BUM BUM BUM BUM , MI SVEGLIO DI SOPRASSALTO PENSO CHI CAZZO MI BUSSA COSI FORTE SULLA PORTIERA DEL MIO SCANIA , TIRO LA TENDINA ………………………………
Tonino mi guarda ha la moka da 12 in mano dice casso te spetet a dervi’ ( cosa aspetti ad aprire ) tiro sul a sicura e tolgo il paletto ( modifiche cha facevamo no montavamo un catenaccio interno , azz un vento gelato freddissimo intorno tutto bianco neve ghiaccio lui sale il mio Scania in moto ho dormito vestito un freddo della madonna , tutta la notte in moto con musica di accompagnamento tutto che vibrava motore a 800 giri , fuori meno 30 gradi dentro in gabina forse meno 5-6 parabrezza interno ghiacciato con il fiato della notte , mi tiro su’ dalla branda un freddo del cazzo mi infilo al volo la giacca a vento e i mambout quelli stretti per poter schiacciare i pedali lu mi guarda è Li seduto lato pass fuori segna eggero con addosso solo la camicia di jeans e solita sigaretta in bocca , lo guardo Tonino sguardo arcigno baffi capelli scuri con in mezzo una striscia bianca da qui il soprannome penna bianca inizia la solita rissa , è un alba freddissima dicembre 1977 siamo in un parking sul altopiano di Erzurum uno dei posti più freddi altezza sul livello del mare 1757 metri , questo altopiano no essendo protetto da monti è spazzato da venti gelidissimi sta’ appena appena albeggiando , tonino sempre con la moka in mano mi dice alura due in i taz del caffe’ le stavo cercando nel casino della gabina lui si spazientisce e cosa fa’ si mette a bere direttamente dalla moka , gli dico questa è la conferma che te non sei normale oltre ad essere un rompicoglioni sei anche un fachiro , lui sempre con sigaretta in una mano e moka nell altra dice te sare’ nurmal ti con su la giacca a vent in gabina e i mambout , dico ma non vedi il termometro fuori segna meno 30 gradi qui saremo a meno 10 gradi e tu sei con solo la camicia di jeans , morale si beve la moka da 12 , lo guardo cercando di vedere bruciature sulle labbra niente , dal mozzicone di sigaretta ne accende un altra , ovviamente io idem , discussione sul freddo tranquillo mi dice bon fa’ su’ un altra moka che fa’ freddo , ma porca puttana tutto il contrario di tutto , prendo la bottiglia di acqua ghiacciata ecchecazzo , allora cerco una forbice taglio la plastica esce il ghiaccio lo metto nel pentolino sopra il gas apro il gas non va bomboletta di gas ghiacciato , Tonino te se minga bun ( non sei capace ) il gas e la bottiglia di acqua devi metterle dentro un plaid , scende e va a prendere il suo fornello , intanto scendo anche io avevo gia’ tirato sul la tendina del radiatore apro la mascherina e copro il radiatore con un plaid risalgo aumento i giri motore , un fumo della madonna dalla marmitta manca ossigeno altezza e freddo fanno queso effetto , aria rarefatta , il turbo fischia da paura , pero’ riesco a far salire un po’ la temperatura sui 60 gradi metto le ventole al massimo e si inizia a stare bene , faccio la seconda moka e sono pronto con le tazze grosse prima che me lo freghi tutto Tonino , fuma tu che fumo io in gabina nebbia , il caldo del fornello favorisce aumento umidità sul parabrezza interno lasciar di ghiaccio con una spatola di plastica cerco di toglierlo bagnando il cruscotto , riusciamo aa avere in gabina un po’ di tepore saremo a un 10 -12 sopra zero praticamente per noi Caraibi dopo la notte al gelo , mi dice te ghe’ una faccia da mort in pe’ ( ai una faccia da morto in piedi occhiaie sino alle ginocchia ) rispondo perché non vedi la tua sui sembri il fantasma del opera , siamo in un punto del parking che si bede la statale piena di neve ghiacciata , ci accorgiamo che non passa nessuno in nessuna delle due direzioni , brutto segno , siamo sveglissimi sono oramai le 8 di mattina c’è luce non nevica quindi molto molto freddo e vento che tira di tutto neve ghiacciata un paesaggio lunare , il morale sotto le suole , sappiamo per esperienza che se non passa neanche i pullman di linea spina dorsale della Turchia la strada è impossibile è veramente una situazione di merda , nel park camion di tutta europa e du tutta asia tutti in moto ma nessuno si mette in viaggio , situazione alquanto strana , tutti camion euro zero un fumo della madonna nel parcheggio tutti a combattere il gelo per cercare di tenere motori in moto impresa non semplice , ognuno faceva qualcosa si usava di tutto additivi turchi che non valevano nulla , chi aveva fatto gasolio in Grecia conteneva molta paraffina e ghiacciava , io e tonino pieno in Bulgaria giocando con i cambi in nero delle leve , quindi pagavamo un costo molto basso, pero’ gasolio bulgaro non raffinatissimo ma poca paraffina certo ghiacciava anche lui , e mettevamo nei serbatoi quantità esagerate di additivi e anche una percentuale di benzina e petrolio il rischio che bruciavi le valvole della testa , consapevoli di questo era una scelta obbligata , io portavo dall’Italia fusti di ferro tipo militare di cherosene un po’meno forte della benzina certo che portare 5 fusti da 20 litri era un casino cassettone rimorchio pieno , quasi nessuno in inverno teneva scorte di cibo in cassettoni del rimorchio , anche perché ai tempi erano tutti balestrati le strade piene di buche , da spararsi cercavi di evitarle o prender buche meno grandi , se avevi roba da