L'impatto dell'Informatica nella città e nella ricerca architettonica contemporanea. Il World Wide Web.

1 / Una definizione di Informazione. Il mistero dello O.

La possibilità di dare una definizione a questo concetto nasce da una crisi, quella che prende piede dall'articolo scritto da R. De Fusco, il quale affermava che l’informazione non può essere la materia dell’architettura. Nel campo dell’architettura questa cosa non può essere ammessa, ne è un esempio il BIM. Questo concetto è spiegato attraverso un ragionamento pratico:

Prendo un foglio bianco, una matita e vado a disegnare un punto. 

Il primo fatto osservabile è una evidente contraddizione, perché non posso domandarmi quanto sia grande questo punto. Posso però sapere la dimensione ingrandendolo e riconducendolo ad un poligono, calcolando l’area tramite la geometria euclidea. Provo allora a cambiare punto di vista. Penso semplicemente al foglio bianco, arriva questo punto, come lo definisco? Posso definirlo “dato”, ossia un qualcosa che prima non c’era e che cambia la situazione precedente.

Faccio un secondo ragionamento. Invece di un puntino su questo foglio bianco, faccio un cerchio. Invece di domandarmi quanto è grande? mi domando che cosa è?

Dire cosa sia realmente questo segno, da cosa dipende? Dipende dalla convenzione che io adopero. Nel momento in cui decido questa convenzione ho creato l’informazione. Dato e informazione non sono la stessa cosa. Dato: minimo cambiamento di una situazione preesistente; Informazione: momento in cui un dato acquisisce una precisa convenzione. La prima verifica da fare è se nel linguaggio di tutti i giorni, la definizione di informazione data può funzionare. Generalmente quando si chiede un' informazione, la risposta che si vuole ottenere deve essere una risposta più oggettiva possibile. Per la seconda verifica va capito se questo ragionamento vale anche nel campo dell’elettronica. La risposta è assolutamente si. Tornando all’esempio precedente del cerchio disegnato su un foglio bianco, nel campo informatico questo cerchio viene disegnato in un Raster (foglio informatico a griglia) e diventa in automatico un insieme di punti che giacciono tutti sul medesimo Raster. Gli unici Dati che l’elettronica ci da sono 1 o 0 (ossia se c’è corrente o non c’è corrente) o più comunemente ON/OFF. 

L’uomo interpretando la realtà si costruisce delle informazioni differenti. Ritornando all’esempio dello “O”, questo segno è stato per millenni considerato solo un qualcosa legato al mondo letterale. Successivamente arriva una nuova invenzione, quella dei numeri arabi e da quel momento questo segno viene accostato anche al mondo dei numeri. Questo ha totalmente sconvolto il modo di pensare, ora infatti lo stesso simbolo “O” ha un duplice significato: da una parte il nulla, cioè lo zero; dall’altra parte le decine. Circa 25.000 anni fa gli uomini contavano con le dita, successivamente idearono le tacche sugli alberi (4 tacche verticali + 1 in orizzontale = 5 unità). Quando gli alberi iniziarono a scarseggiare si iniziarono ad usare dei sassolini per contare, si scavava così nel terreno in modo tale da raggruppare questi sassolini e vedere con più facilità quanti fossero. Con il passare degli anni si ebbe una nuova invenzione, infilare dei ramoscelli all’interno dei buchi delle conchiglie. Arrivano poi i greci, grandi pensatori e organizzatori, i quali trasformano queste conchiglie in palline, dandogli dei nomi. Man mano si iniziano ad inventare simboli diversi che assomigliano sempre di più ai nostri numeri (ecco l’invenzione dei numeri arabi). Sono gli indiani però a fare una scoperta importante, ossia quella di avere sempre dieci numeri, ma non partendo da 1 e arrivando a 10 (come si era soliti fare), ma dal “non avere niente” ossia dal nulla, lo ZERO. Una volta arrivati al numero nove, finita la colonna, devo quindi ricominciare da quella accanto. Azzero il conto delle unità e passo alle decine.

