione della canonica nelle forme attuali e il riordinamento complessivo di tutte le opere parrocchiali chiesa e campanile compresi.

Non posso non compiacermi col parroco don Riccardo Torricelli e con tutto il popoli di Palata per l'amore che ancora una volta hanno dimostrato alla loro chiesa.

La vostra comunità ha il privilegio di essere affidata alla protezione di colui che Gesù giudicò essere il più grande fra i figli di donna, Giovanni Battista che il Precursore conduca tutti i fedeli di Palata ad un incontro vero col Signore Gesù.

Bologna, 13 aprile 2010

+Carlo Card. Cafarra

PRESENTAZIONE

(propria)

Il volume che ho la gioia di poter offrire ai miei compaesani e a tutti i cultori del patrimonio della Storia dell'Arte locale, è il primo capitolo di un libro, di cui, per quanto estesa e approfondita, per ora è stata scritta la sola introduzione: il volume, del 1984, cioè, Palata Pepoli. Il paese e la parrocchia (breve storia per immagini). È lo stesso curatore, il compianto don Giorgio Ghirardato, a fornire questa chiave di lettura nella presentazione dell'opera: " Quando, con alcuni collaboratori, ci siamo messi al lavoro, ci siamo accorti quale fosse la vastità e la mole del problema e quanto fossimo noi impreparati ad affrontarlo... Scartata l'idea (ma la voglia rimane) di una ricerca storico-critica più estesa, si penso di fare una storia, ma per immagini, toccando alcuni temi soltanto, che però nell'insieme dessero una fisionomia unitaria di ciò che volevamo trattare.... la Chiesa, sia come costruzione materiale, sia come presenza parrocchiale, era argomento d'obbligo". Se è vero che ora viene in parte soddisfatto l'obbligo di trattare della chiesa, resta in sospeso, tuttavia, la stesura dei capitoli necessari a completare il libro di Palata; anche in quel caso, l'illuminata previdenza di Don Giorgio ci permette di cominciare con il piede giusto, dal momento che un indice preciso ci viene fornito da lui stesso: "Poi, i vari cambiamenti che il territorio ha subito e che si sono particolarmente evidenziati nel lavoro e quindi, nella vita della gente". È facile comprendere che si tratta di questioni di grande vastità e mole, appunto; e che varrebbe la pena d'affrontare, per le significative ricadute, in ambito sociale e culturale in genere. Le numerose ricerche sul castello e la tenuta prodotte negli anni successivi, per quanto frammentarie e per la maggior parte ancora inedite, avrebbero infatti la capacità di dimostrare che, lungo i secoli, il nome di Palata sta ad indicare un territorio dai contorni umani ed ambientali precisi, cosicché, ancor oggi relativamente distante dal Capoluogo, da Cento e da Finale, il paese fatica a nascondere una certa vocazione a fare centro, del resto confermata dall'ampia solennità e proporzioni armoniche della chiesa parrocchiale. Riscoprire l'intreccio delle relazioni che hanno plasmato la peculiarità di un territorio, d'altra parte, permette in qualche modo di tenere per il bandolo la matassa del presente, esposto alla tentazione della chiusura e del provincialismo, mentre ci sarebbe la necessità di immaginare il futuro in forme nuove, sulla base di un passato che, comunque sia, non è mai possibile completa mente cancellare, e dunque, va conosciuto, studiato e assimilato. Un certo impulso di creatività nel presente sarà, pertanto, la misura adeguata per valutare il livello di accoglienza e comprensione dell'attuale volume.

Palata Pepoli, 17 maggio 2010

                                                                                                                                                                                                                                                 Il parroco don Riccardo Torricelli

L'EDICOLA-TEMPIETTO DELLA MADONNA DI SAN LUCA A PALATA PEPOLI

TRA CRONACA E STORIA


Parrocchia di Palata PepoliAssociazione di volontariato "Palata...e dintorni"

Introduzione contenutistica

PRESTO DISPONIBILE

PREFAZIONE

(propria)

Domenica 7 settembre 2014 viene inaugurato, dopo il restauro, il tempietto dedicato alla Madonna, costruito nel 1883 dall'allora parroco don Antonio Lamborghini, che seppe interpretare la devozione mariana delle popolazione di Palata Pepoli, coltivata anche dalla Compagnia della Madonna del Buon Consiglio.

