10 luglio 2020

Canoni di bellezza femminile nel tempo e nel mondo

“Cos’è la bellezza? Una convenzione, una moneta che ha corso solo in un dato tempo e in un dato luogo.”. Con questa frase, Henrik Ibsen, drammaturgo, poeta e regista teatrale di origini norvegesi vissuto nella seconda metà dell’Ottocento, esprime un concetto valevole anche ai giorni nostri: il concetto di bellezza non è qualcosa di universale e oggettivo, ma legato al tempo e al luogo in cui ci si trova, nonché alle preferenza dell’individuo; ogni cultura ed epoca storica porta con sé un ideale di bellezza diverso dagli altri.

Nel 2014 la giornalista americana Esther Honig mandò una sua foto a diversi photo editor in tutto il mondo con una sola consegna, quella di ritoccarla e farla diventare “bella”. Ricevette quindi indietro la sua foto, modificata secondo gli standard di bellezza del paese da cui proveniva l’editor: alcuni ingrossarono le sopracciglia, altri le assottigliarono, alcuni resero l’incarnato più chiaro, altri più scuro e via dicendo. Questo progetto – di cui la Honig parla nel suo intervento al TEDxVancouver nel 2015 – è diventato virale, tant’è che la giornalista ricevette, anche a distanza di tempo, altri photoshop del suo viso basati sugli standard di bellezza di Stati che lei inizialmente non aveva preso in considerazione.

La pressione derivata dalla necessità di rispettare standard di bellezza molto rigidi è molto sentita in Oriente, e di conseguenza molte persone (soprattutto ragazze) ricorrono alla chirurgia plastica. Interventi di chirurgia, botox e filler per allinearsi agli standard sociali vengono spesso regalati a ragazzi e ragazze dopo la maturità per aiutarli ad accettarsi e essere accettati. Come già accennato, i canoni di bellezza asiatici sono molto rigidi: il viso deve essere piccolo e magro, non più grande della propria mano, allungato (deve formarsi quella che chiamano la “V-line”), la fronte arrotondata e non piatta, il naso con la gobba, le sopracciglia folte e dritte (non “ad ala di gabbiano” come sono utilizzate in occidente), gli occhi, la parte più importante, che devono avere la cosiddetta “doppia palpebra”. In Occidente, invece, gli standard sono meno rigidi, si predilige un volto più tondo, occhi più grandi e nasi all’insù, sopracciglia meno importanti e curve. Per quanto riguarda il fisico, gli asiatici prediligono le donne magre, con poche forme ma atletiche. Il canone di bellezza per quanto riguarda il fisico è cambiato parecchio nel corso dei decenni, in tutto il mondo. Nel mondo occidentale e soprattutto in Italia vediamo una modifica del concetto di bel corpo. All’inizio del secolo si puntava a un fisico a “s”, con seno prosperoso e pancia piatta, accentuato anche dalla moda dell’epoca che vedeva protagonisti i vestiti con corpetti. Con l’avvento degli “anni ruggenti” l’ideale di bellezza si fa più androgino: fisico più asciutto, magro e tonico, capelli corti e pelle più abbronzata (a cui spinse molto Coco Chanel). Si ambisce alla cosiddetta ragazza flapper, come Louise Brook. Il decennio successivo vede invece protagoniste le curve del corpo femminile, viste come simbolo di sensualità ed eleganza. La donna ideale doveva avere pelle pallida, labbra rosse e zigomi evidenziati. Prototipo di bellezza erano Jean Harlow, Marlene Dietrich e Greta Garbo.

Durante e dopo la seconda guerra mondiale si continuano a esaltare le forme delle ragazze pin up, provocanti e sexy, come Rita Hayworth. La bellezza era data da seno prosperoso, vita stretta e fianchi tondi (le misure ideali erano 90-60-90), come Brigitte Bardot, Marilyn Monroe e Sophia Loren. Se tra gli anni Sessanta e Settanta si ambiva a alla cosiddetta “donna grissino”, magra slanciata e snella, come Audrey Hepburn, dagli anni Ottanta ritornano in voga le forme. Negli ultimi decenni del 900 ideali di bellezza erano Cindy Crawford e Kate Moss. Con l'avvento del nuovo millennio si punta alla magrezza e all'altezza. Negli ultimi due decenni infatti magro significa bello, si ricerca la perfezione per mostrarsi sui social network. Le donne più belle sono quelle muscolose e formose, come Britney Spears Beyoncé e Kim Kardashian.

Ideali di bellezza cambiano col tempo e il luogo e non possono essere definiti oggettivamente, ma soprattutto, non dovrebbero essere visti come un obiettivo da raggiungere ad ogni costo. La bellezza non va ricercata nei canoni della società ma dentro di noi. Honoré de Balzac disse: “Se la perfezione non fosse una chimera, non avrebbe tanto successo”.



Carolina Broll


https://alicecarolidotcom.wordpress.com/la-mia-tesi/

https://www.donnamoderna.com/moda/ideale-bellezza-femminile-100-anni

https://www.youtube.com/watch?v=WWRXOqYwRkM


Articolo di dicembre 2019

I politici e i social, costante campagna elettorale?

Articolo di gennaio 2020

Esplorando il concetto di resilienza

Articolo di febbraio 2020

Niente più dei pregiudizi rimane parte di noi in modo pressoché indelebile. Abbiamo pregiudizi riguardo moltissime cose, ma cosa succede quando questi pregiudizi si sommano?

Articolo di marzo 2020

Possiamo trovare esempi di solidarietà in ogni giorno della nostra vita, eppure spesso questi gesti rimangono nell'ombra. O meglio vengono valorizzati solo davanti a una pandemia globale.

Articolo di maggio 2020

Cosa sono gli hikikomori? Il termine giapponese significa “stare in disparte”. Nonostante non se ne parli molto, questo fenomeno è diffuso in tutto il mondo. Approfondiamolo insieme.

Articolo di giugno 2020

La morte di George Floyd ha indirizzato l’attenzione non solo americana ma anche mondiale verso un tema mai sufficientemente discusso tra i cittadini: la discriminazione e la violenza nei confronti delle persone di colore, in modo particolare quella attuata dai poliziotti.

carolina.broll.ilcardellino@gmail.com