Film in Classe

la macchina dei sogni

alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini

passione ed educazione alla visione

Il cinema come stimolo alla consapevolezza e alla discussione, come strumento didattico e confronto, come divertimento e riflessione.

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Una ricerca condotta dall’Università di Cardiff ha dimostrato che l’educazione ai film e ai media (compresa la produzione audiovisuale) sviluppa competenze linguistiche orali e scritte, il lavoro fra pari, la capacità di ascolto, la concentrazione e il pensiero critico.

L’uso delle tecnologie informatiche rende oggi questa educazione assolutamente accessibile. Vale pertanto la pena di familiarizzare con l’uso dei film in classe, e  buone pratiche di cinema  e cominciare a condividere metodi didattici e strategie.

Il Piano Nazionale Cinema per la Scuola (*) è finalizzato all’inclusione nelle scuole del linguaggio cinematografico e audiovisivo come strumento educativo in grado di facilitare l’apprendimento ed essere utilizzato trasversalmente nei percorsi curricolari.


Questa pagina è in continuo aggiornamento alla ricerca di titoli di film da far vedere agli alunni/e in classe. Non per intrattenere ma per far pensare ...


Cominceremo con un elenco di film da utilizzare in classe a scopo divulgativo ed educativo.


A seguire scorrendo la pagina:


(*) Piano Nazionale Cinema per la Scuola, previsto dalla Legge Cinema e Audiovisivo n.220 del 2016, nasce a seguito di un Protocollo d’Intesa tra MiBAC e MIUR sottoscritto nel marzo 2018

film in classe

Storia del cinema

L’evoluzione del linguaggio cinematografico attraverso i grandi classici:

Il cinema delle origini e D.W. Griffith, Intolerance

Robert Wiene, Il gabinetto del dottor Caligari

Orson Welles, Quarto potere

Vittorio De Sica, Ladri di biciclette

Billy Wilder, Viale del tramonto

Alfred Hitchcock, La finestra sul cortile

Jean Luc Godard, Fino all’ultimo respiro

François Truffaut, Effetto notte

Oliver Stone, Natural Born Killers

Wachowski Brothers, Matrix


10 film per l'inclusione e la disabilità a scuola

SPIEGARE LA DISABILITÀ

In questa sezione suggerisco 10 film da mostrare agli studenti per sensibilizzarli al tema della disabilità e della diversità (DSA - DVA - BES) e spiegare, attraverso differenti storie, quanto la disabilità possa diventare risorsa se opportunamente sostenuta e bilanciata con i giusti mezzi o diventare ostacolo e sofferenza se accolta con indifferenza e pregiudizi.


1. La teoria del tutto. 

La teoria del tutto racconta la storia del più grande e celebrato fisico della nostra epoca, Stephen Hawking, e di Jane Wilde, la studentessa di Arte di cui si è innamorato mentre studiavano insieme a Cambridge negli anni 60. 

All’età di 21 anni, Stephen Hawking, brillante studente di cosmologia, è stato colpito da una malattia terminale per la quale, secondo le diagnosi dei medici, gli sarebbero rimasti 2 anni di vita. Stimolato però all’amore della sua compagna di studi a Cambridge, Jane Wilde, arrivò ad essere chiamato il successore di Einstein, oltre a diventare un marito e un padre dei loro tre figli.

Durante il loro matrimonio allo stesso modo in cui il corpo di Stephen si indeboliva, dall’altro lato la sua fama accademica saliva alle stelle. Il professor Stephen Hawking è uno dei più famosi scienziati della nostra epoca e autore del bestseller “A Brief History of Time“, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. (by Coming Soon)

l film è basato sulle memorie di Jane Hawking “Travelling to Infinity: My Life with Stephen”.


2. Io sono Mateusz.

È la storia sorprendente di Mateusz, affetto da una grave paralisi cerebrale, diagnosticata come ritardo mentale, quindi ostacolo insormontabile alla comunicazione del bambino con il resto del mondo. Dopo 25 anni si scoprirà che Mateusz è perfettamente in grado di intendere e di volere.


3. Stelle sulla terra.

Ishaan Nandkishore Awasthi è un bambino di otto anni con grandi difficoltà a scuola. Ripete la terza classe e ogni materia rappresenta un problema. Dopo un incontro con gli insegnanti, i genitori decidono di iscrivere il bambino in un collegio dove diventa amico di Rajan Damodran, il migliore studente della classe. 

Anche nel nuovo istituto il bambino non riesce però a fare progressi, fino all’arrivo di un nuovo maestro di arte, Ram Shankar Nikumbh o “Nikumbh Sir“. Il docente si rende subito conto che Ishaan è affetto da dislessia e contemporaneamente rimane profondamente colpito dalla creatività e dal talento che il bambino dimostra nel disegno.

Decide dunque di prendersi personalmente cura del bambino. Gli fa imparare a leggere e scrivere e indice una gara di pittura per tutta la scuola. Ishaan fa un bellissimo disegno e arriva per secondo, e finalmente sul suo viso è stampato un sorriso. (by Coming Soon)


4. Quasi amici. (Visione consigliata dagli 11 anni in poi).

A seguito di un gravissimo incidente di parapendio, Philippe, ricco aristocratico, assume come aiuto domestico Driss, un giovane di periferia appena uscito dal carcere. In breve, la persona meno adatta per il lavoro.