Parlando sempre di informazioni, un ulteriore esempio di oggettiva informazione é la mappa. Racchiude le informazioni pertinenti eliminando quelle superficiali, trasformando la rappresentazione in qualcosa di astratto per facilitarne la comprensione. Illustra le strade con angolature a 90 o 45 gradi, eliminando la curva. E’ una struttura omogenea basata su un Sistema unificato tra stazioni. Le distanze non sono realistiche, ciò va a rappresentare il territorio in maniera più unificata.


2 / Il ruolo strutturale dell'Informazione. La terza ondata.

Il mondo dell’industria, è da decenni legato al mondo dell’informazione, dell’elettronica, del computer. Nel campo dell’industria ci si muove seguendo un andamento soggettivo - oggettivo. Nella società dell’industria tutto tende a darsi in maniera oggettiva, con l’idea che i prodotti devono essere realizzati in serie e in maniera standard. Al contrario la società dell’informazione tende sempre più verso la soggettività, i bisogni, i prodotti, i processi, tutto è soggettivo.

Io esisto in quanto funziono: oggettivo

Io esisto in quanto informo: soggettivo

Un esempio è l’automobile. Nell’epoca industriale era tipicamente sempre uguale, standardizzata, anche i bisogni lo erano. Oggi il procedimento è totalmente opposto. Queste idee prendono piede in maniera forte alla fine degli anni ’70 e inizio anni ’80 con il lavoro del sociologo Alvini Toffler sulla Terza Ondata. Noi siamo proprio all’interno di questa terza ondata (ossia la fase dell’informazione) che viene dopo la fase agricola e industriale.

Fase agricola: alla base di questo ragionamento c’è il pensiero di Carl Marx, ossia il focalizzarsi sugli strumenti produttivi o mezzi di produzione come elementi propulsivi e organizzativi della società.

Fase industriale: il processo dei mezzi di produzione è quello che determina l’incremento di valore e questa cultura, basata sul possesso dei mezzi di produzione, si proietta nelle sue sovrastrutture.

Fase dell’informazione: l’unione di questi due punti ne crea un terzo; in questo caso è l’informazione che incrementa il suo valore e la sua forza strutturante (i ricchi sono chi produce software).

In epoca agricola: 90% bene terra, 7% bene industriale, 3% bene informativo

In epoca industriale: 50% bene terra, 35% bene industriale, 25% bene informativo

In epoca informatica: 15% bene terra, 30% bene industriale, 45% bene informative

Nell’epoca dell’informazione qual' è lo strumento maggiormente utilizzato per acquisire proprio le informazioni che ci servono? Google “Google è la cosa più vicina a Dio che l’uomo ha potuto creare”. Ovviamente Google non è Dio, ma è onnisciente e onnipresente. In lui possiamo trovare diverse caratteristiche: Onniscienza. Con la nascita del computer portatile, questo permette di accedere a Google ovunque vogliamo. Infinito. Non ha una fine perché è in costante crescita. Creatore di mondi e sotto mondi: ad esempio abbiamo differenti tipi di Google (maps, blog…). E’ veloce. Questo perché scannerizza in continuazione il mondo informatico, inserendo tutto all’interno dei server. Dio è semplice. Google anche lo è.


3 / Comunicazione Marsupiale. Informazione e figure della comunicazione in architettura.

