Nell’emergenza covid 19 che stiamo vivendo, come Consulte diocesane, è doveroso entrare nello specifico di alcune tematiche. Papa Francesco all’inizio del suo pontificato indicava questo tempo come un “cambiamento d’epoca”. Questo cambiamento d’epoca, in piena pandemia, è ormai prossimo a noi. Negli ultimi mesi di lockdown abbiamo visto crescere i numeri dei contagiati e dei morti, e come Caritas diocesana, abbiamo inoltre registrato i dati che segnano una crescita della povertà. Abbiamo registrato un aumento nelle richieste alimentari e nella presenza di persone alle mense. Nei prossimi mesi le difficoltà economiche aumenteranno, attraverso le problematiche collegate al lavoro. Come possiamo agire insieme consapevoli che il bene di uno è il bene di tutti? Come entrare in una logica di aiuto condiviso? Il povero da un punto di vista etimologico è “colui che chiede aiuto”. Tutti noi nella vita abbiamo conosciuto, almeno una volta, il bisogno di aiuto! L’invito che promuoviamo è di continuare ad organizzare l’aiuto, generando, con coraggio, buone prassi di solidarietà e processi sociali di cambiamento in quanto servono nuovi modelli e stili di vita. E’ proprio la solidarietà, l’altra faccia della povertà, che in questi mesi si è ben manifestata nel nostro territorio. Con il mese di giugno la Caritas diocesana sta riaprendo le porte dei suoi centri di ascolto. Il servizio che ci aspetta sarà impegnativo, pertanto, è doveroso, come chiesa, chiedere solidarietà e aiuto fraterno a tutti.
La povertà si affronta con:
- la solidarietà delle risorse e la consapevolezza responsabile dell’aiuto al prossimo.
- con una tassazione pensata, consapevole delle priorità che investi senza dispersioni inutili.
- Ottimizzando i servizi e limitando la burocrazia attraverso percorsi di advocacy.
- Con il coraggio d’intraprendere nuove attività lavorative.
- Rinforzando il lavoro già esistente.
- Investendo in sistemi imprenditoriali necessari che alzino la qualità della vita e tutelino l’ambiente.
- Valorizzando i corpi intermedi della società.
- Sostenendo la cooperazione e l’economia civile per il bene comune.
- Attraverso il sostegno alle famiglie e la valorizzazione di processi educativi per i minori e di prossimità per le persone fragili e in difficoltà.
- Con il coraggio di verificare e di migliorare i processi sociali e lavorativi
- Con l’aiuto alle fasce deboli della società