Ernst Křenek nacque a Vienna nel 1900 da una famiglia di origine boema. Compì studi di composizione con Franz Schreker, prima a Vienna e poi a Berlino, e successivamente si avvicinò alla seconda Scuola di Vienna e soprattutto alla dodecafonia schönberghiana, tecnica che utilizzò in modo personale in moltissimi lavori, facendosi sedurre parzialmente anche dal neoclassicismo e dalla musica jazz.
Durante la Prima Guerra Mondiale entrò nell’esercito, ma fu d’istanza a Vienna e dopo la guerra, nel 1922, venne in contatto con la vedova di Gustav Mahler, Alma, e conobbe la figlia Anna che sposò nel 1924, anche se il matrimonio durò pochissimo.
Křenek fu pianista, direttore d’orchestra, soprattutto di teatro d’opera, e musicologo. La figura del Křenek compositore venne alla ribalta con l’opera “Jonny spielt auf” del 1927 su libretto dello stesso compositore, incentrata sulle vicende di un violinista nero di jazz. Il lavoro divenne un vero simbolo durante il periodo della Repubblica di Weimar, venendo eseguito in tutta la Germania e così frequentemente che questa sola opera permise a Křenek di ottenere la sicurezza finanziaria sufficiente per poter dedicarsi a tempo pieno alla composizione.
Con l’avvento del nazismo in Germania e in Austria, la sua musica, come quella di tanti altri colleghi come Paul Hindemith, fu etichettata come “degenerata”. Nel 1937 Křenek decise quindi di lasciare l’Europa alla volta degli Stati Uniti, paese in cui risiedette stabilmente ed insegnò, ottenendo la cittadinanza nel 1945.
Dopo la guerra tornò spesso in Europa, tenne corsi a Darmstadt e si interessò alle evoluzioni della musica elettronica che stava muovendo i primi importanti passi proprio negli anni ’50. Křenek fu un compositore assai prolifico e quasi privo di ripensamenti. Scrisse moltissima musica per il teatro, sinfonie, musica corale e pianistica.
Morì nel 1991 a Palm Springs, California, alla veneranda età di 91 anni.