Venti artisti ispirati dalla nostra terra si confrontano in questi giorni presso la sede della villa comunale di Frosinone egregiamente gestita dal direttore artistico Alfio Borghese.

Il titolo della proposta tematica evoca esperienze ascetiche che le solenni abbazie gravitanti nel territorio frusinate infondono ancora oggi in coloro che amano visitarle. Come non pensare all’’estetica teologica di Hans Urs von Balthasar che vuole ristabilire il legame tra la bellezza e il divino?

I fruitori della mostra sono chiamati ad osservare proposte eterogenee di non sempre facile lettura le cui palpitanti tonalità appassionano nell’intimo. Le opere che negano totalmente ogni esperienza accademica inducono il pubblico ad accostarsi ad esse con sentimenti contrastanti a cercare nelle didascalie indizi e elementi d'indagine per spunti di riflessione.

Qui l'arte spazia libera e vaga oltre il “limes”, ove la fantasia percorre orizzonti inesplorati offrendo inconsuete proposte: non più sculture a tutto tondo ma piccole istallazioni; le elaborazioni fotografiche prevalgono sui dipinti tradizionali; i concetti da studiare soppiantano le tradizionali cartoline da ammirare. Parlare qui di arte visiva sarebbe riduttivo poiché si viene abbracciati da più ampie esperienze sensoriali, uditive, tattili.

Le opere sono poste lì e cercano di parlare, alcune incutono timore reverenziale e chiedono distanza, altre sembrano ispirare l'interazione con il visitatore quasi provocato da esse a cercare un rapporto più intimo con l’arte. Opere che chiedono di essere accarezzate prima con lo sguardo poi con le mani, di essere capite mentre offrono vibrazioni di oggetti inanimati

Assistere a queste manifestazione induce a nuove ed esaltanti percezioni, a palpitanti esperienze emotive. Scorrendo le opere presenti in questa singolare rassegna non possono che elevare lo spirito, affinare gusto e stimolare la mente.

(a cura di Errico ROSA)