I due vanno a vivere insieme, così come potrebbero fare Vivaldi e il gruppo Earth, Wind & Fire. Due mondi si scontreranno, per dare poi vita, però, ad un’amicizia pazzesca, divertente e forte: inaspettatamente si creerà un rapporto unico e intoccabile.


5. Il discorso del re. 

Duca di York Duca di York e secondogenito di re Giorgio V, Bertie è afflitto dall’infanzia da una grave forma di balbuzie che gli aliena la considerazione del padre, il favore della corte e l’affetto del popolo inglese.

Figlio di un padre anaffettivo e padre affettuoso di Elisabetta (futura Elisabetta II) e Margaret, Bertie è costretto suo malgrado a parlare in pubblico e dentro i microfoni della radio, medium di successo degli anni Trenta. Sostituito il corpo con la viva voce, il Duca di York deve rieducare la balbuzie, buttare fuori le parole e trovare una voce.

Lo soccorrono la devozione di Lady Lyon, sua premurosa consorte, e le tecniche poco convenzionali di Lionel Logue, logopedista di origine australiana. Tra spasmi, rilassamenti muscolari, tempi di uscita e articolazioni più o meno perfette, Bertie scalzerà il fratello “regneggiante“, salirà al trono col nome di Giorgio VI e troverà la corretta fonazione dentro il suo discorso più bello. Quello che ispirerà la sua nazione guidandola contro la Germania nazista.


6. Mi chiamo Sam. 

Sam è il padre di una bambina e la sua bambina e la sua intelligenza è proprio quella di un bambino di sette anni. Significa che sua figlia, fra poco, sarà più matura di lui.

La bimba gli viene tolta dagli assistenti sociali ed è affidata a una famiglia “normale”. Ma Sam decide di non arrendersi e di combattere la dura battaglia col sistema per riavere la figlia. Lo aiuterà l’avvocatessa Michelle Pfeiffer, a sua volta madre... provata.

Il film non si vergogna di rappresentare la vicenda in chiave sociale ma soprattutto sentimentale.


7. Adam. 

A 29 anni, dopo la morte del padre, Adam Raki è solo al mondo. Appassionato di astronomia, lavora come ingegnere dedito allo sviluppo dell’elettronica di una fabbrica di giocattoli, e non ha rapporti sociali con alcuno eccetto Harlan, vecchio amico del padre.

Un giorno, nel piccolo condominio di Manhattan nel quale vive da sempre, arriva Beth Buchwald, un’affascinante insegnante che sta cercando di iniziare una carriera nella letteratura per ragazzi. Ha appena terminato una relazione durata anni, ed è subito attratta da Adam che pur ricambiando interesse si comporta in maniera molto strana.

Beth supera le inevitabili titubanze e tra i due nasce una tenera amicizia che, col passare del tempo si trasformerà in amore.

Adam le spiega che le singolarità del suo carattere hanno un nome: sindrome di Asperger, un disturbo caratterizzato da una leggera forma di autismo ad alta efficienza, che non compromette la vita lavorativa e la comunicazione verbale ma conferisce un’apparente mancanza di empatia e soprattutto una serie di difficoltà nell’interazione sociale con risvolti talvolta buffi e imbarazzanti.


8. Il mio piede sinistro.

Dublino, anni Trenta. Nasce Christy Brown, un bambino cerebroleso. Il padre è un iroso frequentatore di pub e la madre ha passato quasi tutta la vita incinta. Il bambino sembra non avere speranze, ma un giorno riesce a scrivere qualcosa tenendo un gesso fra le dita del piede sinistro (scrive “mamma”).

Da quel momento tutta la sua vita sarà un progredire, intellettuale e della volontà. Diventa pittore e addirittura scrittore di successo. Ma nel frattempo quali sofferenze... Si innamora non riamato ma alla fine vince anche quella lotta.

Almeno due scene sono da “memoria sentimentale” del cinema: quando si prepara il cemento per costruirsi una stanza e quando riesce, con enorme sforzo, a regalare un fiore alla donna che ama. Una menzione al regista esordiente e a Day Lewis, premio Oscar, meritato. (by coming soon)


9. L’ottavo giorno.

L’ottavo giorno della Creazione, il Signor fece le sue cose migliori, probabilmente perché il settimo si riposò. Quel giorno creò i suoi angeli più belli e ce li accostò con l’inganno, facendoci credere che fossero stupidi.

L’ottavo giorno” racconta la storia dell’incontro di un ragazzo down con un uomo normale. Entrambi, alla fine, ottengono ciò che vogliono: il primo la madre, il secondo i figli.

Entrambi non sopportano la solitudine e l’abbandono da parte delle persone amate; entrambi spezzano la routine di una vita divenuta ormai insopportabile, per cercare di ricostruirne un senso ricongiungendosi alla propria famiglia, ed entrambi vengono rifiutati dalla vita stessa fino al momento in cui tutte le sovrastrutture crollano per lasciar spazio a una liberatoria quanto insospettabile semplicità.