Negli anni ’50 iniziano a prendere corpo fenomeni di accellerazione sia nel campo dell’economia, ma soprattutto nel campo dell’architettura. Un episodio importante è il concorso per la realizzazione di un auditorium a Sydney, a sorpresa vinto da un giovane architetto danese che rompe un importante tabù, quello del rapporto tra forma e funzione. La forma architettonica aveva sempre risposto alla sua funzione, come se l'architettura stessa fosse una macchina. All’esterno troviamo infatti questi grandi elementi a guscio, che richiamano alcuni aspetti dell’acustica, ma che in realtà non hanno nessun rapporto con quello che è lo spazio interno. Aspetto divertente è che sono proprio gli ingegneri a dare il via a questo processo di liberazione della forma. A noi interessa in questo momento inserire all’interno dell’architettura questo concetto di informazione e comunicazione, e nel farlo entrano in campo le figure retoriche. Metodi di comunicazione che si erano sviluppati nell’antichità (metafora, sineddoche, iperbole). Anche nel mondo nella pubblicità avvengono dei cambiamenti: se guardiamo una pubblicità degli anni ’20 e la confrontiamo con una nella nostra epoca troveremo delle differenze importanti. Nella prima, l'oggetto pubblicitario viene dato in maniera oggettiva, così com'è rispetto alla sua funzione; nella seconda pubblicità si mira ad una interpretazione più soggettiva e personale. Questa interpretazione sfrutta proprio le figure retoriche. Nel mondo dell’architettura intorno agli anni ’80, avvengono diverse accellerazioni molto importanti, come quella del pc o di internet. Diverse sono le opere architettoniche innovative: La prima opera architettonica che segue questo ragionamento è il padiglione ebraico di Libeskind a Berlino. Vince il concorso non perché fa il museo più bello, ma perché l’architettura ha in questo caso una funzione metaforica ed esprime le lacerazioni della storia. Altra opera importante è il Guggenheim Museum a Bilbao di Ghery, l’opera gioca su tanti piani contemporaneamente tanto da far pensare ad una sorta di cattedrale urbana. Opera significativa è anche il Kiasma Hool di Steven Hall a Helsenki. Progettata sulla base della metafora chiamata chiasma, ossia una sorta di ribaltamento dei nervi che proiettano l’immagine all’occhio. L’informazione entra quindi solo in questo modo all’interno dell’architettura? Assolutamente no, questo è uno dei modi, quello più superficiale, ma ne esistono tanti altri più profondi.


4 / Strumenti cognitivi e operativi. Sfida per ridefinire i confini dell'architettura. Nozione di Paesaggio e Corda.

Punto di partenza per questo ragionamento è la triade vitruviana, ossia l’interpretazione classica dell’architettura mediante il concetto di bellezza (venustas), di funzione (utilitas) e costruzione (firmitas). Pensare però all’architettura solo attraverso questi concetti significa non comprendere realmente le basi dell’architettura stessa: così come Vitruvio aveva espanso la nozione di architettura attraverso questi 3 principi, così noi oggi abbiamo una nozione di architettura molto più ampia. I confini dell’architettura non sono quindi statici, sono dinamici. Per studiare meglio questo concetto possiamo esporre due esempi importanti:

PAESAGGIO: paesaggio e natura sono due aspetti diversi. “Paesaggio è la rappresentazione estetica condivisa collettivamente e culturalmente, in costante evoluzione, di una parte del mondo”. Da questa definizione possiamo dedurre particolari elementi: non posso parlare di paesaggio senza parlare di rappresentazione; non si da una nozione di paesaggio senza una nozione di condivisione (concetto di socialità, non è una rappresentazione estetica singola, ma condivisa); il concetto di paesaggio non è fisso, muta costantemente. Il paesaggio nasce in un preciso momento della storia (a Siena con gli affreschi dei fratelli Lorenzetti di un paesaggio campestre e urbano), quando tutte queste culture diverse si sono unite collettivamente, nasce questa rappresentazione. A sottolineare la tesi che la rappresentazione pittorica è in costante evoluzione, abbiamo il quadro di Mondrian, dove invece in questo caso troviamo un paesaggio industriale, razionale, fatto di linee. In inglese non esiste la parola paesaggio come la intendiamo noi, ma si fonda su due parole “scape” (visione) a cui c’è sovrapposto un sostantivo che ne caratterizza l’ambito (Moonscape, Industrialscape, Landscape ecc.)

