Anton Webern
"Dobbiamo salutare in lui non solo un grande compositore, ma un vero eroe. Destinato al fallimento totale in un sordo mondo di ignoranza e indifferenza, egli inesorabilmente continuò a intagliare i suoi diamanti, i suoi abbaglianti diamanti, delle cui miniere aveva una conoscenza perfetta"
Igor Stravinskij su Anton Webern [1959]
Anton Webern nacque a Vienna nel 1883 da una famiglia austriaca di origine nobiliare. Il padre, di nascita tirolese, proveniva da Salurn, una cittadina a metà strada tra Trento e Bolzano. Rinunciò al titolo nobiliare quando intraprese la professione civile di ingegnere minerario, trasferendosi poi nella capitale dell’Impero, dove nacque Anton. Il padre non possedeva particolare inclinazione per le arti, tuttavia desiderava che i figli fossero educati secondo una formazione intellettuale di qualità. Fu la madre, amante della musica, ad impartire al giovanissimo i primi rudimenti di pianoforte.
Per seguire la carriera del padre, nel 1890 la famiglia si trasferì prima a Graz, dove Webern iniziò la scuola, e poi nel 1894 a Klagenfurt, dove intraprese studi di pianoforte e violoncello con un insegnante locale, che lo introdusse anche gradualmente alla teoria musicale e alla composizione. In questo periodo ebbe modo di conoscere l’opera di Gustav Mahler, anche se i propri modelli musicali rimanevano per ora Richard Strauss, ed Hugo Wolf per quanto riguardava il mondo del Lied, molto caro nella produzione musicale del primo Webern, senza dimenticare naturalmente l’influenza immensa che a quel tempo giocava l’opera di Richard Wagner.
Nonostante la già chiara passione per le arti che emergeva nel giovane Webern, il padre non desiderava che il figlio intraprendesse la carriera musicale, che a quel tempo non rappresentava di certo un impiego che potesse garantire una scontata sicurezza economica, tuttavia Webern fu deciso a proseguire gli studi per diventare direttore d’orchestra. Nel 1902 si trasferì nella capitale dove studiò musicologia presso l’Università di Vienna con Guido Adler, musicologo, già allievo di Hanslick e Bruckner, grande conoscitore dell’opera di Wagner ed amico ed estimatore di Gustav Mahler e Arnold Schönberg. A Vienna ebbe modo anche di mettere a frutto altre esperienze musicali, partecipò come cantore nel coro dell’Akademischer Wagner Verein diretto spesso da musicisti come Artúr Nikisch e Gustav Mahler, e continuò anche lo studio del violoncello, prima con Franz Schmidt e poi con Josef Haàa.
Gli studi universitari proseguirono fino al 1906, ma nel 1904 fu intenzionato ad approfondire la composizione, per questo si recò a Berlino per studiare con Hans Pfitzner, considerato a quel tempo uno dei maggiori insegnanti tedeschi, ma un’accesa divergenza di vedute tra Pfitzner e il giovane sulla figura di Mahler, del quale Webern aveva grande ammirazione, lo convinse ad abbandonare il progetto.
Nuovamente a Vienna, Adler consigliò al giovane di presentare le proprie composizioni ad Arnold Schönberg, che si decise a prenderlo come suo allievo per i quattro anni successivi. L’esperienza didattica e umana con Schönberg fu una vera svolta per Webern, che presto divenne uno dei suoi discepoli più appassionati. Fu in questo periodo che conobbe e strinse una duratura e sincera amicizia anche con Alban Berg, altro brillante allievo di Schöneberg. Concluse il periodo formativo con il maestro nel 1908, presentando come brano finale la “Passacaglia” op.1, e firmando poco dopo un contratto con l’editore Universal.
