Del governo della peste, e delle maniere di guardarsene trattato di Lodovico Antonio Muratori - 1710
LA PESTE NEL '600
Nel Cinquecento l’Europa fu invasa da moltissime epidemie, spesso causate dalle continue guerre che avevano luogo in Italia. Peste, sifilide, tifo e influenza sterminarono gran parte della popolazione malnutrita che viveva in pessime condizioni igieniche . Dapprima in Italia, nacquero uffici di sanità e magistrature, che avevano il compito di controllare le condizioni igieniche della città e di introdurre misure di prevenzione nel caso di epidemie. Il medico veronese Fracastoro elaborò una nuova teoria sull'origine della peste e della sifilide attribuendola al propagarsi di semi, agenti specifici del contagio delle malattie epidemiche. L’aumento del numero di civili che richiedevano cure mediche favorì la diffusione di diversi soggetti che si specializzarono nel campo della medicina. La medicina fu praticata, non solo da medici specializzati, ma anche da speziali, barbieri-chirurghi, ciarlatani, il cui lavoro veniva supervisionato dalle autorità mediche e politiche.
Mettiamo a confronto alcuni estratti del trattato Del governo della peste, e delle maniere di guardarsene trattato di Lodovico Antonio Muratori (1710 ) con la famosa descrizione della peste di Manzoni nei suoi Promessi Sposi:
È una gran mano di essi morrà quasi all'improvviso, benché sanissima dinanzi, parte barbaramente abbandonata dai figliuoli, dai fratelli, dai mariti, dai parenti, e dai suoi più cari, parte di stento, e per difetto o di soccorso o d'alimenti; E ciò nei Lazzaretti medesimi, che pure sono inventati principalmente per la salute dei poveri Appestati; e talvolta senza Sacramenti, e senza chi assista a quel gran passaggio, e con totale disperazione, siccome fuggita, o derelitta da tutti. Al prender poi vigore la Peste, è incredibile, che terrore assalga chi non è provveduto di buon Coraggio (e questi sono i più del popolo) al mirarsi circondato di morti, all'udire il suono, o al vedere il brutto aspetto delle carrette, che trasportano ammontati l'uno sopra l'altro i cadaveri degli estinti, e al temere continuamente che da un'ora all'altra possa intervenire lo stesso a chi ora si sente benissimo di sanità.
(L. A. Muratori)
"Era in quel giorno morta di peste, tra gli altri, un'intera famiglia. Nell'ora del maggior concorso, in mezzo alle carrozze, i cadaveri di quella famiglia furono, d'ordine della Sanità, condotti al cimitero suddetto, sur un carro, ignudi, affinché la folla potesse vedere in essi il marchio manifesto della pestilenza. Un grido di ribrezzo, di terrore, s'alzava per tutto dove passava il carro; un lungo mormorìo regnava dove era passato; un altro mormorìo lo precorreva. La peste fu più creduta: ma del resto andava acquistandosi fede da sé, ogni giorno di più; e quella riunione medesima non dové servir poco a propagarla..."
(Promessi Sposi, Cap. XXXI)
Misure di prevenzione e strutture sanitarie
Oltre a ragioni naturali, per spiegare la diffusione delle epidemie, erano attribuite anche cause di carattere soprannaturale, ritenute come manifestazione dell’ira di Dio, inviate al fine di punire i peccatori – individuati soprattutto nei poveri, nelle prostitute, negli usurai e negli ebrei. Per difendersi dalle epidemie, le comunità ricorrevano a processioni, reliquie sacre e invocavano i santi, principalmente i santi protettori dalla peste, Antonio, Sebastiano e soprattutto san Rocco – il cui culto si diffuse tra Quattro e Cinquecento. A parte in specifici casi (come, ad esempio le processioni, vietate in seguito poiché favorivano il contagio), la Chiesa, le confraternite e le autorità politiche e mediche cooperavano per proteggere la popolazione dalle epidemie. Dato l’insuccesso delle cure mediche tradizionali, il popolo iniziò a ricercare rimedi in amuleti, pietre preziose e minerali; ma la miglior salvaguardia contro le pestilenze fu individuata nella prevenzione e nell'isolamento.
Gli Uffici di Sanità non avevano solo il compito di controllare le condizioni igieniche delle città, ma iniziavano ad assumere maggiori funzioni e poteri, anche in assenza della pestilenza. Gli Uffici aumentarono i controlli sulle merci alimentari, sui luoghi pubblici, sulle abitazioni private, sugli scarichi di macellerie e concerie, sugli alberghi, sugli ospedali. Dal momento in cui si verificavano casi di infezione, la città veniva isolata, di conseguenza individui e prodotti venivano allontanati; i contagiati erano costretti a trasferirsi nei lazzaretti – strutture temporanee costruite fuori città.
Per il lavoro di contestualizzazione si ringrazia il prezioso sito https://library.weschool.com/lezioni/encyclomedia
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