PAESAGGIO MENTALE: si sviluppa nel momento in cui nascono delle determinate idee, ma queste idee non hanno ancora assunto una condivisione collettiva e sociale. E’ un qualcosa che ha comunque grandi potenzialità anche se non si ha la certezza che questo poi venga condiviso, può accadere infatti che le idee rimangono sempre all’interno della nostra mente. Molto spesso l’introduzione di un nuovo strumento comporta la nascita di diverse crisi che a loro volta spingono a guardare il mondo in maniera diversa. Ad esempio nella prima metà dell’800, con l’introduzione della macchina fotografica si ha un nuovo modo di guardare e rappresentare il paesaggio. Inizialmente infatti veniva utilizzata solo per immortalare il mondo come se fosse olio su tela, successivamente ci si rese conto che poteva essere utilizzata per rappresentazioni diverse dal solito come nel caso della “visione dall’alto” di Nadar. Quindi lo strumento induce ad una crisi, ma questa criticità diventa modernità nel momento in cui se ne prendono gli aspetti innovativi della tecnologia e non gli aspetti reazionari. Koyre da una importante definizione di strumento “Lo strumento è materializzazione dello spirito”, soprattutto se si pensa allo strumento musicale. Esistono due tipi di strumenti: Cognitivi. Permettono di conoscere il mondo in modo diverso, ad esempio attraverso la prospettiva e la matematica. Operativi. Sono legati alle prassi operative. Nelle ricerche borrominiane è emerso un importante disegno, quello delle Cupole. Questo disegno è molto importante perché, con una serie di ragionamenti, ci permette di arrivare alla sezione aurea. Inoltre esprime anche un altro concetto molto importante, ossia che noi siamo in grado di poter costruire buona parte del mondo attraverso una corda e un picchetto (prima idea di compasso). 


4.1 / La Rivoluzione di Internet e la creazione del sito Web.

Nell’epoca dell’informazione, uno degli aspetti fondamentali è quello di far parte di un mondo pervaso da internet. Occorre dunque fare un passo avanti anche dal punto di vista tecnico, partendo dalla terminologia essenziale. La rivoluzione è all’interno di noi e noi non siamo solo gli spettatori di questa rivoluzione ma piuttosto protagonisti. Non è dunque un evento esterno all’essere umano. Ma perché si parla di rivoluzione HTML? Nella storia dell'umanità ci sono stati dei momenti in cui grandi sviluppi hanno portato ad un importante salto. Questa rivoluzione ha cambiato il mondo e la nostra visione, il modo di condividere e molto altro; ha cambiato la ricchezza e ogni individuo ha il potere di accedervi e modificarlo. L’era dell’informazione si sposta a tutti gli effetti sul soggettivo e il fatto di avere questo strumento implica assumerne la ricchezza e la responsabilità. Questo strumento ci è stato dato anche per esprimere la nostra individualità sia di pensiero, sia artistica, sia di ricerca, sia economica. Questo tema si inquadra nella ricerca della rivoluzione informatica, spostando il focus dalla comunità al soggettivo. Per cambiare il mondo abbiamo bisogno di sapere usare lo strumento. Ci sono punti e parole chiave da seguire attentamente e da ben comprendere:

IP: l’Internet Protocol è un numero grazie al quale nell’attimo in cui ci si lega ad internet, è possibile individuare chiunque vi si leghi attraverso uno e un solo punto. Ogni punto, connesso alla rete internet, possiede un IP. Questo può essere generato dinamicamente collegandosi a una rete wifi, oppure tradizionalmente era un numero legato alla scheda del pc. Base concettuale fondamentale di internet, qui risiede uno dei segreti. Ogni punto della rete internet è un punto individualmente personalizzato. Questo permette quasi tutto: In primo luogo permette di riconoscere da dove parte il messaggio eccetto che ci siano movimenti di mascheramento. In secondo luogo permette di visualizzare la rete come una sorta di infinita maglia orizzontale in cui le varie ip sono connesse l’una con l’altra e in cui teoricamente ma anche abbastanza praticamente ogni IP fa il suo centro “il centro è dove è l’azione”.

