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La redazione
Stiamo vivendo l’età più difficile della nostra vita, pensiamo di esser soli e incompresi, ci blocchiamo dentro ad un sogno, dietro a degli occhi e vogliamo restare lì per sempre, ma per sempre quanto? Tanto quanto basta per aspettare che tutti spariscono, che nessuno ci consigli e che tutto si zittisca, come il nostro cuore e la nostra voglia di libertà prigionieri da tempo? Pensiamo prima di arrivare a ciò, noi non veniamo esclusi, semplicemente ci autoescludiamo e incolpiamo tutto e tutti del nostro essere, dei nostri fallimenti e della vita che conduciamo, cerchiamo di trovare un colpevole là dove il nulla aspetta il nostro precipizio. Non siamo in grado di trovare la via di mezzo, o ci affidiamo troppo o ci nascondiamo, restiamo in bilico su un filo trasparente, aspettando che scompaia e ci dia la sicurezza da poter camminare da soli. Solo noi abbiamo problemi, almeno è ciò che le nostre emozioni vogliono farci credere, non pensiamo agli altri e non ci interessano i loro giudizi. Ma allora perché le nostre famiglie ci aiutano a studiare, i nostri fratelli sono sempre contenti se siamo presenti e gli insegnanti ci spronano a dare il meglio nella scuola e nella vita? La risposta a questi fatti non so darla, forse il loro bene verso di noi è superiore ad ogni nostro capriccio?
Ovviamente si sa, la pandemia da Covid-19 ha cambiato molto l’umore delle persone, soprattutto quello di ragazzi e ragazze che da più di un anno non possono abbracciarsi, toccarsi o fare feste, questo comportamento ha influito su ogni aspetto del nostro quotidiano. Ma realmente come ci relazioniamo con gli altri? Tutti i nostri rapporti sono cambiati, nessuno escluso. In alcuni casi ci sentiamo soli, deboli o messi da parte, anche se non è così. Il nostro comportamento è diventato più ottuso e meno gestibile. Tutti ci sono stati accanto e ci hanno incoraggiati, ma non abbiamo voluto capire; scontato e inutile è stato ciò che ci ha circondati e sempre di più abbiamo sopportato le lezioni degli insegnanti, ma perché sopportate?
E ancora una volta possiamo risponderci da soli! Una lezione non si sopporta la si apprende e basta, consapevoli del fatto che a fine giornata avremo un bagaglio culturale più vasto e utile al futuro, perché, si sa, a tutti capita di chiedersi a cosa potrà mai servire studiare la morfologia dei vulcani oppure un antico testo Latino, e alla fine cosa succede? All’età di vent’anni si capisce di voler diventare scienziati o filosofi e tutto, come ci era stato detto, ci è servito. Questa è la mia opinione riguardo la mia generazione, non siamo giovani che cercano guai o pazzie, vogliamo divertirci, in questo momento è un po’ difficile ma faremo come riusciremo; nonostante questo i valori come l’educazione e il rispetto li abbiamo imparati fin da piccoli. A noi piace la vita e saremo sempre curiosi di scoprirla, anzi ogni scoperta ed ogni vittoria saranno le precedenti di altre mille. Agli adulti complichiamo la vita, però uno dei più grandi errori che questi ultimi potrebbero fare è abbandonarci proprio adesso e lasciarci alle nostre insicurezze, che già sono grandi come il mare, e ancora più difficile sarà tornare come fiume se diventeranno oceano. Noi proveremo sempre a non deludervi ed insegnare ciò che voi avete insegnato a noi. Tutti voi adulti siete i maestri di vita delle nuove generazioni. Vi ringraziamo.
Gallicchi Kate, 2^AR