Dal 1908 cercò di destreggiarsi con difficoltà tra vari incarichi, spesso minori, di direttore musicale, vagabondando tra l’Austria, Praga e il nord della Germania. Nel 1911 si sposò e nei successivi otto anni nacquero quattro figli. In questo periodo fu impiegato essenzialmente come direttore di operette e preparatore di cori, soffrendo di una condizione finanziaria assai precaria che non gli permise di stabilizzarsi. Nello stesso periodo cercò di far pubblicare alcune sue opere scritte in quegli anni, come i “Cinque Lieder” su “Der Siebente Ring” di Stefan George op. 3, i “George-Lieder” op.4, i “Cinque movimenti per quartetto d'archi” op. 5 del 1909, e la prima versione dei “Sei pezzi per orchestra” op. 6 del 1910.
Questi furono anni di grande fermento per il futuro dell’arte musicale. Webern fu presente a Berlino alla prima esecuzione del “Pierrot Lunaire” di Arnold Schönberg, e i suoi “Sei pezzi per orchestra” op.6 furono eseguiti insieme ad opere di Alban Berg, Alexander von Zemlinsky, Arnold Schönberg e Gustav Mahler nel celebre Skandalkonzert del 1913 al Musikverein sotto la direzione dello stesso Schönberg. Tra il 1913 e il 1914 ebbe quindi la possibilità di trovare un periodo di stabilità a Vienna con la famiglia, in un appartamento ad Hietzing, non lontano da Berg e Schönberg, dove poté portare avanti il lavoro creativo dal quale nacquero poi le “Sei bagatelle per quartetto d'archi” op. 9, i “Cinque pezzi per orchestra” op. 10, ed i “Tre piccoli pezzi per violoncello e pianoforte” op. 11. Nonostante Webern avesse abbandonato lo stile tardoromantico già dalle primissime opere, con le “Bagatelle” op. 9 la radicalità del pensiero weberniano, di una musica pura calata in una dimensione aforistica estrema, va delineandosi definitivamente.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Webern a causa di una vista molto scarsa non fu ritenuto idoneo all’arruolamento, tuttavia nel 1915 riuscì ad entrare nella Croce Rossa di istanza, prima a Klagenfurt, poi Graz e Windisch-Feistritz. Nello stesso periodo molti dei suoi amici furono impegnati in guerra, come lo stesso Schönberg. Decise allora di riprovare l’arruolamento nel 1916 ma venne definitivamente dimesso per motivi di salute. Tra il 1917 e il 1918 visse tra Klagenfurt e Vienna e compose solo alcuni Lied che rientrarono poi nelle op. 13 e 14.
Finita la guerra Schönberg aiutò Webern a ristabilirsi a Vienna e, con Berg e Eduard Steuermann, progettarono la realizzazione di un’associazione per le esibizioni musicali private (Verein für musikalische Privataufführungen) dedita all’esecuzione e divulgazione di musica contemporanea. L’associazione riuscì a mantenere una certa attività regolare fino al 1921, coinvolgendo tra i migliori musicisti del tempo ed eseguendo più di un centinaio di opere di autori di tutte le provenienze, da Bela Bartók a Igor Stravinskij, Claude Debussy e Paul Dukas, fino a Karol Szymanowski, e alla musica dello stesso Webern. Tuttavia, le difficoltà finanziarie del dopoguerra in Austria portarono pochi anni dopo l’associazione al fallimento.
