Caro Nonno,
mi fa molto piacere che nella tua ultima lettera ti sia interessato alla condizione del nostro pianeta, sarò felice di esporti la situazione.
Gli elementi sulla terra sono illustrati sulla tavola periodica, di 118 83 sono stabili, mentre alcuni sono radioattivi, e quindi sono destinati a decomporsi.
Per farti capire meglio, questa è una tavola periodica speciale, che illustra la distribuzione nel nostro pianeta degli elementi. Quelli rossi rischiano di scomparire in breve tempo, mentre quelli arancioni e gialli rischiano di scomparire se non troviamo il modo di riciclare e non sprecare queste risorse.
Ma per cosa sono importanti questi elementi nella vita quotidiana?
Avrai sicuramente notato il simbolo dello smartphone, che è un perfetto esempio di dematerializzazione, perché il lavoro che prima era svolto dal telefono fisso, la calcolatrice, la sveglia, la bussola, la radio e molti altri strumenti ora si può fare con lo smartphone, ma per costruirlo serve un elevato numero di elementi chimici.
Esso è infatti composto da litio, cobalto, indio, carbonio, oro, argento e molti altri dove ognuno fa parte di uno specifico frammento. Anche se questi elementi vengono utilizzati in quantità minuscole, il loro numero varia notevolmente visti quanti dispositivi vengono prodotti: in Europa, ogni mese, vengono sostituiti circa 12 milioni di cellulari e il numero totale ha superato gli 8 miliardi.
L’indio, usato per comporre lo schermo touchscreen, è un elemento a rischio, perché il suo utilizzo aumenta notevolmente e la presenza diminuisce, sulla tavola periodica è riportato in rosso.
Un fatto particolare riguardante questo elemento è che si ottiene come elemento secondario da minerali di zinco, per questo viene definito elemento autostoppista, ovvero che la sua produzione dipende dall’andamento sul mercato degli altri metalli. Al giorno d’oggi l’indio viene utilizzato molto di più rispetto allo scorso secolo, a causa della sua trasparenza ottica, conducibilità elettrica e ottima affinità per il vetro. Il suo riciclo in Europa è purtroppo nullo e questa situazione non è più accettabile visto l’elevato rischio di disponibilità in un futuro vicino.
Un altro elemento di cui ti parlo è il litio, protagonista dell’invenzione delle batterie usate anche per gli smartphone, le quali hanno cambiato radicalmente il nostro modo di lavorare. Questo metallo è il più leggero della tavola periodica, è uno dei più piccoli e tende a diventare ione perdendo un elettrone.
Con l’aiuto di queste immagini proverò a spiegarti in breve come funziona una batteria: quando essa viene caricata gli ioni Li+ si muoveranno dal polo positivo a destra, catodo, a quello negativo a sinistra, anodo. Viceversa, quando la batteria si scarica, gli ioni si muoveranno nella direzione opposta. Durante il percorso, questi attraversano una sorta di filtro che garantisce un funzionamento ideale. Nella fase di carica della batteria, gli ioni di litio e gli elettroni carichi negativamente che provengono dal catodo, attratti dall’anodo, sono ospitati da quest’ultimo, così la batteria si trova in uno stato innaturale. Nella fase di scarica, l’energia accumulata dalla batteria viene sfruttata: inserendo un dispositivo, apriamo la strada al flusso di elettroni che, tornando da dove sono venuti, alimentano l’oggetto.
Il litio attualmente non è a rischio estinzione, ma essendo molto richiesto, è al centro di molte preoccupazioni, infatti nella tavola periodica viene riportato in giallo. L’unica soluzione che viene in mente è il riciclaggio, poiché, viste le previsioni delle produzioni di alcuni oggetti contenenti in litio, si presume che non si riuscirà a produrne abbastanza.
In conclusione, se vogliamo salvaguardare il nostro pianeta e gli elementi che si trovano su di esso, dovremo trovare il modo di sfruttarli al meglio e riciclarli, così da non sprecare le risorse che il nostro pianeta ci offre.
per qualsiasi domanda o chiarimento scrivimi pure, con affetto,
tua nipote.
Lavoro svolto da: Isabelle Bachini, Angela Passalia, Arianna Papucci, IIIB Liceo Vallisneri, Lucca