È un film da cui è difficile prendere le distanze a causa dell’alto tasso di emozioni, eppure può delineare un mondo di esseri umani migliori, e se per operare un tale miracolo è necessario inzupparlo di lacrime, non è così biasimevole, almeno non più dello scomodo imbarazzo di certe scene. (by coming soon)


10. Forrest Gump. 

Nato e cresciuto in un paesino dell’Alabama, Forrest Gump, che alla scarsa intelligenza accoppia la generosità del cuore, riesce a laurearsi perché è un campione di corsa, diventa un eroe in Vietnam, fa i miliardi, per caso, con la pesca dei gamberi, diventa una specie di guru, è ricevuto da tre presidenti alla Casa Bianca, sempre per caso provoca lo scandalo Watergate, dopo anni di attesa sposa il suo grande amore che gli dà un figlio e muore di qualcosa che assomiglia all’Aids.

Tratto dal romanzo di Winston Groom che è stato sottoposto a un lavaggio hollywoodiano è un film che, come scrisse un critico americano, non ti fa pensare ma sentire, oppure ti fa pensare al modo con cui si sente. Bravissimo T. Hanks, idiota gentile anche nei minimi dettagli.

Efficaci gli effetti speciali con nuove tecniche di editing digitale che consentono a R. Zemeckis di inserire Hanks in vecchi telegiornali accanto a Nixon, Kennedy, Johnson, John Lennon e di moltiplicare le comparse davanti al Lincoln Memorial di Washington. 6 Oscar: film, regia, attore protagonista, sceneggiatura, effetti speciali, montaggio.


Articolo di Leonardo PoviaPedagogista, Insegnante specializzato, Formatore, Padre di Marco, Autore, Blogger.
Tratto dal sito "Didattica Persuasiva".

7 film per ragazzi sul giorno della memoria.

1. Il viaggio di Fanny (Visione consigliata dagli 11 anni in poi).

Basato su una storia vera, il film racconta la vicenda di Fanny, una ragazzina ebrea di 13 anni che nel 1943, durante l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi, viene mandata insieme alle sorelline in una colonia in montagna.

Lì conosce altri coetanei e con loro, quando i rastrellamenti nazisti si intensificano e inaspriscono, scappa nel tentativo di raggiungere il confine svizzero per salvarsi.

Un viaggio emozionante sull’amicizia e la libertà raccontato attraverso gli occhi dei bambini che consentirà ai giovani spettatori di comprendere più a fondo il dramma della guerra e della persecuzione razziale.


2. Il bambino con il pigiama a righe.  (Visione consigliata dagli 11 anni in poi).

Bruno è un tranquillo ragazzo di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla loro comoda casa di Berlino in un’area desolata in cui questo ragazzino solitario non trova nulla da fare e nessuno con cui giocare.

Decisamente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignora le continue indicazioni della madre, che gli proibisce di esplorare il giardino posteriore e si dirige verso “la fattoria” che ha visto nelle vicinanze. Lì, incontra Shmuel, un ragazzo della sua età che vive un’esistenza parallela e differente dall’altra parte del filo spinato.

L’incontro di Bruno col ragazzo dal pigiama a strisce lo porta dall’innocenza a una consapevolezza maggiore del mondo degli adulti che li circonda, mentre gli incontri con Shmuel si trasformano in un’amicizia dalle conseguenze terribili.


3. Storia di una ladra di libri.  (Visione consigliata dagli 11 anni in poi).

Storia di una ladra di libri è ambientato nella Germania della Seconda Guerra Mondiale. Protagonista è Liesel (Sophie Nélisse), una vivace e coraggiosa ragazzina affidata dalla madre incapace di mantenerla, ad Hans Hubermann (Geoffrey Rush), un uomo buono e gentile, e alla sua irritabile moglie Rosa (Emily Watson).

Scossa dalla tragica morte del fratellino, avvenuta solo pochi giorni prima, e intimidita dai “genitori” appena conosciuti, Liesel fatica ad adattarsi sia a casa che a scuola, dove viene derisa dai compagni di classe perché non sa leggere.

Con grande determinazione, è tuttavia decisa a cambiare la situazione e trova un valido alleato nel suo papà adottivo che, nel corso di lunghe notti insonni, le insegna a leggere il suo primo libro, Il manuale del becchino, rubato al funerale del fratello.

L’amore di Liesel per la lettura e il crescente attaccamento verso la sua nuova famiglia si rafforzano grazie all’amicizia con un ebreo di nome Max (Ben Schnetzer) che i suoi genitori nascondono nello scantinato e che condivide con lei la passione per i libri incoraggiandola ad approfondire le sue capacità di osservazione. 


4. Il Diario di Anna Frank (1959). (Visione consigliata dagli 11 anni in poi).

Nel 1945 Otto Frank, un ebreo che è sopravvissuto al campo di concentramento nazista, ritorna ad Amsterdam, nella casa dove rimase nascosto, insieme alla sua famiglia, per due anni. Qui ritrova il diario scritto da sua figlia Anna, e i ricordi di quel periodo si riaffacciano alla sua mente.