FTP: il File Transfer Protocol, è un protocollo per inviare file place to place e in particolare è un protocollo di livello applicativo per la trasmissione di dati tra host.

INTERNET SERVICE PROVIDER: il 99% delle persone che adoperano internet utilizzano un internet provider ossia io invio le mie pagine a un mega computer e queste sono all’interno del provider. Ogni volta che aggiorno le pagine faccio una operazione di FTP, ossia, le mando nel server.

HTML: un altro aspetto fondamentale del nuovo mondo di internet è il linguaggio che governa la scrittura al suo interno, L'Hypertext Markup Language. L'idea che si è affermata meravigliosa e incredibile è che questo linguaggio sia cross platform, cioè viaggia indipendentemente dai sistemi operativi (Ios, Windows, Unix, Linux) . La parola chiave di questa definizione è naturalmente la prima: Hypertext = ipertesto/la possibilità di fare connessioni non lineari, basate sull’hyper ossia, il salto.

WEBSITE: Editor è un programma che non serve per navigare. Di internet html editor vi sono differenti tipologie, alcuni gratuiti altri a pagamento. Di certo il king è Dreamweaver: permette di fare cose molto semplici e lineari o di creare un sito super professionale.

BROWSER: Il browser è una sorta di sfogliatore, qualcosa che ti permette di navigare e condividere i differenti protocolli (all’inizio il più importante Firefox, Chrome ecc..).

Il World Wide Web (“rete di ampiezza mondiale”, o più comunemente “rete”) è uno dei principali servizi di internet che ci permette di navigare e usufruire di un insieme molto vasto di contenuti di vario genere collegati tra loro attraverso dei link. Questa facile reperibilità di informazioni è resa possibile, oltre che dai protocolli di rete, anche dalla presenza e dalla diffusione dei motori di ricerca e dei web browser in un modello di rete definito “client-server”. All’interno possiamo trovare pubblicazioni di contenuti multimediali, come testi, immagini, video, audio ecc. E' anche uno strumento per i download ad esempio di software, programmi, applicazioni, videogiochi ecc. I contenuti del Web sono costantemente on-line, quindi costantemente fruibili da chiunque disponga di un computer, di un accesso a internet e di browser web. Essendo i contenuti pubblicati nel web sono di qualunque tipo, alcune volte può capitare che per il loro funzionamento il browser deve essere provvisto di opportuni plug-in. Esso è, in campo informatico, un programma non autonomo che interagisce con un altro programma per ampliarne ed estendere le funzionalità originarie e permette quindi di utilizzare nuove funzioni che non sono presenti nel software originario.


5 / La lunga crisi dell'Ottocento. Ricerche e innovazioni tra architettura, ingegneria e arte.