Nel 1920 ebbe il suo ultimo incarico a Praga, per poi stabilirsi permanentemente a Vienna, nel sobborgo cittadino di Meidling. Negli anni ’20, Webern cominciò ad insegnare e a dirigere a Vienna, e Schönberg lo aiutò a ottenere esecuzioni in Austria e all’estero. Dal 1922 la sorte nei confronti della musica di Webern cambiò gradualmente. Alcuna sua musica cominciò ad essere inclusa regolarmente nei programmi della Società internazionale di musica contemporanea, la “Passacaglia” op.1 divenne di moda, come l’op.5, raggiungendo l’apice della fama, sia come direttore d’orchestra che come didatta quando aveva già quarant’anni. Dal 1922 iniziò anche a dirigere regolarmente i Wiener Arbeiter-Sinfoniekonzerte e il coro del Wiener Arbeiter-Singvereins. Saltuariamente lavorò per la Radio austriaca e fu invitato alla BBC di Londra e nel 1924 alcuna sua musica fu eseguita al Festival di Donaueschingen. Questi furono anche anni molto importanti per la radicalizzazione stilistica del compositore. Dall’op.18 fino alla più celebre “Sinfonia” op.21 del 1928, il lavoro speculativo e la tecnica seriale andarono a delinearsi in Webern con un rigore sempre crescente. Tra gli anni ’20 e ’30 ottenne anche due premi dalla sua città natale, e nel 1931 Vienna gli dedicò per la prima volta una serata monografica.
Tuttavia, l’aria in Europa stava radicalmente cambiando. Nel 1933 il nazionalsocialismo prese il potere in Germania. Nel 1935 morì prematuramente l’amico Alban Berg e nel 1938 con l’Anschluss anche l’Austria divenne di fatto nazista. Per Webern iniziarono quindi anni molto difficili, anche se inizialmente la sua musica continuò ad essere suonata saltuariamente. Nel ’37 presentò le “Variazioni” per pianoforte op.27, pubblicate dalla Universal Edition. Dal 1935 fino al 1943 ebbe molto tempo da dedicare alla composizione. Nacquero in questi anni le sue ultime opere, come le “Variazioni per orchestra” op.30 e le due Cantate per soprano, coro e orchestra op.29 e 31.
Nonostante le origini nobiliari indiscutibilmente tedesche della famiglia, anche la produzione di Webern fu etichettata come “bolscevismo culturale” e poi additata quale “arte degenerata”. Durante la guerra la Universal non pubblicò più le sue opere, tuttavia gli venne dato un posto come correttore di bozze, in modo che avesse un impiego per sopravvivere durante la guerra. L’amico Erwin Stein, ex allievo di Schönberg che lavorava con la Boosey&Hawkes di Londra, cercò di sostenerlo, facendo pubblicare il suo “Quartetto per archi” op.28. Nonostante la sua musica fosse di fatto scomparsa dalle scene in area tedesca, in questo periodo riscosse un discreto successo all’estero, soprattutto nel Regno Unito. Gli ultimi anni di guerra furono momenti drammatici, il figlio Peter morì in battaglia nel 1945, mentre il resto della famiglia si era messa in salvo a Mittersill, una cittadina nella regione del Salisburghese. Webern raggiunse la famiglia per fuggire dall’avvento dei sovietici. Dopo l’occupazione dell’Austria da parte degli alleati, lo stesso anno Webern fu ucciso per errore da un soldato americano.
Webern spiegato in 10 min
Divertente spot sulla Seconda Scuola di Vienna
LIBRI DI e SU WEBERN
Anton Webern: Il cammino verso la nuova musica - Ed. SE, 2016
Walter Koldener: Webern - Ed. Rusconi, 1996
Altri libri consigliati
Luigi Rognoni: Espressionismo e Dodecafonia - Ed. Einaudi, 1954
Theodor W. Adorno: Filosofia della Musica Moderna - Ed. Einaudi
Wolfgang von Goethe: La metamorfosi delle piante e altri scritti sulla scienza della natura - Ed. Guanda, 1999
Paul Griffiths: La musica del Novecento - Ed. Einaudi, 2014
AUDIO e PODCAST
L'EPOCA di ANTON WEBERN
Hugo Wolf [Testo]
Incontro con la Sinfonia n.2 di Gustav Mahler [Video]
Vienna, la fine di un'epoca - Rodoni.ch [Testo]
Stefan George [Testo]
La Seconda Scuola di Vienna [Video]
Wassily Kandinsky [Sito Ufficiale]
GUIDE ALL'ASCOLTO
Sinfonia per orchestra da camera di nove strumenti