Nell’estate del 1942 Otto Frank, per sottrarsi alla persecuzione razziale, si nascose in una soffitta con la moglie e le sue due figlie, Margot ed Anna. Ad essi si unirono i coniugi Van Daan, anch’essi ebrei, col figlio Peter. Per le due famiglie inizia così una vita fatta di terrore e di stenti, rallegrata solo dalle visite quotidiane di Kraler e Miep, i due amici che li hanno nascosti.

Anna osserva tutto quello che succede intorno a lei e confida al suo diario ogni suo pensiero: ella ha trovato in Peter un amico sincero e comprensivo. Intanto lo sbarco degli alleati in Normandia ravviva le speranze dei reclusi; ma la visita

notturna di un ladro determina il loro destino. Il ladro viene arrestato dalla “Gestapo”, alla quale, per essere lasciato libero, rivela il nascondiglio degli ebrei.

Quando i soldati tedeschi fanno irruzione nella soffitta, trovano gli ebrei pronti a seguirli: non c’è piu’ spavento in loro, sono animati da una grande speranza.

Prima di lasciare per sempre il suo diario Anna gli confida ancora una volta il suo intimo pensiero: malgrado tutto, ella crede ancora nella fondamentale bontà degli uomini. Anna morirà otto mesi più tardi nel campo di concentramento. 


5. La vita è bella.

Alla fine degli anni Trenta due simpatici giovanottelli lasciano la campagna per approdare, pieni di speranze e dall’allegria, in una bella e grande città. Guido è il più vivace dei due. Vuole aprire una libreria nel centro storico. Laltro, Ferruccio, smarrito e poetico, fa il tappezziere, ma si diletta a scrivere versi comici e irriverenti. In attesa che le loro speranze si realizzino, il primo trova un lavoro come cameriere ale Grand hotel e il secondo s’arrangia facendo il commesso in un piccolo negozio distoffe.

La città offre ai due giocosi amici mille occasioni di entusiasmo e d’avventure. In un’Italia paludata, elegante, marmorea, goffamente militaresca, Guido e Ferruccio rincorrono la felicità. Con brio, con incoscienza. Guido s’innamora di una maestrina repressa da un ambiente

che vive di buone maniere e di conformismo, Dora, che però ha dentro di sè tanta voglia di lasciarsi andare, di vivere pienamente la sua età.

Conquistare la giovane maestra è come scalare una montagna e Guido ci prova escogitando l’impossibile. Le appare continuamente davanti, all’improvviso, si traveste da istruttore di scuola, la rapisce con la Balilla, la incanta con i suoi trucchi furbissimi. Ma Dora non prende sul serio la passione di Guido, anche perché ha il cuore occupato da un segreto: è promessa sposa di un vecchio compagno di scuola.


6. La chiave di Sara.

Parigi, ai giorni nostri. Julia Jarmond, giornalista americana che vive in Francia da 20 anni, sta facendo un’inchiesta sui dolorosi fatti del Velodromo D’inverno, il luogo in cui vennero concentrati migliaia di ebrei parigini prima di essere deportati nei campi di concentramento.

Lavorando alla ricostruzione degli avvenimenti si imbatte in Sara, una donna che aveva 10 anni nel luglio del 1942, e ciò che per Julia era solo materiale per un articolo, diventa una questione personale, qualcosa che potrebbe essere legato ad un mistero della sua famiglia.


7. Il pianista.  (Visione consigliata dai 13 anni in poi).

Wladyslaw Szpilman, un pianista di talento, ebreo polacco, sfugge alla deportazione. Costretto a vivere nel cuore del ghetto di Varsavia, ne sperimenta tutte le sofferenze, le umiliazioni e le lotte. Riesce a fuggire e si nasconde fra le rovine della capitale. Un ufficiale tedesco lo aiuta a sopravvivere.



Articolo di Leonardo PoviaPedagogista, Insegnante specializzato, Formatore, Padre di Marco, Autore, Blogger.
Tratto dal sito "Didattica Persuasiva"

4 nuovi film sul giorno della memoria

quest'anno arrivano sul grande schermo quattro nuovi film dedicati alla Shoah.


1_Il figlio di Saul dell’ungherese László Nemes. (Visione consigliata dagli 16 anni in poi, con accompagmnamento di adulti).
Leggendo le recensioni pare essere un film molto duro: la rappresentazione del non filmabile. 

La storia, è infatti quella di un deportato addetto al funzionamento e alle pulizie dei crematori.

Scrive la critica: “Dopo Il figlio di Saul non ci potranno più essere film sull’Olocausto. Con buona pace di Steven Spielberg, Roberto Benigni, Gillo Pontecorvo e Costa Gavras”.
Incuriositi? Ecco una recensione per approfondire.


2_l Labirinto del Silenzio di Giulio Ricciarelli girato per una produzione tedesca. (Visione consigliata dagli 11 anni in poi). 