Non abbiamo nessuna certezza su quando effettivamente arriva il cambiamento nella nostra società e in particolar modo nel campo dell’architettura e delle arti. Questo perché l’architettura è sempre stata molto più lenta ad assorbire i cambiamenti. Lo scopo di questi ragionamenti è quello di creare un parallelismo tra Rivoluzione Industriale e Rivoluzione Informatica. Generalmente questa Rivoluzione parte con l’Illuminismo. Gli architetti che aderirono a questa corrente effettuarono delle operazioni di riduzione geometrica che sembrò anticipare alcuni caratteri di quella che sarà l’Architettura Moderna. Importante fu “lo studio tipologico”, si iniziò infatti ad insegnare l’architettura non solo nelle Accademie delle Belle Arti, ma anche nei Politecnici, creando un nuovo modo di guardare e intendere la stessa, non attraverso gli stili, ma mediante la vera sostanza organizzativa. Un altro importante aspetto è “l’attitudine costruttiva”; la costruzione diventa un elemento fondamentale del ragionamento architettonico, diversamente dall’antichità in cui tutto ruotava intorno alla pietra. Arrivano nuove sfide e necessità, come le ferrovie, i ponti. Il ferro diviene il mezzo principale per affrontarle e di conseguenza nasce una nuova figura che è quella dell’ingegnere. Anche in America c’è un’accellerazione molto forte di questi fenomeni, come sempre perché si innesta una grande crisi, l’incendio della città di Chicago nella seconda metà dell’800. Questo ha portato a voler cercare dei cambiamenti importanti: la prima fra tutte è la nascita delle strutture in acciaio, la quale consentì di avere notevoli altezze. Nonostante questa invenzione, gli aspetti decorativi erano ancora legati a modi e forme di epoche precedenti. Tutto questo inizia a cambiare con l’arrivo di architetti di nuova generazione, come Sullivan, che fa un ragionamento diverso: dice infatti che costruzione e forma devono formare un sistema organico. La decorazione non è quindi un qualcosa che deve essere semplicemente applicato. A lui si deve la dizione “la forma segue la funzione”. Nasce in questi anni quello che viene chiamato “L’Artigiano Totale” e il movimento dell’Arts and Crafts. Si tratta di un fenomeno contraddittorio e allo stesso tempo fondamentale per la nascita della nuova architettura. L’idea fu quella di porsi in maniera anti-industriale, di combattere quelle che erano le innovazioni di quegli anni, con lo scopo di mimetizzare un mondo medievaleggiante in cui l’artigiano aveva dei valori molti importanti (creatori di bellezza e di socializzazione). Va a diffondersi uno stile che acquista nomi differenti nei vari paesi, in Francia viene chiamato “Art Nouveau”, in Italia “Liberty”. Questo linguaggio prolifera molto velocemente in tutto il mondo. Gli artisti che influenzeranno enormemente quest’epoca sono stati Cezanne e poi Picasso. Secondo la sua idea tutto si frammenta, non abbiamo una composizione unitaria (è qualcosa di diverso mai visto prima). Nel ‘900 il mondo industriale non è solo portatore di innovazioni dal punto di vista tecnologico, ma causa anche un fortissimo inurbamento, gli abitanti delle campagne iniziano a spostarsi verso la città, diventando sempre più povere. Le città si riempiono di manodopera.


6 / Il catalizzatore dell'architettura della Rivoluzione Industriale. Il Bauhaus di Dessau.

Tutte le riflessioni fatte precedentemente sono molto importanti perché ci permettono di comprendere il lungo processo e tutti gli affluenti che sono andati a confluire soltanto dopo la prima guerra mondiale nell’edificio del Bauhaus, costruendo il nuovo paradigma dell’architettura. Una delle ragioni per le quali viene preso come riferimento è quella di capire quanto è stato complesso e duraturo riuscire a identificare un nuovo paradigma dell’architettura (quello industriale). Un altro aspetto importante è quello metodologico o delle categorie. Questo ci permette di confrontare e fare dei test rispetto al cambio di paradigma. Infine abbiamo l’aspetto di carattere storico legato al movimento moderno; l’edificio stesso del Bauhaus è anch’esso una delle ragioni principali. Come era avvenuto precedentemente, la modernità trasforma la crisi in valore e questo suscita delle rotture, dei cambiamenti. Lo stesso deve essere successo con il Bauhaus che grazie a Gropius, a Weimar, su disegno di Van der Velde trova la sua prima sede. Gropius si insedia come direttore nel 1919 e comincia a dare una forte spinta innovatrice a quest'ultima, riformulando tutti i programmi. Diventa così simbolo della modernità assoluta. Con il tempo però il Bauhaus diventa malvisto dalla città, perché legato ad un’idea di università molto più accademica (ecco quello che noi definiamo crisi). Il Bauhaus allora si trasferisce in un piccolo comune a est di Berlino, Dessau, un’area in cui la popolazione non aveva in realtà un forte interesse nei confronti di questo nuovo paradigma dell’architettura. 

