Mario DE LUCA

Il dramma nell'arte


Maggio 2021

Gli scarti di lavorazione prodotti da attività artigianali dei luoghi in cui De Luca opera prendono nuovamente energia dalle sue mani e si impossessano di una nuova vitalità. 

Elementi che sposano il bisogno dell’anima e si elevano dalla gravità della materia. Componenti metallici che si combinano in modi inaspettati configurando, volti, tratti e corpi dalle anatomie spesso inquietanti. Forme che affiorano velate da intrecci di elementi filamentosi evocanti le macchine anatomiche napoletane di settecentesca memoria. Le sue sculture metalliche sono il prodotto di studi che fluiscono dal segno preliminare a carboncino su cartone per prendere ancor più consistenza attraverso stesure cromatiche. Valenze che presentano affinità col graffitismo murale e l’arte tribale ma si fa strada verso la definitiva matericità tridimensionale.

Tasselli polimaterici, recupero di fusioni, come pure elementi vitrei raccolti da vecchi lampadari, donano guizzi di vitalità al pezzo. Elementi bloccati all’interno di fitti reticoli come labirinti dati da sfilacciature di vario spessore sono accuratamente saldati in un gioco di pieni che dialoga costantemente con la insolita matericità dei vuoti. L'idea parte dalla mia mano prima di tutto di pittore per passare, con perizia certosina di inclinazioni orafe, alle aspirazioni spaziali della mia anima di scultore. L’utilizzo largo dello scarto raccoglie la nuova essenza dell’arte avvalendosi di una etica che rincorre nuove visioni espressive.​

(a cura di Errico ROSA)


Ciò che lo attrae nella rappresentazione pittorica è una umanità afflitta da fantasmi, che elabora espressivamente con reiterata varietà. Sempre più schiacciata dall'avidità del potere, influenzata dalla bramosia di denaro, dalla affannosa ricerca di un appagamento illusorio e afflitta da un diffuso sistema di annientamento culturale.

Un’esistenza i cui "modelli" politici, culturali ed etici non appagano ma lasciano muti, privi di ossigeno vitale. Costantemente assediata dall'inganno, osserviamo un'umanità priva di energia, inattiva al cospetto di ogni tragico evento poiché consapevole di rischiare di fronteggiare soverchianti forze ostili. Ma nell'intimità delle nostre coscienze la speranza cerca ancora i suoi spazi vitali, attende per crescere e reagire. Quasi una sospensione che si materializza con sguardi di attori e personaggi che scrutano inespressivi i segni celesti di quei cambiamenti. 

Solo “forze   soprannaturali" possono indurre al risveglio, provocando una profonda rigenerazione dell’umanità finalmente depurata da ogni illusoria percezione di onnipotenza.