Film completamente diverso per ambientazione, atmosfera, ma non per tematica,  Ambientato nel 1958 con un giovane procuratore intento a fare chiarezza sulla storia di suo padre, di cui conserva un ricordo eroico.  Teso e appassionante come un polar, Il labirinto del silenzio svolge una partitura inquisitoria che bracca i cattivi, confronta superiori, gerarchi e subordinati e interroga il silenzio degli aguzzini e quello delle vittime, barricate dietro il loro dolore. Perché il film, attraverso il personaggio di Simon, tratta (anche) l'isolamento dei sopravvissuti, la difficile integrazione in Germania come in Israele, l'impossibilità di dire a chi ignorava l'ampiezza dello sterminio. Ma il film trova le parole, quelle della legge e quelle del Kaddish che Radmann e Gnielka reciteranno per i bambini di Simon lungo il perimetro spinato di Auschwitz. Il silenzio è rotto.
Ma i padri di una Nazione, come dice la critica, sono più mostri che eroi.


3_ Una volta nella vita (Visione consigliata dagli 11 anni in poi) girato dalla francese Marie-Castille Mention-Schaar è, invece, tratto da una storia vera. 
In un liceo parigino, una professoressa propone alla sua classe un progetto: partecipare a un concorso nazionale di storia dedicato alla Resistenza e alla Deportazione. Un incontro, quello con la memoria della Shoah, che cambierà per sempre la vita degli studenti


The Eichmann show (Visione consigliata dagli 11 anni in poi) è un film americano girato da Paul Andrew Williams e racconta la storia del processo avvenuto a Gerusalemme contro un ex soldato delle SS. Ma questa non è solo la storia di un processo. Non solo quella di un nazista tedesco. 

No, al centro della trama c’è anche la storia delle vicissitudini affrontate dal produttore televisivo per convincere le autorità israeliane e i giudici della necessità di riprendere le varie fasi del dibattimento: si tratta della prima occasione per il mondo intero di assistere alle testimonianze sconvolgenti dei sopravvissuti e quindi di conoscere l’Olocausto.




Fonte Web: di E. M. (in collaborazione con Marco Berardi) -  monettielisabetta@gmail.com

4  film sull'Arte e gli artisti

Un articolo per gli amanti del cinema: quattro film recenti su grandi artisti, per conoscere le loro vite e le loro opere.

Abbiamo visto i dipinti nei musei e abbiamo conosciuto gli artisti tramite libri di storia dell’arte, ma è possibile conoscere le storie degli artisti anche sotto punti di vista diversi? Il cinema, da sempre, ci propone storie biografiche per darci un idea su come siano accaduti alcuni avvenimenti del passato, dandoci l’illusione di viverli in prima persona e, quindi, per capire meglio certi aspetti della storia. Oggi, vi proponiamo quattro film tra i migliori film dedicati ad alcuni dei più grandi artisti conosciuti e ai dipinti più ammirati.


La ragazza con l’orecchino di perla (2003) (Visione consigliata dagli 11 anni in poi)

Quando un personaggio storico è avvolto nel mistero è facile raccontare una storia che cerchi di trovare una spiegazione a ciò che lo ha portato alla notorietà: è il caso di Johannes Vermeer e del suo dipinto più famoso, “Ragazza col turbante”, meglio conosciuto come “Ragazza con l’orecchino di perla”. Di questo pittore e di questa opera è stato scritto un romanzo che prende il nome dall’opera pittorica e da cui è stato tratto un film: entrambi vogliono fornirci una versione, anche se romanzata (e chissà se plausibile... !) della storia della nascita del celebre dipinto. La protagonista della vicenda è Griet, una ragazza olandese che, a causa delle difficoltà economiche che gravano sulla sua famiglia, lavorerà come domestica di Vermeer, il quale vede in lei la modella per il dipinto a olio che oggi lo ha reso celebre anche fuori dalla cerchia degli appassionati. La pellicola ci mostra, quindi, la reciproca ammirazione tra l’artista e la sua musa ispiratrice: lui vorrebbe immortalare la graziosa bellezza di Griet, mentre lei è incuriosita dal lavoro e dalle tecniche di Vermeer, per un rapporto che diventa sempre più intimo, che finirà con l’ira della moglie del pittore una volta scoperto il legame tra pittore e modella e il fatto che l’orecchino di perla data a Griet per il dipinto fosse il suo. Inevitabilmente, Griet verrà licenziata, ma riceverà il famoso orecchino come eredità dell’artista, quando questi morirà. Nel film, a dare volto e corpo a Griet è una Scarlett Johansson incredibilmente somigliante alla ragazza del quadro, della quale riesce a catturare la fragile sensualità, mentre Johannes Vermeer viene magnificamente interpretato da Colin Firth (ma per l’Oscar si dovette aspettare “Il discorso del re”). Il film fu candidato all’Oscar per la miglior fotografia, la miglior scenografia e per i migliori costumi.