Per capire questi aspetti si può seguire il ragionamento delle categorie. Queste seguono una sorta di rapporto dialettico e rappresentano delle vere e proprie dicotomie. In questo ragionamento il primo discorso importante da dover seguire è quello del PROGRAMMA, nel quale dobbiamo fare due importanti distinzioni tra Celebrativo (architettura atta a celebrare il potere) e Omnicomprensivo (l’architettura si estende dal tema della casa a quello della casa popolare. Il programma non è più celebrativo, ma anti-celebrativo). Il secondo discorso da seguire è quello della COSTRUZIONE, ossia della struttura. Abbiamo due distinzioni: Continua: come la costruzione rinascimentale, basata unicamente sul materiale lapideo e strettamente legata al concetto di continuità. L’idea era infatti che l’architettura doveva essere un qualcosa di necessariamente continuo, dalle fondazioni al tetto. Puntiforme: attraverso l’utilizzo della struttura in ferro e la struttura in cemento armato nasce la discontinuità. Possiamo quindi avere dei sistemi ideati per punti e collegati tra di loro. Il terzo discorso è l’IDEA DI CITTA'; c’è una sorta di continuità tra l’idea di città e l’idea di edificio. In qualche maniera l’edificio rappresenta al suo interno quelle che sono le caratteristiche della città. Chiusa: le città medievali funzionavano in quanto erano chiuse. Questa chiusura rappresentava una protezione dagli assalti dei nemici ma anche uno status di cittadini appartenenti ad una classe sociale diversa, magari dai contadini. Questa idea continua anche nella realizzazione di palazzi nell’epoca rinascimentale, come ad esempio Palazzo Farnese, realizzato con l’idea di una sorta di chiusura verso l’esterno, ma poi apertura all’interno grazie ad una corte centrale. Aperta: la nuova epoca rappresenta l’idea di una città che si ripropone nella sua vitalistica forza di espansione; si passa infatti ad un modello sostanzialmente aperto. Il quarto discorso è l’ESPRESSIONE. Anche qui troviamo due differenziazioni: Sintetica: nell’architettura rinascimentale tutto si basava sulla prospettiva centrale. In questo senso possiamo dire che è sintetica poiché deve essere compresa nella sua sintesi. Frammentaria: la nuova architettura si pone stilisticamente in maniera frammentaria. È un’architettura a-prospettica. La città industriale è infatti fatta di tanti episodi, tanti frammenti, tanti sguardi. Il quinto discorso è il METODO. Abbiamo una grandissima differenza tra: Tipologico: l’architettura rinascimentale si basava sulla tipologia, sulle intelaiature geometriche che potevano magari avere delle variazioni. A-tipologico: non esiste uno schema geometrico prefissato, ma ogni funzione viene ottimizzata nelle sue caratteristiche specifiche e poi messa a contatto con altre attraverso dei principi di prossimità (come le catene di montaggio). Il sesto discorso è la VISIONE. Possiamo trovare una visione: Figurativa: ossia quella che ha parti nominabili. Astratta: quindi non figurativa e non riconoscibile. Infine come ultimo discorso abbiamo il CATALIZZATORE, che può essere considerato come una sorta di collante: Prospettiva: tutto il mondo rinascimentale ruota attorno a questo mondo catalizzante, uno strumento che da senso di esistere a tutta l’architettura esistente. Trasparenza: l’architettura del nuovo paradigma è ben spiegata invece dalla trasparenza, la quale attraversa tutte le altre categorie, dando forza e direzione allo stesso tempo.