28 febbraio 2020

Pregiudizi sui social, libri, donne


E’ possibile commentare in modo fedele fatti reali attraverso i social? Ma soprattutto, è possibile commentare un libro sui social? E’ meglio se a commentarlo è una ragazza?


Probabilmente, molti di voi istintivamente risponderebbero negativamente a tutte e tre le domande. Ma perchè? Possiamo dire che la nostra società nasconde moltissimi pregiudizi verso figure professionali, attività e generi che ci portano a svalutarli, spesso senza volerlo.

Per fare un esempio, se da una parte la nostra società nutre molti pregiudizi riguardo i cosiddetti “influencer” e “youtubers”, essa ne nutre ancora di più (se questo fosse possibile) verso gli “booktubers”, ovvero tutte le persone appassionate di lettura che parlano di libri sui social. Ma se si parla di booktubers donne la situazione si complica, poiché entra in gioco le questione bellezza, considerata da alcuni l’unico motivo per cui le booktuber fanno successo.


Ma partiamo dall’inizio: con il termine “youtuber” si comprendono tutte quelle persone che creano contenuti sulla piattaforma fondata nel 2005 e divenuta con gli anni sempre più ampia e variegata. Inizialmente venivano caricati video amatoriali che avevano un denominatore comune: chi li caricava non lo faceva per soldi, ma solo perché desiderava far vedere qualcosa al pubblico. Per capirci, il primo filmato mostrava Jawed Karim (uno dei fondatori di youtube) allo zoo.

Quando nel 2011 Youtube inserì i cosiddetti advertising, che davano e danno tuttora la possibilità alle aziende di pubblicizzare i loro prodotti, ma soprattutto consentono ai "creators" di guadagnare, fare video su Youtube ha cominciato ad assumere le sembianze di un lavoro a tempo pieno, poiché per guadagnare si doveva portare contenuti sempre più di qualità. Emerge così la figura dello youtuber, già presente negli anni precedenti ma che ora diventa sempre più strutturata. Il creator viene affiancato spesso da un team di esperti in video editing, sound design, marketing e così via, per mantenere un ritmo di lavoro più alto e portare contenuti con qualità maggiore.

Nonostante sia un lavoro che richiede tempo e conoscenze, esso è sempre stato svalutato, visto dalla società come qualcosa di secondario, non da prendere sul serio.

Aggiungiamo inoltre il fatto che col tempo gli youtubers più famosi sono riusciti a farsi strada anche tra il mondo dello spettacolo, della musica, dell'editoria. Il fatto che la fama data da Youtube apra le porte a innumerevoli opportunità che non fanno altro che aumentare la popolarità degli youtubers porta sicuramente a una svalutazione della loro professione, vista come un modo per arrivare facilmente a obiettivi più grandi. Ad esempio, youtubers ventenni, diventati famosi per i video in cui mostravano la loro giornata, che riescono a pubblicare un libro (seppur talvolta palesemente grazie a un ghostwriter) mentre autori che ci mettono passione e impegno non emergono non trovando una casa editrice che li sostenga.

Ma non è quello che succede in tutto il mondo dello spettacolo? Non bisogna trovare un modo per farsi notare? La società direbbe no, non in questo caso.


Questo discorso vale per tutti i creatori di contenuti su Youtube, ma c'è una categoria ancora più svantaggiata: i booktuber, ovvero gli youtubers che parlano principalmente di libri e letteratura. Per quest'ultimi, la faccenda si complica perché, oltre alle idee negative verso Youtube, si aggiunge la repulsione verso la lettura, che moltissimi hanno. Leggere infatti è spesso vista come un'attività noiosa, intrapresa soltanto negli anni di scuola e poi abbandonata. Durante elementari, medie e superiori si era obbligati a leggere tutti i classici italiani e non, per poi studiarli e commentarli in classe. Per questo, molti associano i libri a qualcosa di noioso, inutile.

Proprio per questa ragione c'è una svalutazione della lettura da parte della nostra società, che di conseguenza non guarderà mai dieci minuti di video in cui un ragazzo parla di quanto era emozionante la saga che ha appena finito. Ne deriva un'enorme differenza di numeri tra youtubers e booktuber. Questa differenza si nota anche nel giudizio delle persone, che ritengono quest’ultimi una nicchia di intellettuali che parlano molto senza concludere nulla.


Ma cosa succede se si sta parlando di una ragazza booktuber? Forse avrà più iscritti, ma non perché parla in modo particolarmente eloquente, o almeno così sembra. Come in altre realtà nel mondo dello spettacolo, la donna è vista come oggetto, sicuramente posta su un gradino più in basso rispetto all'uomo. Di conseguenza, la ragazza che crea contenuti sul web è vista più "bella" che "interessante": ciò che conta per chi guarda è l'aspetto fisico, non l'intelligenza. Questa non accade solamente sul web, ma in tutto il mondo dello spettacolo, in cui una modella riceve molte più attenzioni rispetto a una donna competente ma magari non altrettanto bella. Ne consegue un inconscio autoconvincimento da parte delle persone del fatto che se una donna fa successo non è per le qualità che mostra, ma solo per il suo aspetto. È recente l'articolo che definisce le booktuber italiane "carine", brave solo a fare foto visivamente appaganti ai libri, magari vicino a del tè o del caffe.

Ma è veramente questo il mondo che abbiamo costruito? È normale trovare contenuti più attrattivi e altri meno, ma è giusto farsi trasportare dai pregiudizi piuttosto che dai giudizi fondati?



Carolina Broll


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carolina.broll.ilcardellino@gmail.com