9 ottobre 2020

Migranti in Europa

Rifugiati, richiedenti asilo, migranti, parole che abbiamo sentito spesso negli ultimi anni e in moltissimi contesti, soprattutto per quanto riguarda la politica europea. Quante volte è stato detto “l’Europa non aiuta abbastanza l’Italia che si trova a dover gestire migranti che continuano a sbarcare nel nostro Paese”? In realtà l’Europa ha mosso diverse manovre in quest’ambito, ultima è stata l’abolizione del regolamento di Dublino. Il 17 settembre scorso, infatti, la presidente della commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato l’abolizione dello stesso che prevedeva la regola del “primo ingresso” (in pratica, il primo Paese in cui il migrante arriva deve prendersi la responsabilità di quest’ultimo) fermando così migliaia di migranti in Paesi di frontiera come l’Italia e la Grecia. In passato il Parlamento e la Commissione europei tentarono di modificarlo ma non arrivarono mai a fatti concreti poiché si trovarono di fronte al no del Consiglio dell’Unione Europea, composto dai rappresentanti dei governi nazionali, molti dei quali, tra cui l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, si opposero alla modifica di tale regolamento. Dopo anni si è arrivati ad un accordo e il 23 settembre il regolamento di Dublino è stato definitivamente abolito e sostituito con quello che è stato chiamato “meccanismo di solidarietà”, secondo il quale uno Stato dell’Unione può chiedere l’intervento della commissione in caso di pressione migratoria o previsione di essa, di crisi migratoria grave o di sbarco di persone soccorse in mare. Davanti a tale richiesta la Commissione è obbligata a intervenire, ma può decidere in che modo, offrendo accoglienza ad alcuni richiedenti asilo o aderendo a un programma di “return sponsorship” finanziando quindi i rimpatri, di cui però si occuperà lo Stato di frontiera. Questo meccanismo è stato fortemente criticato, soprattutto da organizzazioni internazionali che non lo definiscono un sistema valido di aiuto effettivo. Gianfranco Schiavone dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione lo ha definito “Un documento estremamente vago” in cui “l’unica cosa chiara è l’enfasi sulla collaborazione con i paesi terzi per impedire l’arrivo o per favorire i rimpatri e il carico maggiore sui paesi di frontiera che dovranno adottare nuove procedure”. Sembrerebbe che né il regolamento di Dublino né la sua abolizione possano essere efficaci per garantire un’accoglienza dei rifugiati.

Come detto, da anni il regolamento di Dublino era stato additato come bisognoso di una riforma: nel 2015 Angela Merkel lo definì “obsoleto” durante il suo discorso al Parlamento europeo. Prima del regolamento di Dublino (entrato in vigore nel 1997), la Germania e l’Austria erano meta principale dei migranti provenienti dall’allora esistente Jugoslavia che cercavano asilo. Sotto questo aspetto Petra Bendel, direttrice generale dell’Istituto centrale per la ricerca dell’Università di Erlangen-Nürnberg, disse che la Germania “è diventata beneficiaria del programma di Dublino”: con la divisione dell’est-Europa il Paese si è trovato geograficamente centrale all’Europa, quindi raramente era il primo Stato in cui un migrante extra-europeo metteva piede entrando nel continente. Il sistema del regolamento di Dublino portò però a uno squilibrio nella distribuzione dei migranti dovuto, dice Bendel, “alla procedura di Dublino che non ha fornito un meccanismo per una solidarietà è una giusta redistribuzione dei rifugiati”. Proprio questa procedura “difettosa” e le lunghe procedure previste per il rimpatrio o il respingimento dei richiedenti asilo fece crollare il sistema di accoglienza davanti all’ondata migratoria del 2015. Tuttavia, durante la crisi dei migranti di quegli anni Angela Merkel portò avanti una politica di accoglienza molto forte, offrendosi di accogliere più migranti di quanto previsto e favorendo l’integrazione sotto moltissimi ambiti delle persone che arrivavano in Germania. La Merkel, con il motto “Wir schaffen das”, “Ce la facciamo”, fa così nascere quella che viene chiamata “Deutsche Willkommenskultur”, la “cultura tedesca di benvenuto”. Le politiche di immigrazione fecero conquistare alla cancelliera fama e apprezzamenti tra i suoi elettori e non ma allo stesso tempo provocarono critiche anche da esponenti del suo stesso partito, la CDU.

L’Europa si trova di fronte a un problema che sembra quasi ingestibile, soprattutto se si guarda l’aspetto sociale e le reazioni che il popolo può avere di fronte a politiche migratorie stringenti accentuate da ideologie radicali di destra che sempre più prendono piede in Europa. Il continente e gli Stati singoli cercano in tutti i modi di arginare il problema ma di certo non è semplice.

Carolina Broll


https://www.internazionale.it/opinione/annalisa-camilli/2020/09/23/europa-patto-immigrazione-asilo-dublino

https://www.ilpost.it/2018/06/07/fallimento-riforma-dublino/

https://www.ilpost.it/2020/09/16/von-der-leyen-dublino-abolizione/

https://www.tagesschau.de/inland/dublin-fluechtlinge-101.html


Articolo di dicembre 2019

I politici e i social, costante campagna elettorale?

Articolo di gennaio 2020

Esplorando il concetto di resilienza

Articolo di febbraio 2020

Niente più dei pregiudizi rimane parte di noi in modo pressoché indelebile. Abbiamo pregiudizi riguardo moltissime cose, ma cosa succede quando questi pregiudizi si sommano?

Articolo di marzo 2020

Possiamo trovare esempi di solidarietà in ogni giorno della nostra vita, eppure spesso questi gesti rimangono nell'ombra. O meglio vengono valorizzati solo davanti a una pandemia globale.

Articolo di maggio 2020

Cosa sono gli hikikomori? Il termine giapponese significa “stare in disparte”. Nonostante non se ne parli molto, questo fenomeno è diffuso in tutto il mondo. Approfondiamolo insieme.

Articolo di giugno 2020

La morte di George Floyd ha indirizzato l’attenzione non solo americana ma anche mondiale verso un tema mai sufficientemente discusso tra i cittadini: la discriminazione e la violenza nei confronti delle persone di colore, in modo particolare quella attuata dai poliziotti.

Articolo di luglio 2020

I canoni, così radicati in ogni cultura influenzano il concetto di bellezza da secoli, ma quanto possono cambiare in base al luogo e il tempo?

Articolo di ottobre 2020

Uno sguardo sul dibattito americano Trump - Biden per le elezioni presidenziali del 3 novembre 2020.