Frida (2002) - (Visione consigliata dagli 11 anni in poi)

Una delle figure più affascinanti della storia dell’arte è sicuramente la rivoluzionaria ma tormentata Frida Kahlo, pittrice surrealista messicana vissuta nella prima metà del XX secolo e vittima di un incidente stradale, a bordo di un autobus, subito a soli diciotto anni, che le causò gravi danni alla colonna vertebrale, rinchiudendola in uno stato di solitudine che solo l’arte e il suo animo anticonformista riuscirono a placare. Un simile personaggio non poteva non essere soggetto di opere sia letterarie sia cinematografiche che ne raccontassero la vita. Infatti, tratto dal romanzo “Frida: A Biography of Frida Kahlo”, è stato girato il film “Frida” che vede la bellissima Salma Hayek vestire i panni della pittrice che, grazie anche ad un riuscito make up che le dona le stesse caratteristiche sopracciglia, si dimostra l’interprete ideale per questo ruolo, riuscendo a catturare sia la spensieratezza sia l’angoscia che la vera Frida manifestava tra dipinti, dolori sia fisici che spirituali e attivismo comunista. Salma, infatti, ricevette una nomination all’Oscar per questa interpretazione, ma non va dimenticato Alfred Molina che ci regala una delle sue migliori performance nelle vesti di Diego Rivera, pittore e mentore di Frida Kahlo, nonché suo futuro terzo marito.


Big Eyes (2014) - (Visione consigliata dagli 11 anni in poi)

Nel 1994, Tim Burton diresse il suo primo film biografico, “Ed Wood”, che racconta la vita e le opere di colui che è considerato il peggior regista della storia del cinema. Venti anni più tardi, nel 2014, ne dirige un altro, avvalendosi degli stessi sceneggiatori di “Ed Wood”, ma questa volta l’attenzione ricade sulla pittrice Margaret Keane e il film si intitola “Big Eyes”. Come sappiamo, Tim Burton realizza film con al centro creature gotiche e surreali, protagoniste di storie dark e fiabeschi, quindi non stupisce che abbia voluto girare un film sulla pittrice americana nota per i suoi dipinti che ritraggono donne, bambini o animali con enormi occhi sproporzionati rispetto al corpo: evidentemente tale stile non è poi così diverso da quello di Burton. Lui stesso, infatti (considerando il suo passato da disegnatore e animatore per Disney negli anni ’80), disegna le creature che popolano i suoi mondi incantati. Il film ci dà uno sguardo sullo scandalo legato a questi quadri: poiché Margaret li firmava con il suo nome acquisito Keane, il marito Walter Stanley Keane, che comunque è sempre stato affascinato dai lavori della consorte, se ne prende il merito appena i dipinti cominciano a ottenere le attenzioni del pubblico. Margaret, nonostante sia amareggiata, all’inizio lo lascia fare perché il riscontro economico è notevole e inarrestabile, ma ben presto si ribellerà e dimostrerà di essere l’autrice dei dipinti quando il tribunale delle Hawaii sottoporrà i coniugi ad una prova di pittura dalla quale Walter uscirà sconfitto e Margaret vittoriosa. Il punto di forza di questo film risiede nei suoi attori protagonisti Amy Adams e Christoph Waltz, due eccellenti interpreti che ogni volta riescono a regalare ottime performance, tanto è vero che la prima ha vinto il Golden Globe come migliore attrice come migliore attrice in un film commedia o musicale proprio per questo ruolo.

Turner (2014) - (Visione consigliata dagli 14 anni in poi)

Se siete dei fan di Harry Potter e avete visto tutti i film tratti dai libri di Rowling, molto probabilmente conoscerete l’attore inglese Timothy Spall. Pur non essendo noto come colleghi suoi compatrioti come Anthony Hopkins, Ian McKellen o Micheal Cane, giusto per citarne alcuni, Spall si è comunque dimostrato un interprete eccellente nei diversi ruoli che ha rivestito, tra cui quello dell’artista Joseph Mallord William Turner nel film intitolato, appunto, “Turner” (titolo originale: “Mr. Turner”). La pellicola ripercorre gli ultimi 25 anni del pittore paesaggista: dal rapporto quasi inesistente con le figlie avute dalle sue tresche amorose, alla morte del padre, dai viaggi per trovare nuove ispirazioni per i suoi dipinti, alle frequentazioni dell’aristocrazia , ma anche dei bordelli, fino ad arrivare a farsi legare all’albero maestro di una nave per dipingere una bufera di neve, la stessa bufera che sarebbe poi diventata il soggetto del suo dipinto più famoso. Timothy Spall, si diceva, riesce magnificamente ad esternare la sgradevolezza, il cinismo e la nevrosi di questo pittore così folle, riuscendo a vincere il premio di miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes proprio per questo ruolo, confermando la bravura di questo attore mai apprezzato abbastanza.


Fonte Web: Gabriele Giannini finestre sull'arte

7 film sul
RUOLO INSEGNANTE
da vedere a scuola

Pare che i migliori film da far vedere a scuola siano proprio i film sulla scuola. 

La visione dei migliori film sulla scuola può essere utile per imparare delle lezioni di vita da mettere in pratica in ambienti simili, dove è necessario, per essere costruttivi e dimostrare di aver compreso l’importanza di concetti come forza di volontà, condivisione, rispetto reciproco, sacrificio e rapporto tra adulti e adolescenti

Dai college alle scuole del ghetto, ecco una top list dei film che riguardano insegnanti, professori e studenti: come recitava un vecchio detto, Schola magistra vitae (intro da tesionline).



Iniziamo la nostra rassegna con quello che ritengo il capolavoro per eccellenza sul mondo dell della scuola e dei rapporti umani fra docente e alunno: l’Attimo Fuggente.

