Una delle storie più famose è quella legata al Simposio di Platone, dove si spiega in cosa consiste l’amore: all’inizio esisteva un unico individuo dotato di due volti, quattro braccia e quattro gambe, perfetto, felice. Geloso di questa perfezione, Zeus un giorno tagliò a metà la mela perfetta e così, dall’androgino, derivarono gli uomini e le donne. Da quel giorno, sentendosi incompleto e infelice, l’uomo iniziò a vagare, cercando disperatamente la sua metà.
Nella religione cristiana, la mela rappresenta il frutto proibito che Eva coglie, tentata dal serpente. Il termine latino malum ne conferma l’assonanza: significa infatti mela ma anche castigo, punizione e sofferenza, la condizione umana dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre.
Nelle tradizioni celtiche la mela è un frutto di scienza e magia, mentre per la mitologia scandinava rappresenta l’eterna giovinezza.
Nelle fiabe, come ad esempio nei racconti dei Fratelli Grimm e di Esopo, la mela veniva considerata alimento magico per eccellenza: in “Biancaneve e i sette nani” la mela porta solo simbolicamente alla morte di Biancaneve, conducendola alla rinascita e permettendole di sconfiggere la strega cattiva.