mangiare nei cassettoni diventata poltiglia scatolette chi si schiacciavano e si aprivano veramente molto molto complicato , a quelle temperature una buca secca ti faceva saltare un pacco intero di balestra ,quindi quando si partiva per diversi km andavamo piano cercando di fare scaldare i metalli , ovviamente ai tempi altre tecnologie , le valvole dell’aria impianto frenante non c’erano gli essiccatori ed allora mettevamo nei tubi Alcol ma ogni tanto si ghiacciavano le triple , e ci dovevamo buttare sotto con gli scialobo’ fiamma petrolio perché come detto prima se erano a gas ghiacciavano ,a meta’ anni 70 nessuna sapeva molto dell’aria , e medioriente tecnologie inesistenti confort per gli autisti sui camion men che meno , quando parti’ il boom della richiesta improvvisa di trasporti verso la Persia comunemente chiamata Iran , oppure per Iraq , Siria , Arabia Saudita , Qatar Kuwait ed emirati Arabi, questa improvvisa richiesta di camion spiazzo’ tutti nessuna nazione era pronta , non c’erano autisti esperti in trasporti intercontinentali , e sopratutto mancavano strade superstrade autostrade , su quelle esistenti si riverso’ improvvisamente un traffico gia’ caotico con i mezzi dei vari paesi transitati carri cavalli camion vecchi baracconi auto obsolete , un vero grandissimo puttanaio dove arrivare senza incidenti a sera era un terno al lotto , frontiera in uscita dall’Italia Fernetti un buco un imbuto come del resto tutte le frontiere di transito ore ed ore di colonna e in Turchia KAPI KULE anche giorni di colonna , piazzali di transito fatiscenti non asfaltati palta senza servizi igienici , ma Kapi Kule non è la frontiera peggiore , ce ne sono altre molto ma molto ma molto peggio , Gurbulak frontiera Turca verso Iran Bazargan , qui sei propio nel culo del mondo è una realta’ incredibile a pochi km dal monte Ararat dove è nata la leggenda del Arca di Noe’ , vengo tolto da questi miei pensieri perché la voce di Tonino prende il sopravvento Ernest te se dre’ a durmi’ con gli occ avert ( stai dormendo con gli occhi aperti ) ma no rispondo pensavo a questa Linea ed il motivo per cui ti attrae questa vita piena di difficolta, di modi di vita diversi , lui mi guarda e a modo suo era un filosofo dice ; tu sei piu’ giovane ai 15 anni meno di me quando iniziai io a fare l’autista nel 1955 anche da noi in italia strade buone pochissime tutte statali provinciali sterrati buche come qui , anzi un po’ meglio di qui da noi. Il clima è meglio qui in Turchia molto freddo , iniziai con un lancia musone sentivi il fascino della strada l’idea del carovaniere andare a Mantova era una avventura impiegavi una giornata e si mette a ridere ( credo ricordasse un qualcosa ) lui quando parlava intercalava l’italiano al dialetto milanese , nel 55 dueum viagia’ in du’ autisti ( nel 55 dovevamo viaggiare in due autisti ) c’era il capo macchina e il secondo autista , se ti capitava un capomacchina rognoso era un casino , io ho fatto poco nazionale , gu’ cumincia’ con la Germania prest ( ho iniziato con la Germania presto ) con un fiat 682 macchina e rimorchio facevo Hannover Milano , d’inverno morivi dal freddo , d’estate facevi la sauna insomma un casino , li facevo gia’ il padroncino poi gu cumpra’ il 683 trattore gran macchina , rispondo lo so’ avevi quel camion quando ti ho conosciuto io il fiat 684 trattore ti ricordi eravamo in frontiera a lorrach , io ero li congelato con i docs in mano davanti al container ufficio della Danzas arriva TONINO , uhe’ sbarba’ te prerdu’ la strada ( ragazzino ai perso la strada ) cosi è stata la prima volta che vidi penna bianca , ed ora siamo qui 6 anni dopo in TURCHIA con 2 Scania lui un 110 super ed io un 111 , per me lui era il compagno di viaggio ideale nonostante i 15 anni di differenza lui carattere difficile io idem , era un cinema fra noi , scoppiava improvvisa la rissa senza mai degenerare per mia fortuna devo dire lui era un ex pugile con una forza fisica notevole quando si incazzava meglio stare lontano , ma lui mi prese sotto la sua ala come un fratello minore o un suo figlio , insomma il ns un rapporto particolare di grande amicizia che ando’ avanti ininterrottamente sino alla sua morte nel 1993 mori in pochi mesi a causa di un tumore devastante allo stomaco , inoperabile , Il TONINO COME LO CHIAMAVO IO PER LUI IO ERO L’ERNEST
Una coppia di due pazzi avventurieri con la mentalita’ fra il balordo l’avventuriero e i senza dio , tutti e due venivamo da due diverse periferie milanesi dove si parlava il dialetto quello della libera la mala milanese del dopo guerra , dialetto milanese storpiato con frasi incomprensibili per chi non lo conosceva ‘’ daga un oc al cuaglio ‘’ dai un occhio al portafoglio , eravamo a vederla oggi nel 2019 a 26 anni dalla sua scomparsa una coppia di autisti intercontinentali strani , due strani tipi .
Sentiamo un rombo sembra un kenwort infatti è un camion di SASA turkey di Adana trattore doppia trazione incatenato sui 2 assi catene doppie praticamente un carro armato , ci guardiamo noi avevamo montato le catene semplici , giu’ a toglierle e montare le doppie , e poi dopo una altra moka e la milionesima sigarette via verso il Tahir destinazione Iran Teheran.
PERENNE RICORDO DI ANTONIO SILVERI ‘’ TONINO PENNA BIANCA’’ MIDDLE EAST FOREWER