Vittorio Miele / Rocco Zani 

6 marzo 2019

 Ho incontrato Rocco in un bar del centro a Cassino ed abbiamo amabilmente parlato come si parla tra persone che si conoscono da sempre. In una manciata di minuti ci siamo raccontati la sintesi delle nostre esperienze ed anche delle nostre aspettative andate a volte deluse.

Una bella persona, pacata, stretta tra impegni lavorativi che gli impediscono di “volare” ed i ricordi di un padre al quale è legato indissolubilmente,  per il quale si è immolato e di cui si fa carico dell’importante fardello. 

 Mi fa gradito omaggio di un paio di cataloghi che narrano in parte l'evoluzione pittorica di Vittorio che incrociò la propria esperienza artistica con quella di mio padre negli anni più esaltanti della loro incipiente attività. Un’esperienza artistica che lega loro, e segna, il destino dei rispettivi figli in nome dell'amore filiale.

Evocazioni nostalgiche appaiono nei quadri a contenuto paesaggistico di Miele. Spots che illustrano la ricerca della bellezza ideale. Sequenze policrome pastose, larghe macchie di colori caldi, mai ostili, che rimandano ad una magica e malinconica visione artistica di fine '800.

La proiezione pittorica non è descritta sotto la forma di denuncia sociale o espressione conflittuale ma mero desiderio catartico. Voglia di liberare le proprie angosce ed i propri fantasmi nell'uso del pennello che, muovendosi con tratti decisi e sapienti sulla tela, 

segna forti linee che contornano figure e forme lontani da qualunque leziosità. Vasi e fiori, volti imperturbabili di donne modulati in ambientazioni, contesti ed abbigliamenti diversi, ameni paesaggi statici, luminose architetture rurali, figure immobili, rese essenziali. Una proposta artistica che esprime equilibrio e non concede spazi a trasformazioni repentine ma sa usare lente e meditate soluzioni evolutive.

La pittura permeata di fulgenti luci volge alla ricerca di pace e di equilibrio interiore. Detesta le ombre tristi con tratti che nascondono di contro un profondo dolore dell'anima. In un tranquillo racconto pittorico incapace di urlare in modo volgare, Miele rifiuta delicatamente di palesare la forza impetuosa che trattiene fra i suoi colori.

(a cura di Errico ROSA)