LE OPERE DI MARIO VELOCCI IN UN ABBRACCIO EVOCATIVO TRA ARTE, MUSICA E NATURA 


Giugno 2023 

Le opere site specific di Mario Velocci esposte presso la Tenuta Palombo ad Atina (Fr) si sposano con le note musicali elaborate dagli studenti e dagli insegnanti del conservatorio di Benevento, dipartimento di nuove tecnologie, coordinati dal maestro Tonino Battista, in un abbraccio evocativo tra arte, musica e natura.

Un appuntamento che vuole offrire ai visitatori un'esperienza artistico-musicale fuori dagli schemi. Il pubblico potrà immergersi in un mondo sonoro emozionale generato dalle sculture metalliche e sviluppato dalle elaborazioni estemporanee dei musicisti. L'approccio sperimentale e innovativo di questo happening lo rende un evento stimolante per gli amanti della musica e per coloro che sono alla ricerca di nuove forme di espressione artistica.

La manifestazione si terrà il _______ p.v. e segue quella del 5 maggio 2023 quando, nella stessa location con l’introduzione critica di Giorgio Verzotti, è stata pubblicamente presentata la collezione delle opere di grande e piccolo formato di Velocci, permanentemente collocate tra gli estesi vigneti della tenuta e negli eleganti spazi interni dell’azienda vitivinicola. 

Le opere - prevalentemente quelle di piccolo formato - furono già presentate ai fruitori del territorio a dicembre 2019, in occasione della mostra presso il museo d’arte contemporanea CaMuSac di Cassino a cura di Bruno Corà (Cfr. https://bit.ly/43m1Nnf).

Le sculture “sonore” che circondano l’azienda sono frutto di una lunga meditazione testimoniata da bozzetti, disegni e appunti di un artista dalla forte personalità, schietta e sincera. Un uomo che sin da bambino ha palpato e manipolato l’argilla, senza mai tradire il suo profondo legame con la terra e senza aver mai dimenticato le sue origini.

Il progetto è stato sviluppato attraverso uno laborioso studio durato oltre 5 anni, prendendo ispirazione dal contesto in cui le opere sono state parzialmente realizzate ed ivi posizionate.

Opere site-specific che si offrono allo spettatore, dando origine al progetto artistico denominato “La Collina Sonora”, per celebrare la scoperta dell’intima relazione che lega arte, vino e natura.

A differenza delle esperienze delle sculture cinetiche, in cui l'osservatore percepisce immagini in continua trasformazione visuale, l'artista con le sue proposte esplora i limiti della percezione di altra dimensione sensoriale.  L'acustica, derivante dalle vibrazioni della materia, di cui le opere sono composte, si unisce all'interazione visiva del contesto. Elementi totemici, dall’aspetto austero, reagiscono alle modulazioni eoliche le quali, prima di sollecitare acusticamente le istallazioni artistiche, accarezzano i solchi e le pietre di antichi borghi rurali della Val Comino, terra nota per la coltivazione di rinomati vitigni autoctoni e del cabernet ma anche per aver offerto all’arte donne e uomini che hanno ispirato artisti europei tra il XIX e XX secolo (cfr. Santulli M. Modelle e Modelli Ciociari nell’Arte Europea, a Roma, Parigi, Londra nel 1800-1900).

Qui le viti, come note di uno spartito, punteggiano estesi ed ordinati pentagrammi costituiti dai filari della vigna. Scene pittoresche all’interno di un orizzonte coronato da montagne verdi e boscose i cui paesaggi entrano in dialogo con le opere di Velocci.

Le istallazioni nella loro collocazione inquadrano così porzioni di vedute del paesaggio circostante, contaminandolo con gli elementi che le compongono per generare una più complessa esperienza visiva.

Originale ed insolita risulta altresì la loro collocazione, in un contesto bucolico che riesce ad ampliare il messaggio evocativo dell’artista nobilitandone il luogo.

L’osservatore al cospetto delle opere viene stimolato all’interazione attraverso l’esperienza, che superando quella visiva, esonda in quella tattile. L’ascolto delle insolite percezioni acustiche, i cui suoni esulano dal consueto spettro armonico, conferiscono sonorità alla forma.

Il suono è liberato dalle vibrazioni delle asticelle metalliche sia per l’interazione tattile con il fruitore/visitatore sia dall’impatto occasionale con gli agenti meteorici che casualmente intervengono a liberare il suono dal freddo metallo apparentemente inerte.

“Canne d’Organo”, “Partitura Sonora”, “Semicroma”, “Onda Sonora”, “il Suono della Luce”, "Il Suono del vento" sono i titoli di alcune di queste opere che intendono sottolineare ancor più l’idea del suono come elemento sensoriale rilevante che allarga la capacità percettiva dell’osservatore in aggiunta a quella tattile e visiva.

Nell’operato di Velocci, l'elemento del “tutto tondo” subisce un appiattimento bidimensionale, rompendo con l'idea tradizionale di monumento scultoreo come qualcosa di narcisistico e autoreferenziale. Al contrario, si presenta come un'entità che instaura un dialogo con lo spettatore e il paesaggio circostante. Quest’ultimo viene filtrato attraverso l'opera stessa, grazie agli elementi costituenti posti nella cornice-telaio, ma al contempo la avvolge compartecipando all'esperienza multisensoriale.

Sono realizzazioni in rame, ottone, lamierino, acciaio, corten, il tutto strutturato con profilati metallici industriali. Sono opere le cui sembianze richiamano visivamente compassati macchinari industriali o reconditi meccanismi di inusitati strumenti musicali. 

Trame rigide, spesso modulari, ma anche linee libere che guizzano nell’aria, tutte si materializzano piegandosi all’estro di un artista che riesce a stupire con le sue geniali ed originali intuizioni.

Mario Velocci, si conferma tra i protagonisti più rappresentativi di un nuovo campo di indagine, ove l’elemento artistico-scultoreo, fa nascere un rapporto dialettico più ampio e profondo con il fruitore rispetto a quello contemplativo tradizionale, indirizzando il campo d’indagine verso un approfondimento multisensoriale in perfetta fusione fra percezioni acustiche, visive e tattili.  

  

(a cura di Errico ROSA)

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