A distanza di un anno dall’inizio della pandemia, le altre persone ci risultano lontane, sia fisicamente, che dal punto di vista affettivo. Secondo il parere di molti esperti e dell’opinione pubblica, ad essere “colpiti” da questa mancanza di socialità sarebbero maggiormente i bambini, i giovani e gli anziani.
Se prima la scuola era vista come un luogo di aggregazione che, in moltissimi casi, incentivava i rapporti tra i ragazzi, ora è considerata solamente sotto il punto di vista formativo. La causa? Ovviamente la DDI, conosciuta anche come DAD.
Molti staranno pensando: “Beh, è fantastico poter stare a casa propria, in comodità, e svegliarsi due minuti prima dell’inizio della lezione!”. Questi vantaggi sono evidenti, ma esaminando ciò a cui si rinuncia con la Didattica A Distanza, ovvero la socialità, gli affetti, le amicizie, le esperienze, le gite scolastiche, i lavori di gruppo, i dibattiti in classe, qual è il guadagno?!
Cosa ci stiamo perdendo?! Alcuni esempi ci mostrano come gli adolescenti, vogliosi di riavere la loro quotidianità, abbiano trovato delle scappatoie alle stringenti norme anti-Covid-19, che ormai risultano, seppur necessarie, molto limitanti. A Varese, infatti, ventidue ragazzi tra i 16 e i 18 anni si sono sottoposti al tampone e, dopo aver verificato la propria negatività, si sono rinchiusi insieme nell’oratorio di Biumo Inferiore.
La “bolla” nella quale si sono rifugiati, coordinata da Don Gabriele Colombo, ha permesso loro di vivere insieme, come in un mondo parallelo, senza però alleggerirli delle loro responsabilità e dei loro doveri.
Il progetto è stato approvato dagli organi competenti a seguito di varie richieste alla Prefettura e al Comitato tecnico-scientifico. In questo caso le disposizioni del governo sono state rispettate, senza però privarsi dell’amicizia, dello sport, dello studio e del contatto fisico.
Un altro caso eclatante di tentativo di ritorno alla normalità da parte di noi ragazzi è l’esperimento sociale del 24 marzo ad Amsterdam, in Olanda, dove più di 1300 persone hanno passato un’intera serata all’insegna del divertimento, ballando e cantando come si usava fare nelle discoteche. Il tutto è stato possibile grazie ad uno screening di positività ed eventuale contagio nelle successive due settimane.
Il 27 marzo a Barcellona, in Spagna, 5000 persone si sono radunate per assistere al primo concerto live di tali dimensioni dall’inizio della pandemia. Ovviamente tutti i partecipanti sono stati sottoposti a tampone e hanno dovuto utilizzare le mascherine.
Immaginate quanto sarebbe bello trascorrere le vostre giornate in zona rossa con la vostra compagnia di amici o con dei ragazzi con cui fare conoscenza, o ancora poter tornare in discoteca o a fare festa... a tutti noi manca poterci riabbracciare, viaggiare e fare esperienze senza alcun filtro. Dopotutto, come disse Aristotele, “l’uomo è un’animale sociale”.
Certo è che questi esperimenti lasciano ben sperare per il futuro, anche in vista dell’estate, che ormai non è molto lontana.
Boscain SImone, 5^AE
In questo periodo molte volte ci saremo domandati se tutte le scelte del Governo italiano vadano contro ai principi di libertà citati nella Costituzione e nella Con- venzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Ci viene chiesto quotidianamente di rinunciare ai nostri diritti e alle no- stre libertà fondamentali, quali la libertà di circolazio- ne, quella personale, di riunione e anche di iniziativa economica.
Alcuni avranno anche pensato che la situazione che
stiamo vivendo non sia poi tanto diversa dalla totale
privazione di diritti tipica dei regimi dittatoriali; ovviamente questo è un estremismo e, per di- mostrare che siamo ben lontani da queste realtà, dobbiamo spostarci di circa 9000 Km a est dall’Italia, in Corea del Nord.
Come tutti noi sappiamo il Paese è sotto un regime totalitario di stampo socialista, a cui capo c’è il Partito del Lavoro di Corea, movimento di maggioranza. Esso dirige le istituzioni e l’Armata popolare. Il Governo nordcoreano controlla ogni aspetto della vita delle persone servendosi di una propaganda asfissiante, ai limiti dell’immaginazione.
Se vi è capitato di leggere 1984 di George Orwell, vi sarete accorti dello stato d’animo che que- sto libro suscita nel lettore: si tratta di una sensazione di angoscia e di mancanza di certezze; il Partito è in grado di influenzare le menti delle persone, costringendole a vivere nella menzogna. Questo è esattamente quello che accade in Nord Corea: la stampa, i film, la televisione, la radio sono controllati dal regime in modo da condividere solo informazioni di propaganda a favore del Governo. Se si prova anche solo a mettere in discussione la bontà del dittatore si viene condan- nati alla pena capitale.
Yeon-mi Park è una ragazza, ormai di 27 anni, che all’età di 13 anni è riuscita a scappare da que- sto Paese con l’aiuto di sua madre.
Hanno attraversato insieme la Cina e la Mongolia per riuscire a chiedere asilo in Sud Corea. Dopo numerose disgrazie, che provocherebbero traumi psicologici irreparabili a chiunque, tra i quali essere schiavizzata e imprigionata, Yeon-mi Park è riuscita ad ottenere la libertà che ogni essere umano merita.
Oggi è laureata e vive negli Stati Uniti. È diventata un’attivista per i diritti umani e ha tenuto un celebre discorso nel 2014 al Summit One Young World, una conferenza internazionale annuale che vede protagonisti ragazzi ambasciatori da ogni parte del mondo per discutere del futuro dell’umanità. Il discorso è molto toccante e coinvolgente e consiglio a tutti di guardarlo.
Questo è solo uno dei tanti esempi di quello che succede di cui siamo all’oscuro e sul quale non abbiamo alcun controllo. Quello che però possiamo fare è conservare una mentalità aperta al confronto, tanta curiosità e spirito critico per capire e affrontare con spirito critico quello che ci circonda!
Boscain Simone, 5^AE