Don Antonio probabilmente volle lasciare sulla pubblica via, non lontana dalla chiesa parrocchiale, un segno della presenza della Madonna, sotto l'immagine della Beata Vergine di San Luca, Nella vita religiosa i "segni" sono sempre importanti e anche questo servirà ad alimentare e sostenere nei fedeli la devozione alla Vergine Maria, che è e rimane diffusissima nelle nostre terre.

La Chiesa, fin dalle sue origini, e specialmente nei momenti più difficili, ha contemplato con particolare intensità uno degli avvenimenti della Passione di Gesù Cristo riferito da san Giovanni: "Stavano presso la croce di Gesù sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa, e Maria di Magdala, Gesù allora, vedendo la Madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla Madre: 'Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: 'Ecco la tua Madre!'. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa" (Gv 19, 25-27).

Lungo la sua storia, il Popolo di Dio ha sperimentato questo dono fatto da Gesù crocifisso: il dono di sua Madre. Maria Santissima è veramente Madre nostra, che ci accompagna nel nostro pellegrinaggio di fede, speranza e carità verso l'unione sempre più intensa con Cristo, unico salvatore e mediatore della salvezza (Cfr. Cost. Lumen gentium, nn. 60 e 62).

La devozione alla Santissima Vergine Maria è un mezzo privilegiato "per trovare Gesù Cristo perfettamente, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente" (Trattato della vera devozione, 62). Attraverso la devozione a Maria, Gesù stesso "allarga il cuore con una santa fiducia in Dio, facendolo guardare come Padre e ispirando un amore tenero e filiale" (Ibid., 169).

Dobbiamo esaltare il suo bel nome, ma soprattutto dobbiamo lavare la nostra veste per potere essere pronti a ricevere la venuta del Nostro Signore Gesù Cristo. L'anima di ciò è Maria, non dobbiamo fare altro che abbandonarci al suo cuore per conoscere quanto l'Amore di Dio sia immenso e per sempre. In questo cammino deve regnare la Pace, la reazione l'Amore vicendevole dettato dal comandamento di Gesù "amatevi come io ho amato voi." E Maria ogni giorno ci insegna a fare la volontà di Dio: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». (Lc 1,38).


                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Don Victor Saul Meneses Moscoso

PRESENTAZIONE

(propria)

Da Don Antonio alla Rina.


Potrebbe essere il sottotitolo di questo quaderno, nel quale Don Antonio è il Parroco che, nel lontano 1883, pensò e realizzò l'Edicola dedicata alla B. V di San Luca e con Lui Rosa, Franco, Agostino, Giuseppe, Antonio, Desiderio, Pietro, Luigi e tanti altri parrocchiani di Palata che con le loro offerte o contribuendo in manodopera hanno permesso la costruzione dell'Edicola. La Rina... ma prima di raccontare di lei ricordiamo Nino e Carlo Ansaloni che finanziarono e realizzarono nel 1981 il restauro dell'edicola, assieme a Cinto Malaguti, Luigi Vecchi, Luigi Borsari e Loris Simoni, con la guida storica di Don Giorgio Ghirardato.

La Rina? La potevi incontrare davanti all'edicola, si fermava a salutare la Madonna, oppure la vedevi entrare per sistemare i fiori o accendere un lumino soprattutto in Maggio, che è il mese dedicato a Maria ma è anche il mese che non scorderemo per il sisma che ha colpito i nostri paesi, le nostre case, le scuole, le chiese, le fabbriche lasciando in ognuno di noi un senso di impotenza e fragilità.

