Lavoro & Economia

Dal primo Rapporto Censis-Ugl dal titolo Italiani, lavoro ed economia oltre l’emergenza Covid-19 emerge la preoccupazione per il lavoro, che resta incerto amplificando così le paure del 50% degli italiani. Lo confermano anche i dati diffusi dall’Istat, che indicano come gli inattivi tra i 15 e i 64 anni siano a marzo in forte crescita di 301mila unità, con un tasso di 0,8 punti che lo attesta al 35,7%. Inoltre, a preoccupare è anche il corposo calo del Pil, stimato dall’Istat nel 4,8% in termini tendenziali. Dal Rapporto si evince poi che il 57,1% degli italiani risulta pessimista sul proprio avvenire, il 25,5% è ottimista e il 17,4% non ha le idee chiare al riguardo. Tra i timori anche quello di perdere i propri risparmi (61,4%), acuito dal diffondersi della pandemia (il 79,3% si sente meno sicuro rispetto al passato).

A fronte di questa grave situazione le esperienze riportate segnalano segni di speranza e il desiderio di un nuovo inizio come lo smart working e la sua dimensione umana e familiare, l’importanza di non essere o stare da soli, la riscoperta del territorio delle aziende e degli artigiani che producono a km 0, il valore del benessere umano rispetto al profitto.

Ha detto papa Francesco il primo maggio: "il lavoro è quello che rende l’uomo simile a Dio, perché con il lavoro l’uomo è creatore, è capace di creare, di creare tante cose; anche di creare una famiglia per andare avanti. L’uomo è un creatore e crea con il lavoro. Questa è la vocazione". E dice la Bibbia che «Dio vide quanto aveva fatto ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31). Cioè, il lavoro ha dentro di sé una bontà e crea l’armonia delle cose – bellezza, bontà – e coinvolge l’uomo in tutto: nel suo pensiero, nel suo agire, tutto. L’uomo è coinvolto nel lavorare. È la prima vocazione dell’uomo: lavorare. E questo dà dignità all’uomo. La dignità che lo fa assomigliare a Dio. La dignità del lavoro.

E i vescovi italiani scrivono nel Messaggio per la Festa del 1 maggio: “Costruire un’economia diversa non solo è possibile, ma è l’unica via che abbiamo per salvarci e per essere all’altezza del nostro compito nel mondo. E’ in gioco la fedeltà al progetto di Dio sull’umanità” Indicano inoltre alcune priorità per costruire una economia sostenibile: “Per ridare forza e dignità al lavoro dobbiamo curare la ferita dei nostri profondi divari territoriali; Dobbiamo altresì avere il coraggio di guardare alla schizofrenia del nostro atteggiamento verso i nostri fratelli migranti; Dobbiamo saper trasformare le reti di protezione contro la povertà in strumenti che non tolgano dignità e desiderio di contribuire con il proprio sforzo al benessere del Paese. Non è il progresso scientifico e tecnologico che «ruba» il lavoro, ma l’incapacità delle politiche sociali ed economiche di redistribuire la maggiore ricchezza creata”.

Terminano inoltre il Messaggio con un invito alla responsabilità: "La sfida che abbiamo di fronte è formidabile e richiede l’impegno di tutti. C’è una missione comune da svolgere nelle diverse dimensioni del nostro vivere come cittadini che partecipano alla vita sociale e politica, come risparmiatori e consumatori consapevoli, come utilizzatori dei nuovi mezzi di comunicazione digitali. Questo chiede a tutti di dare un contributo alla costruzione di un modello sociale ed economico dove la persona sia al centro e il lavoro più degno. Così, senza rimuovere impegno e fatica, si può rendere la persona con-creatrice dell’opera del Signore e generativa”.

Approfondimenti e Contributi

Opportunità di tornare all'essenziale - Francesco Montanari (Cdo)

L'economia circolare dei piccoli passi - Andrea Ferrini (Coldiretti)