La rappresentazione dei miti nell'arte
Il legame tra arte e mitologia, principalmente quella classica per la cultura italiana, è nato durante il Rinascimento e si estende attraverso i secoli. In questo periodo l’antichità suscitava grande interesse e ammirazione. I miti erano usati per spiegare fenomeni naturali, idealizzare alcuni valori, e stimolare la fantasia degli artisti che intendevano riportare in vita un mondo dimenticato da secoli. I miti, infatti, fungono da ponte tra passato e presente, preservando l'identità culturale e riflettendo le norme della società.
La rappresentazione artistica divenne strumento fondamentale per narrare e simbolizzare temi universali. Inoltre, gli artisti si immergono nei reami spirituali e metafisici presentati nei miti, esplorando archetipi e dimensioni psicologiche. L’arte e la contemplazione delle opere destano emozioni e sensazioni affascinanti rendendo difficile a chiunque viverne senza e il suo rapporto col mito è dinamico, consentendo una reinterpretazione e adattamento continui oltre a garantire la sua continua rilevanza.
Nel corso dei secoli il mito di Leda e il cigno ha costituito un soggetto affascinante per molti artisti. Già nel ‘500 Leda e il cigno venne ritratto da Michelangelo, sia attraverso la scultura che la pittura, e da Leonardo Da Vinci il quale si concentrò sull’anatomia e il movimento dei personaggi. Nel Seicento Peter Paul Rubens dipinse le sue versioni enfatizzano la sensualità della scena. Il pittore rococò François Boucher nel ‘700 conferì al mito toni più leggeri raffigurandolo in ambientazioni lussureggianti e pastorali. Nel 1917-18 il simbolista Gustav Klimt crea un dipinto intitolato Leda caratterizzato da motivi intricati e dettagli simbolici. 27 anni dopo il pittore surrealista Salvador Dalí dipinse un'interpretazione di Leda Atomica, con un cigno sospeso e oggetti fluttuanti unendo elementi classici con l'immaginario onirico caratteristico di Dalí.