Il film premio Oscar con protagonista il compianto Robin Williams nei panni dell’insegnante di lettere John Keating, “creatore” di un originale metodo d’insegnamento che colpisce fin da subito i suoi studenti, grazie ai suoi modi colloquialo, rassicuranti e amichevoli.

Ad essere colpito dal suo metodo d’insegnamento è soprattutto Neil Perry, ragazzo molto intelligente col sogno di recitare. Perry ha però grandi problemi col padre, al quale non ha il coraggio di confessare la sua aspirazione (Trama lezionionline).



2.  Will Hunting – Genio ribelle - (Visione consigliata dagli 11 anni in poi)

Ragazzo di un quartiere povero di Boston, con molti piccoli crimini alle spalle, Will Hunting fa le pulizie al MIT (Massachusetts Institute of Tecnology) ed è un genio matematico allo stadio brado.

Se lo contendono due adulti colti, ex compagni di scuola: l’uno vuol prendersi cura del suo cervello (e del futuro del proprio portafoglio), l’altro del suo cuore.

Con l’aiuto di una ragazza innamorata, vince il secondo. Ideato e scritto da 2 dei suoi giovani interpreti, M. Damon e B. Haffleck, è un film complesso nella sua apparente semplicità (paradossalmente a mezza strada tra Belli e dannati e L’attimo fuggente) che tocca molti temi: l’isolamento; la ricerca di un padre (e di un figlio) tra due persone simili e complementari; il diritto-dovere di liberarsi di un’infanzia infelice; la difficoltà di vivere di un genio o, comunque, di un “diverso” che non vuole farsi assorbire o stritolare dal sistema (trama trovacinema.it)

Oscar per l’attore non protagonista a R. Williams.

Will : La libertà, se l’ha dimenticato, è il diritto dell’anima di respirare, e se essa non può farlo le leggi sono cinte troppo strette. Senza libertà l’uomo è una sincope.



3. Non uno di meno - (Visione consigliata dagli 11 anni in poi)

“Una bella storia dal sapore neorealista, su sfondo di miseria ma con uan grande voglia di credere nel futuro e nel lieto fine tipo new deal: ma senza retorica, parlano sentimenti autenticicon volti autentici di attori per caso (….) la bellezza del film, da non perdere, è nei suoi mori interiori (battaglie, avvisaglie, ripicche, rimorsi, armistizi), la felicità della annotazioni, i sorrisi minorenni non stereotipati che nascono e si comunicano in platea con la forza vera di un regista che crede nella forza morale del cinema. Se si può ancora dire, con una certa poesia. 

(Maurizio Porro, Corriere della sera, 29.01.2000).

“In questo film ho scelto un lieto fine, ma desidero che il pubblico sappia che le cose in Cina vanno diversamente e che molti dei nostri bambini non conoscono il lieto fine. Il film è dedicato a loro”. 

(Zhang Yimou, Catalogo della 54° Mostra del Cinema di Venezia, Editrice Il Castoro, 1999). (Trama comingsoon.it).

4.  Freedom Writers - (Visione consigliata dagli 11 anni in poi)

Il film è tratto dal libro The Freedom Writers Diary, che racconta l’esperienza di Erin Gruwell, insegnante di inglese al suo primo incarico, che viene assegnata alla Woodrow Wilson High School di Long Beach, in California.

Erin è una donna energica ed entusiasta del suo lavoro, desiderosa di dare il suo contributo al programma di integrazione razziale nelle scuole, ma si trova ad avere a che fare con una realtà dominata dal conflitto fra gruppi etnici e dall’odio che governa il rapporto fra i suoi studenti.

Colleghi e management della scuola, peraltro, sembrano pervasi da un sentimento di razzismo neanche troppo velato e desiderosi soltanto di tirare a campare, nella convinzione che uno dopo l’altro i ragazzi finiranno per abbandonare la scuola, perdendosi.

Ma Erin Gruwell è una professionista che, nonostante la mancanza di supporto da parte dei colleghi e della famiglia, affronta il suo lavoro con dedizione e non impiegherà molto a riconoscere nei ragazzi non dei delinquenti ma persone costrette a vivere in un ambiente ostile, dominato dalla violenza e dalla povertà. 

La donna comprende che la chiave per innescare il cambiamento consiste nel combattere l’odio che permea la classe e raggiunge l’obiettivo facendo scoprire loro la tragedia dell’Olocausto e il diario di Anna Frank; tappe fondamentali sono la visita al Museo della Tolleranza di Los Angeles, l’incontro con i sopravvissuti dei campi di concentramento e l’invito ai ragazzi a scrivere un diario personale delle proprie esperienze.

Il contenuto dei diari colpisce a tal punto Erin dal convincerla a farne un libro: nasce così Freedom Writers Diary, che prende il titolo dal fatto che i ragazzi si erano definiti Freedom Writers in analogia con i Freedom Riders, gli attivisti per i diritti civili che nel 1961 combattevano la segregazione razziale nel sud degli USA.

Prima di proseguire ti suggerisco di guardare alcuni video, quasi tutti in inglese: troverai sia scene dal film sia interessanti interventi di Erin Gruwell.

Se per caso non conosci la lingua vai lo stesso avanti e lasciati trasportare dalle immagini, che dicono di più di tante parole (trama tibicon.it).

