V CICLO
L'ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI IN MODELLI
L'ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI IN MODELLI
Attraverso funzioni posso creare delle interconnessioni dinamiche tra le informazioni. A seconda di come lego le informazioni ottengo modelli diversi.
Dato ≠ Informazione
Ogni elemento registrato è solo un DATO.
Diventa INFORMAZIONE solo quando viene strutturato e reso comprensibile in un contesto che gli dà significato. Si trasforma i dati grezzi in informazioni utili, perchè i dati da sè hanno solo valore potenziale, il loro valore emerge quando vengono interpretati e utilizzati in modo efficace.
SPREADSHEET
È formato da celle contenuto e celle risultato in cui sono inserite informazioni di tipo numerico. Le informazioni contenute all'interno di ogni cella sono collegate attraverso un sistema gerarchico e se ne modifico una, a cascata si modificano tutte quelle a cui è collegata. Uno spreadsheet non contiene informazioni grafiche.
Come faccio a trasmettere dei dati strutturati a distanza?
Tipo A informazioni testuali
Tipo N ossia numerico
Foglio di calcolo = posso effettuare calcoli, elaborare dati e tracciare efficaci rappresentazioni grafiche.
Principio di base = fornire una tabella, detta anche foglio di lavoro, formata da celle in cui si possono inserire dati, numeri o formule.
Relazioni tra celle = esistono differenti ordini (celle contenuto e celle risultato) si può legare dinamicamente questi elementi, operando una sommatoria A1+B1=C1
Interconnesioni = una cella risultato può divenire una cella contenuto.
I. Interconnesione dinamica dei dati poichè modelli interattivi
II. Modelli generarchici o intelligenti possono essere a loro volta una piccola parte di un modello più grande
III. Al variare di un elemento ad albero o a cascata tutto cià che c'è sotto si modifica
MODELLO
L'informazione nasce quando applichiamo una convenzione a un dato. Quindi, informare siginifica dare forma, modellare i dati affinchè diventino comprensibili e utili. Nel mondo dell0informatica tutto può essere considerato come in-formazione ma questa prende forma solo attraverso il processo di modellazione. Per questo motivo, ha senso parlare di MODELlI: sono proprio questi a trasformare i dati in informazioni strutturate.
I. Il modello è la forma che assumono le informazioni, relazioni che intercorrono tra le in-formazioni.
II. Il modo in cui lego le informazioni determina un output differente che dunque dipende da come è costruito il modello stesso.
LOGICA "WHAT IF"
Esistono diverse famiglie di modelli, il più semplice è il foglio elettronico che lega le informazioni attraverso formule matematiche che permettono il costante aggiornamento di tutti i valori al solo variare di un'informazione.
Questo ha rappresentato l'avvento del ragionare "what if...?" perchè quando parliamo di modelli spaziali e architettonici le informazioni geometriche, spaziali e costruttive si legano dinamicamente, perciò al variare di una dimensione, è possibile verifciare a cascata cosa accade in tutte le informazioni interconnesse nel sistema di progetto.
Troviamo un dualismo:
- logica induttiva: consequenziale (if-then)
- logica deduttiva: lavoro per ipotesi, procedo per salti
È una raccolta organizzata di informazioni o dati, ed è composto da:
FIELDS = colonne o categorie verticali di dati
RECORDS = righe o raggruppamenti orizzontali di dati di campo unici o omogenei
Può essere infinito potenzialmente.
Gli attributi devono essere omogenei ma non necessariamente della stessa natura.
CAOS VS ORDINE - UOMO VS MACCHINA
Per l'uomo affrontare un problema facendo tentativi uno dopo l'altro può essere inefficace e lento. Per un computer questo procedimento ha senso perchè la sua forza sta nella velocità con cui può ripetere operazioni e confrontare risultati.
Il rapporto tra ordine e caos cambia così prospettiva dal mondo fisico a quello digitale.
Il database è un archivio.
Essendo un archivio le informazioni vengono catalogate.
Catalogare è l'artificio grazie al quale è possibile trovare rapidamente delle informazioni.
GPS è un concetto di database legato a dei concetti geografici, perchè ogni foto è geolocalizzata.
GIS (geographic information system) riguarda i database in ambito urbano e territoriale. Le entità sono georeferenziate e la cosa interessante sono gli open data ovvero dati pubblici; i dati sono georeferenziati e una volta riportati su un altro sistema si posizionano direttamente sulla mappa.
I. Le informazioni in ambito urbano plasmano le città contemporanee
II. Dati e informazioni vengono elaborate in modelli
Nel corso del tempo, il concetto di modello in architettura ha conosciuto un’evoluzione profonda, passando da semplice schema statico a dispositivo operativo e generativo. A partire dal XVIII secolo, i modelli hanno cominciato a essere utilizzati per orientare le scelte progettuali, rispondendo ai bisogni specifici delle diverse epoche. Oggi è possibile individuare quattro principali approcci, ciascuno espressione di una diversa concezione del progetto e del suo rapporto con lo spazio, la funzione e l’esperienza dell’utente.
Modello oggettivo
Radicato nel pensiero razionalista e illuminista, questo approccio interpreta il progetto come risposta funzionale a esigenze misurabili. L’obiettivo è ottimizzare spazi e funzioni attraverso parametri oggettivi, come mostrano gli studi di Alexander Klein sulla distribuzione abitativa. A questa logica appartengono strumenti come il Modulor di Le Corbusier e i manuali modernisti, pensati per garantire efficienza, standardizzazione e ripetibilità, soprattutto in epoche di ricostruzione o espansione urbana.
Modello prestazionale
Dagli anni Sessanta in poi, emerge una maggiore attenzione alla complessità dei comportamenti e delle relazioni spaziali. Christopher Alexander propone di superare le strutture gerarchiche a favore di organizzazioni reticolari, come nel concetto di semilattice, che consente di cogliere la ricchezza delle interazioni tra le funzioni. Questo modello offre una lettura più articolata dei contesti e apre la strada a soluzioni progettuali meno rigide e più integrate.
Modello strutturalista
Influenzato dagli studi linguistici e antropologici, il modello strutturalista concepisce l’architettura come un sistema di regole stabili con componenti flessibili. Al centro vi è l’idea dell’open building, formulata da John Habraken, secondo cui la struttura permanente di un edificio può coesistere con elementi mobili, destinati a cambiare nel tempo in base ai bisogni degli utenti. Il progetto, così, non si chiude in una forma definitiva, ma resta aperto all’adattamento e alla trasformazione.
Modello diagrammatico
Con l’avvento degli strumenti digitali, il progetto si configura sempre più come una rete dinamica di relazioni. Il modello diagrammatico non si concentra sulla forma in sé, ma sui processi e sui flussi che la generano: parametri ambientali, dati, connessioni. Architetti come Peter Eisenman o Ben van Berkel (UNStudio) utilizzano i diagrammi come dispositivi generativi. Esemplari in tal senso sono la Mobius House, dove le funzioni si intrecciano in uno spazio continuo, o il Mercedes-Benz Museum di Stoccarda, in cui la distribuzione è guidata da logiche funzionali più che da forme predefinite.
In sintesi, l’evoluzione del modello in architettura racconta il passaggio da una visione rigida e prescrittiva a una lettura più aperta, interattiva e processuale del progetto. Nell’era digitale, il modello non è più solo uno strumento rappresentativo, ma una macchina generativa, capace di interpretare la complessità del reale e di suggerire soluzioni flessibili e adattabili nel tempo.