Landolfi Fabio 

La proposta artistica

11 luglio 2018

Ho incontrato Fabio Landolfi in occasione della sua mostra di pittura ad Isola del Liri che, con entusiasmo adolescenziale, mi ha illustrato l'ultima sua produzione artistica esposta proprio in questi giorni presso il teatro stabile comunale dal titolo “Formamentis”. Ho avuto l'impressione di un artista che dipinge con fervore; che riesce a superare ostacoli nella ricerca di uno stile che approda, ogni volta di più, ad un minimalismo che in questo appuntamento presenta connotazioni a tratti geometriche, a tratti organiche ma con prevalenza di ricerca esclusivamente formale.

L'artista in questa specifica esperienza non tanto esamina l'evoluzione della forma, piuttosto le possibili sue infinite combinazioni in una sequenza di fotogrammi che raccontano il suo sforzo creativo. L’esperienza trova un suo naturale avvio nella ricerca di equilibri formali in cui il colore viene inizialmente escluso, per poi approdare a combinazioni in cui esso interagisce con la forma producendo soluzioni dai piacevoli contrasti cromatici. 

Le sue opere sono in parte il risultato di un percorso il cui comune denominatore è sottolineato dalla preziosità di localizzati e minimali apporti, a volte cromatici altre volte materici, che trovano una loro esaltazione nel rapporto dialettico con le larghe monocromie, dalle quali emergono con energia e vitalità.

In questa ricerca si materializzano alternativamente esplorazioni in bianco e nero con tratti apparentemente modulari in una reiterazione ossessiva. Come pure si propongono coniugazioni cromatiche nell'ansia di catturare un irraggiungibile ideale di bellezza e semplice perfezione. Forme elementari che ricercano l'essenza dell'origine, la cui coralità spesso richiama a composizioni più articolate e complesse.  Forme i cui accostamenti costituiscono apparentemente un insieme che evoca antichi acciottolati pavimentali ma da cui si percepiscono primordiali ritmi le cui forme risultano rispondere a quanto scritto su un tribale spartito musicale.

Le composizioni esplorano reminiscenze inconsce e rievocano, in alcune soluzioni, vaghe porzioni di architetture metropolitane che si proiettano, sotto l'effetto di buie prospettive, verso limitati spiragli vitali di cielo ora rosso, ora giallo, ora arancio o blu. Qui l'elemento dissonante - il piccolo apporto cromatico che una volta si fa linea un'altra modesta superficie - si carica di preziosi significati simbolici che rimandano ad una grazia tipicamente orientale. Gli ovali invece richiamano microcosmi monocellulari ingigantiti o ridotte porzioni di superficie lunare, ove il gioco della materia contrasta, anche in questo caso, su ampie e candide superfici che ne evidenziano la preziosità.

(a cura di Errico ROSA)


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