“Ogni voce che dice che non puoi farlo, deve tacere; ogni voce che dice che non ce la fai deve sparire!” _Erin – Hilary Swank


5. Scoprendo Forrester - (Visione consigliata dagli 11 anni in poi)

Da una piazzetta del Bronx, dove giocano a pallacanestro, alcuni ragazzi di colore guardano le finestre di un appartamento sovrastante. Lì abita sotto falso nome un misterioso individuo che da anni non esce più di casa.

Un giorno uno dei ragazzi, Jamal, accetta per sfida di andare a vedere chi c’è veramente in quella casa. Si introduce, viene scoperto, scappa ma dimentica lì lo zainetto con libri e quaderni. Intanto un esclusivo liceo di New York ha messo gli occhi su di lui e gli offre una borsa di studio, soprattutto per le sue doti nella pallacanestro.

Ricevuta indietro la propria roba, Jamal si accorge che sulle cose scritte nei quaderni ci sono correzioni e giudizi. Il ragazzo, 16 anni, va nella nuova scuola, comincia gli studi e scopre che quell’individuo è William Forrester, scrittore vincitore anni prima di un Pulitzer e poi misteriosamente scomparso. Jamal ora torna alla carica e chiede a Forrester di aiutarlo in quelle che sono le sue grandi passioni, la scrittura e la letteratura.

Il maturo uomo accetta con un patto: niente di quello che succede deve uscire da quella casa. Jamal è contento, ma in classe ben presto entra in conflitto con il prof. Crawford, il quale lo accusa di aver copiato testi altrui e gli suggerisce di pensare solo allo sport. Molto incerto e confuso, Jamal chiede aiuto a Forrester, che però si nega. Minacciato di espulsione, Jamal si vede offrire la salvezza solo se vincerà con la squadra la finale del campionato di basket.

Ma toccano a lui i tiri decisivi, e li sbaglia entrambi. Demoralizzato, Jamal aspetta con rassegnazione il giorno delle letture in classe da parte degli studenti. Inatteso però si presenta Forrester che dichiara il proprio nome e scagiona Jamal. Quindi parte per la Scozia, suo paese natale.

Quando arriva l’ultimo anno di liceo, un avvocato annuncia a Jamal che Forrester è morto per un tumore che aveva da due anni. E gli consegna una lettera di congedo (trama cinematografo.it)

Le parole che scriviamo per noi stessi sono sempre molto migliori di quelle che scriviamo per gli altri. (Forrester)


6. Mona Lisa Smile - (Visione consigliata dagli 11 anni in poi)

Mona Lisa Smile è ambientato negli Stati Uniti del 1953, ai tempi della guerra fredda, del maccartismo e dell’integrazione razziale.

La trentenne nubile Katherine Ann Watson (Julia Roberts) si trasferisce dalla soleggiata California, per lavorare nel prestigioso collegio femminile di Wellesley in qualità di insegnante di storia dell’arte.

Dopo il primo approccio con le regole della scuola  e dopo aver fatto conoscenza delle sue allieve, Katherine si rende  conto che il reale obiettivo dello studio in collegio è quello di preparare le studentesse al matrimonio con un buon partito, divenendo così mogli perfette e madri devote alla famiglia.

Il totale contrasto fra tale prescrizione e gli obiettivo della docente, porta la donna a pianificare le sue lezioni in modo da offrire alle ragazze nuovi spunti e nuovi punti di vista per mezzo del linguaggio eloquente dell’arte, ponendosi così in aperto contrasto col resto del corpo docente e, almeno all’inizio, con le sue stesse studentesse.

Ispirato a una storia vera, diretto dall’eclettico Mike Newell (Quattro matrimoni e un funerale, Ballando con uno sconosciuto, Donnie Brasco) Mona Lisa smile è un film interessante, corposo, equilibrato e verosimile quanto a tematiche trattate e ambientazioni.

Ci mostra uno spaccato dell’America anni ’50, l’epoca della guerra fredda e del maccartismo, ammantata di perbenismo ipocrita: una realtà in cui però “non tutto è come sembra” e la fiamma del femminismo sta per accendersi (trama cinematographe.it).

Katherine Watson : Cambiare per gli altri è mentire a se stessi.


7. Una volta nella vita

Siamo al Liceo Léon Blum, Créteil, banlieue parigina: una miscela esplosiva di etnie, confessioni religiose e conflitti sociali. Nella classe peggiore della scuola la professoressa di storia, Anne Gueguen, invece di capitolare come molti altri colleghi di fronte a questi adolescenti disperati e disperanti, propone loro un progetto comune: partecipare a un concorso del Ministero dell’Istruzione sul tema del genocidio ebraico.

Una missione pressoché impossibile per una classe a maggioranza musulmana, dove la Shoah lascia indifferenti quando non viene palesemente negata.

Dapprima reticenti, gli allievi accettano infine la sfida. Ben presto la professoressa riesce a catturare i suoi studenti nonostante lo scetticismo dei suoi colleghi con risultati incredibili…

Ispirato ad una storia vera (Trama agiscuola.it).

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(disponibile online sul canale YouTube della Rete OTiS