La Rina però, nonostante l'inagibilità dell'edicola continuava a portare i fiori e il lumino e quando la incontravi diceva con la sua inconfondibile voce: "Chissà s'i la mitràn mai a pòst" e come lei tanti altri si chiedevano se e quando l'edicola sarebbe tornata agibile. Oggi che l'edicola è tornata al suo splendore originario, grazie all'intervento di restauro e risanamento conservativo dell'Ing. Campanini, all'impegno di cui si è fatta carico l'Associazione Palata... e dintorni con l'aiuto dei parrocchiani di Palata Pepoli, il sostegno di Don Victor e Don Ivo e la donazione della famiglia Pellacani, si realizza il desiderio di Don Antonio e della Rina.

Un lavoro che abbiamo voluto mettere in rilievo con la realizzazione di un libro-quaderno, curato e realizzato dal Dott. Gian Paolo Borghi, fine conoscitore delle tradizioni locali, il quale ha dato piena e assoluta disponibilità al progetto. La speranza è che l'edicola sia la prima di una serie d'inaugurazioni post-sisma e in questo confidiamo nell'aiuto e nella protezione materna della Beata Vergine di San Luca, che continuerà a vegliare benevolmente sui propri figli. Ci resta un solo rammarico, la Rina che purtroppo non è più fra noi: se n'è andata alcuni mesi fa, ma ci piace ricordarla davanti all'edicola e, con la sua inconfondibile voce, avrebbe detto: "..a son propria cuntenta".


                                                                                                                                                                                                                                                                          Associazione di volontariato "Palata... e dintorni"

NOTA INTRODUTTIVA DEI CURATORI

(propria)

La presente ricerca si propone di fare conoscere alla comunità di Palata Pepoli le vicende costruttive dell'Edilizia-Tempietto della Beata Vergine di San Luca, la cui originale icona mariana, da secoli collocata nell'omonimo santuario bolognese sul Colle della Guardia, non soltanto è la più venerata nella Diocesi di Bologna, ma annovera fedeli che vi si recano a pregarla anche da altri territori. Questo interessante spazio di pratica devozionale di Palata contribuisce a perpetuarne la memoria in ambiti locali, anche alla luce del ricordo di pellegrinaggi in un'epoca ormai lontana quando il lungo itinerario per raggiungere l'edificio sacro si traduce in aspetti penitenziali di un certo rilievo. Risulta inoltre evidente che si è cercato di contestualizzare la devozione mariana locale in una più ampia sfera del sacro documentando ulteriori testimonianze riscontrabili in vari ambiti, dalla chiesa parrocchiale (altare, associazionismo laicale ecc.) agli oratori e alle edicole di più modeste dimensioni, nonché alle attestazioni devozionali di lontana origine, in simbiosi tra sacro ed elementi naturali. Le difficoltà insorte nella ricerca archivistica parrocchiale a causa degli eventi tellurici del 2012 (tutti i documenti, salvo citazione diversa, si intendono conservati nell'Archivio Parrocchiale) non hanno consentito un lavoro più esaustivo, ma l'ausilio rappresentato dal volume San Giovanni Battista di Palata Pepoli. Storia, fede, arte, curata da Marco Cecchelli nel 2010, in buona parte ha agito da supporto per risolvere queste difficoltà di natura logistica. La carrellata documentaria oggetto di questa pubblicazione privilegia, inoltre, la presenza di fotografie tra Otto e Novecento, per contribuire a dare una dimensione più efficace al complesso del lavoro, facilitandone peraltro la leggibilità. La scansione delle fotografie si rivela utile anche per contribuire ad affrontare ulteriori tematiche di studio e di ricerca in sede locale quali i cortei processionali, lo stato strutturale dell'Edicola Tempietto nel tempo, il suo rapporto con i devoti, l'associazionismo e l'identificazione del luogo di culto anche come punto di riferimento per incontri e appuntamenti amicali. Confidiamo che questa agile realizzazione editoriale possa contribuire alla divulgazione di scansioni storiche non sempre note (pure se, tutto sommato, relativamente vicine nel tempo) alle nuove generazioni, anche allo scopo di "trasformare" il mondo cultuale in valore culturale (materiale e immateriale) di un territorio.